Si chiama Corona 100m ed è l’applicazione più scaricata del momento in Corea del Sud. Un sistema di geolocalizzazione e telecamere di sorveglianza che traccia e rende parzialmente pubblici i movimenti delle persone positive al covid-19.
È solo la punta dell’iceberg di quello che viene descritto come un vero e proprio “modello sudcoreano” fatto di tamponi a tappeto, big data e tanto controllo digitale.
Una soluzione che, numeri alla mano, ha consentito di frenare la curva dei contagi e che molti esperti italiani indicano come la strada maestra per il nostro Paese. L’unica in grado di scongiurare la paralisi economica senza compromettere la salute dei cittadini. Tuttavia, non mancano le critiche di chi paventa il rischio di una deriva in stile “Grande Fratello”.
Ma di fronte a un’emergenza sanitaria che finora conta 115mila contagiati e più di 13mila morti, gli italiani sono disposti a rinunciare a una porzione della loro privacy?
A darci la risposta è il Radar SWG che monitora quotidianamente l’andamento delle percezioni sul coronavirus.
E così scopriamo che i cittadini sembrano accogliere con favore le limitazioni alla riservatezza pur di sconfiggere l’epidemia.
Di fronte all’ipotesi di uno Stato capace di controllare tramite smartphone gli spostamenti degli italiani anche senza il loro consenso, ben il 63% degli intervistati si dichiara favorevole.
Dunque, pur di uscire dall’isolamento i cittadini sono pronti a tutto anche a sacrificare la propria privacy.
Sorvegliare sì, ma in che modo?
Il 74% degli italiani approva l’utilizzo di droni per vigilare dall’alto sulle città.
Per il 67% è giusto verificare il rispetto dei divieti grazie al GPS integrato nella gran parte dei cellulari.
E il 64% si dice addirittura favorevole ai braccialetti elettronici per monitorare i movimenti delle persone in quarantena.
Insomma, esiste un consenso bulgaro e sorprendente per il controllo digitale, gli italiani chiedono il pugno di ferro per chi non rispetta le misure di contenimento.
Numeri che spiegano bene il successo sui social delle uscite da sceriffi di sindaci e governatori (De Luca su tutti).
Infine, non può essere trascurato il ruolo che i grandi colossi della tecnologia stanno giocando in questa crisi.
Mai come in questa emergenza, gli italiani (anche i meno giovani) stanno sperimentando sulla propria pelle i benefici della rivoluzione tecnologica. Amazon, Google, Microsoft, Facebook e tanti altri si stanno rivelando determinanti per mantenere il proprio stile di vita nonostante l’isolamento.
Per questa ragione i cittadini li promuovono tutti con voti ben al di sopra della semplice sufficienza.
Una prova evidente che quando tutto sarà finito i big della tecnologia saranno più potenti che mai.