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Covid-19. Ecco le misure prese da Francia, Spagna, UK, Germania, Svezia e Grecia

Dal tentativo tedesco di rendere più verde, complice la crisi, il parco auto in circolazione nel Paese alla gestione schizofrenica della Svezia. Dalla cancellazione delle tasse per le imprese francesi che lavorano nel turismo, al mini bonus di 400 euro per mezzo milione di disoccupati greci. Finendo all’Inghilterra che fa i conti anche con l’emergenza nelle case di cura per anziani. Ricognizione su come si stanno muovendo gli altri Paesi ai tempi del Covid-19 tra misure, lockdown e fase 2.

FRANCIA

C’è una data cerchiata in rosso in Francia ed è quella dell’11 maggio. Lo ha detto il Presidente Emmanuel Macron, secondo cui ci sarà la possibilità di “tornare al lavoro, riavviare il nostro settore, le nostre attività e i nostri servizi”, per vivai, scuole, college e scuole superiori. C’è tuttavia l’intenzione dell’Eliseo di strutturare la fase 2 aprendo un tavolo di analisi che “il governo preparerà immediatamente con le parti sociali in modo che vengano stabilite regole per proteggere i dipendenti sul posto di lavoro”.

L’11 maggio è anche la scadenza entro la quale il capo dello Stato ha stimato che sarà possibile testare tutti coloro che mostrano sintomi e quindi essere messi in quarantena (test che non riguarderanno l’intera popolazione). Secondo uno studio pubblicato da Le Monde, però, il cosiddetto deconfinamento potrebbe rivelarsi catastrofico se non venisse messo in atto un sistema di test di massa e di isolamento delle persone infette. Macron ha annunciato che l’utilizzo delle mascherine per le professioni più esposte e per determinate situazioni come nel trasporto pubblico, “potrebbe diventare sistematico”.

Bar, ristoranti, caffè, hotel, cinema, teatri, sale da concerto e musei rimarranno ancora chiusi, come gli eventi e i festival che restano in stand by fino a luglio: il Festival di Avignone, l’Eurockéennes de Belfort e il Festival di Cannes. Per le imprese del ramo culturale e turistico (come hotel, ristoranti, agenzie di eventi/concerti/mostre) sono previsti aiuti specifici e l’annullamento delle tasse (non solo rinvio, ma cancellazion dei balzelli).

Le misure di disoccupazione parziale saranno estese e riguardano 8 milioni di dipendenti. Come confermato dal ministro dell’Economia, Bruno Le Maire, sono pronti 24 miliardi di euro in particolare nel settore alberghiero e della ristorazione. Per artigiani, commercianti e imprenditori, il fondo di solidarietà ha fornito “una prima risposta”, grazie all’annullamento di oneri, bollette, affitti e rete di prestiti. Macron ha chiesto alle banche di “spostare le scadenze in modo molto più massiccio”. Le banche hanno già concesso 10 miliardi di crediti alle imprese in pochi giorni. Per poveri, indigenti, studenti in difficoltà e famiglie a basso reddito prevista assistenza eccezionale, come anche per badanti, cassieri, camionisti per cui sarà previsto “uno sforzo di giustizia”.

GERMANIA

In Germania si discute molto delle misure a sostegno delle case automobilistiche, la cui industria riveste un ruolo chiave nell’economia tedesca. Il primo ministro della Bassa Sassonia, il socialdemocratico Stephan Weil, fa riferimento alla crisi di un decennio fa e propone un premio di demolizione al fine di stimolare il passaggio a veicoli green. Ovvero sfruttare la crisi, non solo finanziaria in sé, ma anche di consumi e quindi di vendite, per rimodellare il parco auto di cittadini e imprese. Da giorni Volkswagen e BMW avevano chiesto incentivi governativi ad appannaggio dei clienti per superare il momento, mentre il primo ministro bavarese e il capo della Csu Markus Söder avevano richiesto un programma automobilistico ad hoc (respinto dai Verdi).

Su tale posizione si era già espresso il Ceo di Bmw, Olaf Zipse, secondo cui il suo gruppo vede una doppia chanches in un bonus di innovazione del genere, capace in un colpo solo di stimolare l’economia come misura economica e allo stesso tempo accelerare il passaggio verso tecnologie rispettose del clima. Dall’inizio del 2020 l’Ue ha prescritto un valore massimo di 95 grammi di CO2 per chilometro, un limite destinato a diminuire ulteriormente entro il 2030 con multe milionarie.

SVEZIA

Dopo i primi giorni di sottovalutazione generale della pandemia, la Svezia ha virato su un altro modello di gestione. Governo ed esperti continuano però a dibattere: dopo un forte aumento delle morti il Primo Ministro Stefan Lofven ha proposto una legge di emergenza che consente il lockdown, avvertendo i cittadini che ci saranno migliaia di morti. Ma il capo della task force, Tegnell, insiste sul fatto che l’approccio svedese soft avrebbe ancora senso proseguendo di fatto in una lunga diarchia. Il tasso di mortalità in Svezia ha raggiunto oltre 88 morti per milione, rispetto a circa 47 morti per milione registrati in Danimarca.

Intanto sul fronte finanziario la maggior parte delle aziende è ancora operativa, ma con un costo economico oggettivo già in via di definizione. La scorsa settimana 25.350 svedesi si sono registrati come disoccupati, secondo la Camera di commercio di Stoccolma.

UK

Non solo il Pio Albergo Trivulzio: anche in Inghilterra c’è un caso di intenso contagio nelle case di cura per anziani, dove si registrano 92 nuovi focolai di coronavirus nelle ultime 24 ore. In quelle residenze non tutti sono dotati di dispositivi di protezione, che incece sono stati chiesti dalla portavoce dei democratici liberali Munira Wilson e dallo stesso Dominic Raab, che fa le veci del primo ministro: “Comprendiamo l’importanza di portare i DPI in prima linea sia nelle case di cura che nel SSN”.

Il virus sta incidendo per il 35% del Pil inglese, ha osservato il Tesoro, tramite l’Ufficio per la responsabilità di bilancio, un dato che sommato ad aumento della disoccupazione di oltre 2 milioni di persone (più 10%) nel secondo trimestre del 2020 dà un quadro allarmante. Sarebbe il più grande declino trimestrale dell’attività economica nella storia moderna del Regno Unito. Quasi la metà delle persone non è stato in grado di lavorare da casa durante il blocco del coronavirus, cifre che stanno preoccupando Downing street circa l’impatto economico delle misure di allontanamento sociale, come i danni dati delle chiusure scolastiche. Il governo sarebbe spaccato esattamente a metà, tra chi punta a riaprire e chi no.

Per le aziende che operano nel turismo e nella ristorazione previsti vari prestiti, borse di studio da 330 miliardi di sterline per aiutare le imprese a superare l’epidemia, con una serie di misure di “sostegno diretto” che includono riduzioni fiscali e milioni di sovvenzioni. Il governo ha promesso di corrispondere ai lavoratori autonomi fino all’80% dei loro guadagni.

GRECIA

Duemila contagi e quasi cento morti: numeri blandi per la Grecia, che si appresta a fare i conti con le conseguenze del lockdown soprattutto sul turismo, che incide per il 25% del pil. Sono 493mila i disoccupati destinatari delle misure di sostegno approntate dal Governo guidato dal liberal-conservatore Kyriakos Mitsotakis, per fronteggiare l’emergenza economica post Coronavirus. Una prima tranches riguarderà 155.000 disoccupati di lunga durata (ovvero quelli presenti nelle graduatorie da due anni). Per i disoccupati che hanno ricevuto il sussidio nel primo trimestre del 2020, 193mila persone, è stata stabilita un’estensione di due mesi del sussidio stesso, per un massimo di 798 euro a bimestre, ovvero per un massimo di 399,25 euro al mese, aumentato di un ulteriore 10% per ciascun membro protetto del beneficiario disoccupato.

Il governo oltre ai bonus ha in programma di assumere i disoccupati, al fine di ampliare la fascia di popolazione da sostenere: per quelli di età compresa tra 55 e 67 previste 8.500 assunzioni per un anno. Mentre altri 36.500 disoccupati entro maggio verranno assunti per otto mesi nei Comuni e nelle Regioni.

SPAGNA

Il caos in Spagna si ritrova alla voce amministrazione e digitalizzazione, con un intasamento di richieste telematiche per cittadini, lavoratori e imprese che al momento sono bloccate. Secondo quanto dichiarato alla stampa spagnola dai tecnici del ministero del lavoro, solo il 3,5% delle domande è stato evaso e per la maggiorparte dei richiedenti c’è un silenzio amministrativo. Vengono denunciati stop anomali delle applicazioni e delle pagine Internet dedicate a queste procedure con il risultato di un maxi ingorgo per chi riceve le richieste e per chi le formula. Fino alla fine di marzo non erano chiari i formati in cui dovevano essere inviati i files. Fonti governative affermano di aver quadruplicato la velocità di riconoscimento dei bonus attraverso le applicazioni informatiche. Per cui lo scorso fine settimana sono riconosciuti oltre 233.000 titolari di bonus. Ma si naviga a vista.

Intanto è polemica su figure professionali specializzate che non possono dare un contributo negli ospedali del Paese: centinaia di dottori e infermieri immigrati in Spagna non possono lavorare perché non hanno il riconoscimento dei titoli a causa della burocrazia. Incapaci di contribuire, osservano mestamente la pandemia da casa.

twitter@FDepalo

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