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Disinformazione cinese e russa, ecco il report Ue (che cita Formiche)

Era atteso per martedì, il 21. È uscito oggi, venerdì 24. Ed è datato a mercoledì 22. Parliamo dell’atteso report del Servizio europeo dell’azione esterna sulle narrative e sulla disinformazione sulla pandemia di coronavirus Covid-19.

Il ritardo aveva causato polemiche e tensioni nell’Unione europea, tra politici e funzionari. Su Twitter l’eurodeputato tedesco Reinhard Bütikofer dei Verdi aveva paventato l’ipotesi che, in caso di ulteriori ritardi, qualcuno avrebbe diffuso il contenuto. Inoltre, aveva spiegato di essere in attesa del documento definitivo per confrontarlo con le bozze diffuso da diversi giornali martedì mattina. Nelle ore precedenti la pubblicazione la BBC aveva spiegato che i ritardi erano dovuti a timori per la reazione cinese. Ipotesi smentita da Peter Stano, portavoce del Servizio europeo dell’azione esterna, a Politico Europe, che ha spiegato che i ritardi “non sono determinati da fattori esterni”.

Come spiegato da Mathias Kolb del quotidiano tedesco Süddeutsche Zeitung, c’è soltanto una differenza rilevante tra le bozze e la versione definitiva. Manca il riferimento alle fake news cinesi circa deputati francesi che avrebbero utilizzato espressioni razziste nei confronti del direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità Tedros Adhanom Ghebreyesus.

Nel report si parla di “attività intenzionali e coordinate, spesso compiute da Stati o da attori sostenuti da Stati”, di “campagne coordinate in tutti gli Stati membri dell’Unione europea e nelle regioni limitrofe” per promuovere “informazioni false sulla salute e disinformazione sull’Unione europea e sui suoi partner, anche da parte di media stranieri e canali social media controllati da attori statuali”. Con rischi non soltanto per la libera d’informazione ma anche per la salute e la sicurezza pubbliche.

Gli obiettivi della disinformazione di media di Stato russi e outlet pro Cremlino sono due: da una parte “minare l’Unione europea e la sua risposta alle crisi”, dall’altra “seminare confusione sulle origini e sulle implicazioni del coronavirus”. Invece, la propaganda cinese punta a “deviare qualsiasi colpa per l’esplosione della pandemia” e sottolineare la campagna di aiuti bilaterale. Anche attraverso l’uso di bot, come abbiamo raccontato su Formiche.net con un articolo ripreso anche dal report odierno.

Nel rapporto, va detto, a parte l’editing sulle fake news cinesi sulla Francia e le attività dell’ambasciata di Pechino a Parigi, non c’è nulla di nuovo. Le accuse sono state respinte, racconta il Financial Times, della diplomazia cinese a Bruxelles che ha fatto capire come non sia il tempo della politica ma quello della cooperazione contro il coronavirus, e che anche Pechino è vittima di disinformazione.

Ma è da sottolineare il dato politico: nonostante i tentativi cinesi, l’Unione europea ha pubblicato un rapporto che fissa un punto (di partenza?) nella lotta alla disinformazione cinese e russa sul coronavirus.


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