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Egitto, Libia, Arabia Saudita. Tutti i dati sul coronavirus nell’area Mena. Report Ispi

Come impatta il coronavirus nell’area Mena? Un report dell’Ispi fa luce sulla macro area, dove spicca il bassissimo dato dell’Egitto, che si lega però alla contingenza di Paesi dove spesso le cifre ufficiali vanno “interpretate”, più che prese per buone. Ecco una ricognizione su dati e fatti.

COVID-19

“Se è evidente che nei Paesi in conflitto i dati reali sfuggono a ogni tipo di controllo – osserva il report dell‘Ispi -, non pochi interrogativi emergono sull’effettiva entità dei numeri dichiarati dai governi della regione, come sottolineato dalla stessa Organizzazione mondiale della sanità”. Punto di partenza i numeri ufficiali al 30 marzo scorso: 45.000 casi di contagio, con l’Iran al primo posto in virtù di oltre 38.000 casi. A seguire Israele con 4.806 e Arabia Saudita con 1.300.

Bassi i numeri siriani e libici (rispettivamente 9 e 8), con lo Yemen a quota zero. L’Egitto fa notizia per un numero leggerissimo di contagi, solo 609, se rapportato alla notevole popolazione di oltre 100 milioni di abitanti.

PREMESSA

Premessa indispensabile è che qui più che altrove, precisa il report, “la pandemia si innesta su preesistenti, e irrisolte, problematiche politiche, sociali ed economiche, trasformando così l’area in una enorme polveriera pronta a esplodere”. Un passaggio propedeutico all’analisi di trend e comportamenti, che inevitabilmente avranno un peso specifico niente affatto secondario a queste latitudini.

“Nell’immediato – prosegue – il primo timore riguarda la rapidità di diffusione del contagio in quelle zone in cui l’accesso all’acqua e all’elettricità è scarso e contingentato, le misure igieniche sono carenti e il distanziamento sociale è difficile da attuare a causa dell’elevata densità di popolazione, come nella Striscia di Gaza o nelle aree urbane dell’Egitto, per non parlare dei campi di rifugiati nel Vicino Oriente. Ma c’è anche la preoccupazione per la tenuta di sistemi sanitari fragili, con infrastrutture e personale medico inadeguati, e impreparati a far fronte a una emergenza che sta mettendo a dura prova paesi più avanzati da questo punto di vista. Negli anni i governi della regione piuttosto che investire nella sanità – la spesa sanitaria varia dallo 0,6% del Pil in Yemen al 4,5% in Algeria – hanno preferito iniettare risorse nella spesa militare”.

Anche se è complicato quantificare l’impatto economico della pandemia, è evidente che un settore nevralgico come il turismo sarà il primo a pagare dazio: si tratta di un fattore che incide per il 16% del Pil in Tunisia, il 12% in Egitto, l’11% in Marocco e negli Emirati Arabi Uniti.

LIBIA

La Libia ha meno di cinque casi certificati. Oggi il Consiglio presidenziale libico ha assegnato 75 milioni di dinari a comuni, consigli locali e comitati direttivi al fine di rispondere alle sfide che le comunità si trovano a fronte dello scoppio del coronavirus. I fondi dovrebbero essere distribuiti per coprire tutti gli aspetti relativi alle misure precauzionali contro l’epidemia, nonché per le spese di medici e paramedici nei centri medici e di quarantena. I fondi comprendono anche l’acquisto di materiali per la disinfezione, nonché programmi di formazione e sensibilizzazione, secondo le disposizioni diffuse dal Centro nazionale libico per il controllo delle malattie.

EGITTO

“I risultati finora raggiunti delle misure precauzionali per combattere il coronavirus diffuso in Egitto sono buoni e rassicuranti”. Così ha twittato il presidente Abdel Fatah al-Sisi, secondo cui tali risultati indicano la serietà e l’unità delle istituzioni e dei cittadini dello stato per combattere la crisi. “Pertanto, esorto tutti voi a continuare a seguire e attuare queste misure affinché tutti noi possiamo affrontare questa crisi e preservare la sicurezza della nostra casa e delle persone”.

Il ministero della Salute ha aperto anche due linee telefoniche ad hoc, per fornire supporto psicologico ai cittadini che soggiornano a casa come parte delle misure precauzionali adottate per contrastare la diffusione del virus, soprattutto rivolte a bambini e anziani. Ieri il consiglio straordinario di governo ha deciso di fornire le materie prime alimentari di base e aumentare le riserve alimentari strategiche per soddisfare le richieste delle persone in tutto il paese.

Il governo intende controllare anche i mercati locali per prevenire le pratiche di monopolio, soprattutto in vista del Ramadan, passaggio che si somma alle misure graduali già intraprese, come lo stop a scuole, università e voli internazionali. E’in vigore inoltre un coprifuoco parziale, mentre tutte le attività commerciali come i ristoranti, i caffè, i casinò, i night club, i bar, i centri commerciali resteranno chiuse fino al 14 aprile.

twitter@FDepalo

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