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Chi può riaprire e chi no. Il nuovo Dpcm del governo (in arrivo)

Il nuovo decreto del presidente del Consiglio Giuseppe Conte dovrebbe essere annunciato a breve. Ma cosa prevede? Secondo l’ipotesi riportata dall’agenzia stampa Public Policy l’aggiornamento dei codici Ateco sul tavolo del governo includerebbero maglie più larghe per agricoltura, per la manutenzione di aerei, qualche cantiere (per opere idrauliche) e via libera alla riapertura delle cartolerie.

Molte novità riguarderebbero il settore agricolo. Nello specifico sarebbero consentite le attività di silvicoltura e utilizzo aree forestali; industria del legno e dei prodotti in legno e sughero (esclusi i mobili); fabbricazione di articoli in paglia e materiali da intreccio; fabbricazione di macchine per l’agricoltura e la silvicoltura; fabbricazione di trattori agricoli; fabbricazione di altre macchine per l’agricoltura, la silvicoltura e la zootecnia; il commercio all’ingrosso di fertilizzanti e di altri prodotti chimici per l’agricoltura.

Oltre a questi potrebbero ripartire inoltre le attività legate alla fabbricazione di utensileria ad azionamento manuale; parti intercambiabili per macchine utensili; la fabbricazione di componenti elettronici e schede elettroniche; la fabbricazione di computer e unità periferiche; fabbricazione di macchine per l’industria alimentare, delle bevande e del tabacco; riparazione e manutenzione di aeromobili e di veicoli spaziali e riparazione e manutenzione di locomotive e di materiale rotabile ferro-tranviario; la costruzione di opere idrauliche; il commercio all’ingrosso di carta, cartone e articoli di cartoleria.

Tra le novità apprese da Public Policy è confermata la possibilità per le imprese considerate non strategiche, quindi sospese, di chiedere una deroga per la ripresa dell’attività produttiva, ma dovrà essere il prefetto ad autorizzarla.

Il documento è stato al centro di una lunga riunione di governo, quindi passibile di ulteriori modifiche. Se la versione fosse confermata sarà cancellato il silenzio-assenso. Ad oggi, infatti, basta la semplice comunicazione al prefetto da parte dell’azienda per esercitare l’attività che potrebbe essere fermata in un secondo momento dal prefetto stesso qualora non la ritenesse funzionale alle imprese strategiche.

Le imprese, inoltre, dovranno predisporre un “un programma dettagliato” sullo svolgimento dell’attività, nel rispetto dei contenuti del protocollo sottoscritto da governo, sindacati e associazioni datoriali per la sicurezza in fabbrica. “Il prefetto, sulla base del programma presentato, sentiti il presidente della Regione interessata, le organizzazioni sindacali e quelle dei datori di lavoro, può autorizzare lo svolgimento dell’attività, anche con specifiche prescrizioni”, si legge nel testo.

Il programma dovrà inoltre prevedere “misure ulteriori” per regolare l’accesso ai luoghi di lavoro in modo da evitare assembramenti e a incentivare l’utilizzo di mezzi di trasporto privati o comunque idonei ad evitare che si creino le condizioni di distanza interpersonale inferiore ad un metro. Il prefetto, sulla base del programma presentato, sentiti il presidente della Regione interessata, le organizzazioni sindacali e quelle dei datori di lavoro, può autorizzare lo svolgimento dell’attività, anche con specifiche prescrizioni.


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