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Il Consiglio Ue, Conte e la sua Troika. Il corsivo di Pennisi

L’avvocato del popolo Giuseppe Conte, presidente del Consiglio in carica, vorrebbe avere già scritte le conclusioni del Consiglio europeo del 23 aprile. Nello scenario che prefigura, potrà dire al colto ed all’inclito, a reti unificate, che all’assise dei Capi di Stato e di governo dell’Ue ha ottenuto una grande vittoria per tutti gli italiani (e anche per gli altri cittadini dell’Unione): uno “sportello sanitario” del Meccanismo europeo di stabilità (Mes) senza condizioni.

Peccato che il direttore generale dello stesso Mes, Klaus Regling, ha già precisato, in un’ampia intervista al Corriere della Sera, domenica 19 aprile, che lo “sportello sanitario” del Mes è stato concepito privo di condizionalità. Ma sul Mes – quello del 2012 oggi in vigore, quello che si vorrebbe riformare/aggiornare – e sul suo “sportello sanitario” – quello proposto in occasione dell’Eurogruppo dell’8-9 aprile, la eventuale richiesta dell’Italia – si è fatto, sui media e sui talk show, una tale confusione che, secondo il suo consigliere per la comunicazione, basta mostrarsi affaticato per la battaglia con il resto dell’Ue e con piglio deciso perché il popolo di cui è avvocato si beva tutto. Comunque, in una lunga intervista al quotidiano Avvenire del 21 aprile, il ministro degli Esteri e della Cooperazione Internazionale, Luigi Di Maio (capo se non di tutto il Movimento 5 Stelle, M5S, quanto meno dell’”ala governista”) ha detto a chiare lettere che il M5S (soprattutto, l’”ala governista”) si contenta di poco pur che le Camere non siano sciolte prima della fine della legislatura e continuare a fare nomine.

Come Formiche.net ha sottolineato in altre occasioni, Conte deve giocare su due tavoli: su quello “interno” la posta è la popolarità (per lui e per le forze politiche che formano il governo), su quello “europeo” è la reputazione, o la credibilità, rispetto agli altri Capi di Stato e di governo dell’Ue. Quale è la strategia per giungere a un equilibrio sui due tavoli? Bilanciare la “popolarità” sul tavolo interno con “reputazione” e “credibilità” su quello “europeo”?

Così come dirà al “popolo” di cui è avvocato di avere ottenuto una vittoria giudiziaria di cui si potrà toccare con mano tutto il valore quando si potrà leggere la sentenza, farà intendere agli altri Capi di Stato e di governo che l’Italia è pronta ad accettare quella un tempo tanto aborrita Troika. Ma la composizione di detta triade resterà ambigua: gran parte dei suoi pari intenderanno che si dovrebbe trattarsi di Commissione europea, Mes o Bce (a seconda del caso) e Fondo monetario. Ma agli italiani verrebbe presentata come Babbo Natale, la Befana e Mago Merlino. Le istituzioni europee si indebiterebbero sul mercato internazionale, con il ricavato i primi due porterebbero doni al popolo italiano ed il terzo li moltiplicherebbe per elargire mance che possano rendere voti, quando, prima o poi, si andrà a votare.



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