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Covid-19, Fase 2 e la trincea di Conte. Le versioni di Senaldi e Geloni

L’ultimatum di Renzi a Conte è l’anticamera ad un nuovo governo? “Intanto lo chiamerei penultimatum – dice a Formiche.net il direttore di Libero, Pietro Senaldi – perché Renzi è un bravissimo oratore e non essere più a Palazzo Chigi gli giova non poco. D’altronde il meglio di sé lo ha dato prima di arrivare a Chigi e adesso che ci vuole ritornare. Non penso che ci siano le basi per ragionare di un nuovo governo, tutti aspettano solo che questa Fase 2 parta e che la situazione si assesti per passare al dopo-Conte: i lavori sono ad uno stadio non avanzato, ma comunque ad un buono stadio, si parla di giugno o settembre. Ora? Renzi sarebbe fermato da chi, in Francia, riscoprirebbe il proprio senso dello Stato: Silvio Berlusconi potrebbe non voler disunire il paese in momenti di difficoltà e visto che non è più il Berlusconi inesperto del 1994 ed è quello che fa politica da più tempo di tutti, è anche quello che la sa far meglio di tutti”.

LA FASE 2

Conte ha sbagliato più nella sottovalutazione della Fase 1 o nella non programmazione della Fase 2? “Vedo molte analogie nelle due fasi, dove in entrambe è arrivato impreparato. Avendo dichiarato lo stato di emergenza il 31 gennaio avrebbe potuto essere più preciso nella disamina, addirittura l’Oms aveva lanciato un allarme pandemia due anni fa: da lì nasce la strategia attuata preventivamente dalla Germania. Conte si è fatto sorprendere dalla Fase 1, e questo è in parte scusabile. Ma non ci sono attenuanti sulla Fase 2: la malattia la stanno arginando meglio i medici, non certo il premier; a casa ci sono stati tutti gli italiani non certo il premier che a Genova ha creato un inutile assembramento per cui al governo non restava che preparare al meglio la Fase 2 visto che hanno 18 task forces”.

BANCHE E IMPRESE

Sulle banche si assiste ad uno scaricabarile? Sì, secondo Senaldi, perché lo Stato “obbliga le banche a prestare dei soldi mentre altrove li ha messi direttamente”. Li garantisce poi con titoli di Stato “che sono carta straccia, se non fosse grazie all’Europa che continua a comprarceli”. Ma anche in Ue, pronostica, il premier avrà problemi. La più grande banca italiana, Bancaintesa, racconta, per due volte ha proposto due piani diversi attraverso Messina e Bazoli, ma il governo non li ha valutati congrui. “Per cui resta la difficoltà”.

NODI ITALIANI

Il nodo più stretto in questo momento è relativo ai pieni poteri o al rischio default? “Non viviamo in una dittatura, in Italia c’è stato un modo sgarbato di muoversi all’interno della Costituzione. Non c’è una guerra, né una resistenza, né dei partigiani: e invece per rovesciare Conte basterebbe una mozione di sfiducia votata dal Parlamento, ma se ciò è teoricamente possibile in pratica non avviene perché i parlamentari non gli votano contro. Fatico dunque a parlare di pieni poteri: il Premier si è preso i poteri che altri gli hanno lasciato”.

L’OPINIONE DI GELONI: NON ORA

L’ultimatum di Renzi a Conte è un bluff? “Intanto sarebbe ora di smettere di tirare per la giacca Martinazzoli– dice a Formiche.net Chiara Geloni, già direttrice di Youdem – Come già quattro anni fa, Renzi usa un bellissimo discorso per far dire una cosa e il suo contrario a un uomo politico che non lo merita. Per il resto, Renzi vorrebbe ma non può. Almeno per ora”.

CONTE PROMOSSO

Ma il premier è da promuovere su Fase 1 e Fase 2? Per Geloni sarebbe facile rispondere perché la stragrande maggioranza degli italiani lo pensa “ma non voglio prendere questa scorciatoia, mi basta sapere che il garante della Carta, e non ne avevo dubbi, ci fa sapere che se avesse riscontrato irregolarità sarebbe certamente intervenuto”. E aggiunge: “Non c’è alcuna violazione della Costituzione e da oggi è anche un po’patetico usare certe argomentazioni, che sono state autorevolmente smentite”.

LO STRUMENTO DPCM

Il premier in Aula ha rammentato di non aver inventato egli stesso il Dpcm, ma sono strumenti consentiti nel momento in cui c’è uno stato di emergenza dichiarato come questo, in cui l’emergenza è mobile. “La pandemia non è un evento come un terremoto un alluvione ma si evolve: per cui va governato con una tempistica che non può essere quella dell’iter di un decreto legislativo. Sono soddisfatta inoltre che non ci sia stata una legge che prevedeva il restare a casa, perché non mi avrebbe fatto piacere vivere in un paese dove quella limitazione era figlia di una legge che, a fine emergenza, sarebbe dovuta essere abrogata. A volte gli strumenti più agili sono quelli che tutelano di più la collettività”.

FORZA ITALIA AL GOVERNO?

La postura di Forza Italia, sul Mes e in generale sul momento attuale, è un assist alla maggioranza? “Con una battuta direi che per fortuna l’opposizione è messa peggio della maggioranza, perché sono emerse, anche improvvisamente, delle differenze strategiche piuttosto rilevanti. L’atteggiamento di Berlusconi è una postura che spesso ha avuto in passato. Secondo me il vecchio leone per la prima volta da un po’ di tempo è più in sintonia col paese rispetto ai suoi due giovani alleati. L’Italia chiede una volontà di collaborazione e rifiuta la strumentalità di gesti come la carnevalata notturna della Lega che non ha nulla da dire rispetto ai problemi reali che la gente ha. Non sto dicendo di voler gridare ‘viva il Governo’, né sto idealizzando il consenso dell’esecutivo. Ma le persone chiedono di evitare le gazzarre parlamentari”.

CHIGI VS REGIONI

Nel rapporto con le Regioni come si fa a ricominciare da zero? “Nessuno è perfetto, ma vedo un ingiustificato protagonismo di alcuni Governatori. In Calabria molti sindaci stanno impugnando l’ordinanza della Presidente Jole Santelli, una strategia improvvisa da parte chi fino a ieri ha implorato il governo di tenere lontani dalla Calabria i possibili pericoli, adesso unilateralmente decide di aprire pizzerie e bar. Certamente in generale c’è un problema fra Stato e Regioni, ma non dipende dalla riforma del Titolo V. Dopo queste esperienza qualcosa bisognerà aggiustare anche perché il governo regionale della sanità non è tutto da buttare: l’autonomia in tali servizi al cittadino resta una risorsa. Ma non possiamo più permetterci di avere una classe dirigente sui territori che gestisce il proprio essere governatori come se fossero capi di stato federali. Vedo una sconcertante mancanza di senso di responsabilità”.

twitter@FDepalo

 

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