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Tutta colpa dei cinesi. Oppure no. Il commento di Giannuli

Come è noto, una delle ragioni dello “sfondamento” dell’epidemia coronavirus (che a differenza della Sars o della Mers è uscita dai limiti nazionali per dilagare in tutto il mondo) è stata indicata nel ritardo con il quale i cinesi hanno dato notizia di quel che stava accadendo e di aver poi minimizzato fornendo dati del tutto inattendibili su morti e contagiati.

D’accordo: i cinesi sono stati irresponsabili al limite della criminalità tacendo sia l’epidemia per più di un mese e forse due, sia i numeri reali dell’influenza. Su questo non è il caso di discutere. Ma è proprio tutta e solo colpa loro?

In primo luogo, parliamo della notizia iniziale: sono stati i soli cinesi responsabili di questo colpevole silenzio? Ma l’Organizzazione Mondiale della Sanità dovrebbe esercitare pur limitata sorveglianza, come accade per certe malattie in Africa, dove spesso gli Stati non hanno i mezzi per poter controllare il loro territorio e l’Oms svolge una supplenza in questo senso. Per di più, l’Oms, stando alle informazioni circolate nei mesi precedenti, l’Oms, insieme ad organi della sanità francese avrebbe partecipato ad un programma di studi dell’istituto di infettivologia di Wuhan. Considerato che è lì che è esplosa l’epidemia, non si comprende come siano sfuggiti, tanto ai sanitari dell’Oms quanto ai francesi, i segnali di quel che stava accadendo. Ed è realistico che proprio quell’Istituto sia stato a capo della lotta al morbo. Ed allora perché l’Oms non ha avvertito gli altri? Come mai ci ha messo oltre un mese per riconoscere lo stato di pandemia, alternando le accuse con le lodi al governo cinese?

In secondo luogo: come è noto abbiamo servizi di informazione particolarmente potenti che controllano le comunicazioni, trattano i big data, scrutano il territorio con satelliti in grado di fare foto ad altissima deginizione, hanno informatori distribuiti dappertutto eccetera. Ed a cosa è servito tutto questo apparato se è sfuggita una epidemia per oltre un mese? Una epidemia mobilita migliaia di medici e paramedici, poliziotti, produttori di presidi medici, porta alla effettuazione di blocchi sulle vie di comunicazione, produce una insolita agitazione nei palazzi del governo, comporta la spedizione massiccia di materiale sanitario eccetera. Come può essere sfuggito un movimento di queste proporzioni ad un servizio di informazione che si immagina tenga particolarmente d’occhio un paese come la Cina? Delle due l’una: o il servizio mente, perché aveva la percezione di quel che stava accadendo ed allora devono spiegarci come hanno usato queste informazioni, oppure dicono la verità: non hanno capito quel che stava succedendo ed, allora, ci ridessero indietro gli stipendi e vadano a coltivare cipolle nel South Dakota.

Ma sin qui parliamo delle origini, il guaio è che dopo c’è stata una stupefacente sottovalutazione del problema. Gran parte dei governanti, (da Johnson a Trump a Bolsonaro per non citare i soliti olandesi) hanno prima negato il pericolo, poi lo hanno minimizzato (l’”influenzetta” di Bolsonaro), poi sono corsi ai ripari quando l’epidemia già era diffusa. Nessuna prevenzione, nessun modo di prepararsi al colpo (anche solo risolvendo in anticipo il problema delle mascherine, dei respiratori eccetera.

Per carità: non penso a nessun complotto diabolico fra i governanti, ma ci vedo piuttosto un’altra cosa: i nostri politici, da almeno 40 anni, sono stati abituati soprattutto a cercare l’effetto comunicativo, “bucare il video”, soprattutto imporre una agenda della comunicazione favorevole a sé. E di tutto il resto lasciar perdere, rimuovendo ogni tema scomodo. Ecco, il punto è questo: rimuovere i problemi anzi che affrontarli e risolverli. È il prodotto di una selezione tutta televisiva della classe politica.

Ora o si dice che, avendolo saputo in tempo, si sarebbe potuto ridurre di molto, se non proprio evitare la pandemia, ed allora i cinesi sono colpevoli e tanto, ma anche gli altri (governi, servizi segreti, Oms, ecc.) lo sono. Oppure il virus si sarebbe fatto ugualmente strada ed allora le colpe dei nostri governi e servizi sono molto relative e, in parte, scusabili, ma, a questo punto, lo sono alche quelle dei cinesi. Noi propendiamo per la prima ipotesi, ma possiamo discuterne. Quello che non funziona sono i due pesi e due misure.

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