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Covid19, se l’Arabia Saudita pensa a un exit strategy dallo Yemen

L’Arabia Saudita ha annunciato che insieme ai suoi alleati osserverà da giovedì 9 aprile un cessate il fuoco unilaterale nella guerra in Yemen. Si tratta di una mossa collegata alla preoccupazione che la guerra – che dura da cinque anni – possa essere un vettore di trasmissione del coronavirus, ma è anche una decisione che potrebbe aprire la strada alla fine di uno dei più brutali conflitti in attivo.

I sauditi guidano una coalizione – che ha molte risorse ma scarse competenze operative – che sta cercando di fermare l’azione dei ribelli indipendentisti Houthi., forza politico-militare indipendentista che nel 2015 ha rovesciato il governo di Sanaa e preso di fatto il controllo di ampie zone del Paese.

Lo scontro tra la coalizione a guida saudita e gli Houthi si muove anche su un piano di carattere regionale che vede Riad contrapposta all’Iran. Sebbene i ribelli yemeniti seguano di fatto un’agenda indipendente e molto legata al contesto nazionale, hanno dimostrato negli anni di avere connessioni – soprattutto per quanto riguarda l’approvvigionamento militare – con la Repubblica islamica. Rifornimenti diretti da una parte del mondo Pasdaran.

I funzionari sauditi, annunciando il cessate il fuoco, hanno detto che temono che il SarsCoV2 possa diffondersi in Yemen, il Paese più povero del mondo arabo. Per ora c’è solo un caso confermato, ma gli operatori umanitari temono che un focolaio lì sarebbe devastante. E Riad è seriamente preoccupata dalla situazione epidemica.

I Paesi del Golfo vantano un’esperienza recente alle prese con un virus, la Mers del 2015 (una sindrome prodotta da un coronavirus che creava condizioni cliniche non troppo diverse da quelle attuali, ma con effetti più contenuti).

In Arabia Saudita circa 150 membri della famiglia reale potrebbero aver contratto in queste settimane il virus. Il governatore di Riyad, il principe Faisal bin Bandar bin Abdulaziz Al Saud, sarebbe in terapia intensiva con Covid-19.

Contemporaneamente, però, insieme alla preoccupazione sanitaria, gli stessi sauditi hanno rilanciato l’idea di dare spazio ai negoziati guidati dall’Onu. “L’offerta di cessate il fuoco è l’ennesimo segnale che l’Arabia Saudita stia cercando un’exit strategy”, commenta con Formiche.net Ludovico Carlino, MENA Senior Analyst at IHS Jane’s Country Risk: “Però temo che durerà veramente poco, perché gli Houthi sentono un vantaggio che non hanno mai avuto in questi anni, e d’altronde hanno fatto circolare una sorta di bozza sucome intendono loro la tregua, e non parlano del fronte interno”.

Gli Houthi dunque accetterebbero di fermare le armi per quel che concerne le azioni esterne – ossia gli attacchi diretti contro il territorio saudita, portati avanti con tecnologie offensive iraniane, che in passato hanno prodotto danni formidabili, come quando nel settembre 2019 colpirono due impianti petroliferi lungo la costa ovest saudita bloccando per metà a produzione del regno. Il fronte interno di cui parla l’analista di IHS Jane’s è quello che riguarda invece la ripartizione territoriale dello Yemen.

“I sauditi potrebbero accontentarsi di una ripartizione pseudo-federale del paese, ma ci sono i fronti aperti con i sudisti (che hanno il sostengo degli Emirati e sono uno degli elementi di attrito all’interno dell’alleanza Riad-Abu Dhabi, ndr). Poi c’è il governo”.

All’Arabia Saudita interessa l’aspetto securitario: Riad potrebbe volere una buffer zone al confine, per proteggersi dalla presenza Houthi e il disarmo almeno sui missili balistici (che sono quelli che hanno colpito il regno), dando in cambio un territorio ai ribelli: “Però non credo che gli Houthi siano disposti ad accettare una soluzione cosi netta” spiega Carlino.

“E poi ci sono due variabili imprevedibili legate alla crisi epidemica in corso”, aggiunge l’analista da Londra. “Quanto sarà colpita l’Arabia Saudita anche dal punto di vista economico? Quanto lo sarà l’Iran? Da un po’ si è registrato un aumento del sostegno iraniano agli Houthi, sebbene i ribelli seguano una linea abbastanza indipendente: quanto sarà possibile per Teheran, pesantemente colpito da SarsCoV2 continuare a passare rifornimenti?”.



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