Skip to main content

DISPONIBILI GLI ULTIMI NUMERI DELLE NOSTRE RIVISTE.

 

ultima rivista formiche
ultima rivista airpress

Conte non faccia il re tentenna. E sul governo istituzionale… Parla Gelmini (FI)

Forza Italia rimarrà stabilmente all’opposizione del governo guidato da Giuseppe Conte ma questo non vuol dire che rinuncerà a cercare un’intesa sui contenuti “per il bene del Paese”. La presidente dei deputati azzurri ed ex ministro della Pubblica istruzione, Mariastella Gelmini, non ha dubbi: l’esecutivo giallorosso finora ha fatto poco e male nell’affrontare l’emergenza e nel programmare l’inizio della ripartenza. “Registriamo provvedimenti vistosamente inadeguati e uno spaventoso ritardo”, ha commentato Gelmini in questa conversazione con Formiche.net nella quale, oltre a smentire qualsiasi ipotesi di ingresso di Forza Italia in maggioranza, ha fatto il punto della situazione sui principali temi di attualità alla vigilia del fondamentale Consiglio europeo di domani. E anche sui rapporti interni all’opposizione: “Le differenze sono unicamente sul Mes ma ieri Lega e Fratelli d’Italia hanno sottolineato il ruolo decisivo della Banca centrale europea: un grande passo in avanti ed è dovuto anche alla posizione equilibrata di Forza Italia”. No, per il momento almeno, a qualsiasi ipotesi di governo istituzionale: “Oggi è impensabile aprire una crisi al buio: il Paese non reggerebbe”.

Presidente Gelmini, quella di domani si preannuncia una giornata decisiva per l’Europa e per l’Italia. Ad avviso di Forza Italia, Giuseppe Conte cosa dovrebbe fare al Consiglio europeo?

Noi siamo pratici: deve portare a casa il massimo risultato possibile per l’Italia e un’accelerazione formidabile sul Recovery Fund. E non fare il re tentenna sul Mes. La maggioranza che lo puntella non è compatta, non ha avuto un mandato parlamentare chiaro. Non un buon viatico, diciamo, ma può far leva sulle potenzialità di questo Paese e sull’importanza di una risposta adeguata dell’Unione per salvare un’economia fortemente interconnessa come quella europea.

Il Mes può rappresentare lo strumento giusto per salvare economicamente il nostro Paese in questa fase così delicata?

Il Mes di per sé non può salvare nessuno: stiamo parlando di un intervento che al massimo arriva al 2% del Pil e questo per l’Italia può rappresentare 36 miliardi per la sanità. Ma in questa fase ci farebbero comodo: sempre che naturalmente non ci siano condizionalità. È un pezzo di un intervento più complessivo che, con il Recovery Fund, i fondi per la disoccupazione di Sure, l’intervento della Bei e quello fondamentale della Banca Centrale Europea, deve arrivare a 1.500 miliardi, altrimenti non la sfanghiamo.

I toni e gli argomenti usati da Forza Italia in questi giorni sono stati interpretati da alcuni osservatori come il segno di un possibile ingresso azzurro in maggioranza. E’ uno scenario credibile?

No. Siamo all’opposizione di questo governo e ci resteremo, ma non siamo all’opposizione del Paese. Quindi continueremo testardamente a ricercare una collaborazione sui contenuti per il bene dell’Italia: le nostre idee sono migliori della Covid Tax proposta dal Pd.

Però anche il premier in una recente intervista al Giornale ha detto di apprezzare il vostro modo di fare opposizione. La ritenete una nota di merito?

Ne prendiamo atto. Ma siamo abituati a valutare i fatti più che le dichiarazioni a mezzo stampa. E i fatti ci dicono che anche ieri notte tutti gli emendamenti di Forza Italia al decreto Cura Italia sono stati respinti, anche se non comportavano nuovi oneri. Speriamo che il governo sia più coerente sul decreto liquidità e sul decreto aprile.

Tuttavia, soprattutto sull’Europa permangono rilevanti differenze con Lega e Fratelli d’Italia. Non si tratta di un tema troppo importante su cui dividersi tra alleati?

Le differenze sono unicamente sul Mes, sul quale noi abbiamo un atteggiamento più pragmatico legato all’assenza di condizionalità. Sul resto mi pare che siamo molto più coesi della maggioranza di governo. E le segnalo che ieri anche Lega e Fratelli d’Italia hanno sottolineato il ruolo decisivo della Banca centrale europea. Si tratta della principale istituzione dell’Unione e dell’eurozona: mi pare un grande passo in avanti ed è dovuto anche alla posizione equilibrata di Forza Italia.

Come giudica l’operato del governo in questo periodo di emergenza e in vista della prossima riapertura del Paese?

Sul fronte delle misure di contenimento sanitario si poteva fare di più e meglio, magari cercando una maggiore condivisione con le regioni. Ma su questo anche noi ci siamo rimessi alla scienza. Sulla risposta invece alle conseguenze economiche del lockdown e sulla fase 2 registriamo provvedimenti vistosamente inadeguati e uno spaventoso ritardo. Si continuano a costituire tavoli di esperti: verrebbe da chiedersi a cosa servano i 64 membri del governo, i loro staff, il Cnel. E poi c’è il Parlamento al quale – al di là delle parole di circostanza – questo esecutivo ha riservato un ruolo ancillare. Conte sulla fase 2 convoca i sindacati, dimenticando il Parlamento, cui ha riservato un’informativa a dir poco evasiva.

Conte ha annunciato che il nuovo decreto aprile – che alla fine però sarà probabilmente approvato a maggio – prevederà altri 50 miliardi di euro di sostegno all’economia. Una misura sufficiente?

Ci piacerebbe poterle rispondere, ma ad oggi, del decreto aprile non abbiamo visto neppure una bozza. Sullo scostamento di bilancio noi avevamo idee diverse perché il tempismo di fronte all’insorgere di una grave recessione è tutto. Abbiamo chiesto da subito uno scostamento di bilancio da 100 miliardi di euro, per rispondere al blocco forzato della produzione con un vero e proprio shock. Non siamo stati ascoltati e adesso si naviga a vista.

Per punti, su quali priorità dovrebbe concentrarsi il governo secondo Forza Italia?

Ci sono due livelli e su entrambi occorreva muoversi diversamente: il primo è quello degli interventi economici per il lockdowm, il secondo è quello della ripartenza. L’emergenza andava affrontata con più risorse, norme più semplici e meno burocrazia. Dal rinvio lungo delle scadenze fiscali, alla previsione di interventi a fondo perduto per i settori più colpiti come il turismo fino all’aumento del bonus per gli autonomi. Per non dire della cassa integrazione che ancora troppi lavoratori non hanno ricevuto: è stato fatto troppo poco e troppo lentamente. E poi c’è da interpretare la ripartenza con l’ambizione di rivoluzionare il Paese. Deve essere l’anno zero e non la fase 2. Zero burocrazia. Zero autorizzazioni ex ante, ma controlli ex post. Applicazione del modello ponte Morandi per far partire i cantieri. Uno shock fiscale con la flat tax. Se pensiamo di ripartire con una discussione su gel e mascherine, perdiamo definitivamente il treno della rinascita. Non c’è un minuto da perdere. E il governo deve pagare i debiti della pubblica amministrazione.

Pensa che la maggioranza di governo reggerà? Cinquestelle e Pd sembrano lontanissimi specie sull’Europa..

Non faccio previsioni: sono divisi su molte cose ma poi quando si tratta di fare le nomine nelle partecipate si scoprono uniti. Il potere è un grande collante. Quello che è certo è che questa maggioranza non è in grado di offrire risposte adeguate alla crisi economica post-covid, anche perché prima del coronavirus le ricette di questa maggioranza avevano già portato il Paese alla soglia della recessione.

A suo avviso, ci vorrebbe un governo istituzionale o di salute pubblica sostenuto da tutti i partiti per affrontare la fase 2, quella della ricostruzione non solo economica del Paese?

Mi sembrano scenari prematuri e non riesco a immaginare un governo che metta insieme chi vuole procedere a colpi di nazionalizzazioni come i 5 Stelle e una forza liberale come la nostra. E poi cosa vuol dire governo istituzionale? Oggi comunque è impensabile aprire una crisi al buio: il Paese non reggerebbe.

×

Iscriviti alla newsletter