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Acea, Enel, Eni e non solo. Il sistema partecipativo aiuta ad uscire dalla crisi. Parola di Pirani (Uiltec)

Gli addetti al lavoro e ben salvaguardati in tema di tutele e diritti senza far ricorso alla cassa integrazione. È il principio di base che regge l’ultima intesa che abbiamo sottoscritto con Eni. Ma accordi analoghi li abbiamo firmati nei giorni precedenti con i grandi gruppi che gestiscono i settori dell’energia, del gas e dell’acqua. Insomma, il sindacato e le grandi imprese impegnate all’unisono per non gravare sulla fiscalità generale e garantire efficienza e sostenibilità del sistema produttivo. Questo sistema partecipativo, caratterizzato da relazioni industriali avanzate e condivise, rappresenta la chiave di volta per aprire la fase di rilancio della produzione industriale appena terminata la fase emergenziale dovuta alla diffusione del virus Covid-19.

L’ACCORDO IN ENI 

L’intesa con Eni prevede in sintesi un piano di smaltimento del conto ore individuale e delle ferie di chi lavora per il periodo che va tra il mese di aprile e quello di giugno. Per il personale operativo nei siti industriali che lavora su turni continui e per quello impegnato su attività giornaliere si procederà all’attuazione di accordi locali che mantengano la stessa logica prevista dall’intesa nazionale. È bene ricordare che con la stessa Eni avevamo già concordato sin dalla fine di febbraio, dove era possibile, la pratica dello smart working e turnazioni diverse per chi lavora, necessario l’afflusso degli addetti in azienda e per garantire agli stessi le migliori condizioni di salute e sicurezza.

LA LOGICA DELLE INTESE COI GRANDI GRUPPI 

Ma abbiamo agito in modo analogo in tutto il settore dei servizi pubblici essenziali, in particolare in quello gestito nei comparti a cui di competenza della Uiltec, ovvero anche in quelli del gas, dell’elettrico e dell’idrico. Anche qui ci si è concentrati sulla salvaguardia della salute delle persone, garantendo il massiccio utilizzo di dispostivi di protezione individuale per la difesa dal contagi virale. Successivamente sono stati adottati tutti gli strumenti messi a disposizione dalla tecnologia, massimizzando l‘utilizzo dello smart working, mentre per quelle attività non praticabili da remoto, il sindacato ha condiviso con le aziende gli assetti minimi da tenere sui luoghi di lavoro, lasciando il resto degli addetti a casa in disponibilità, pronti ad intervenire in caso di emergenza. Successivamente si è resa necessaria la gestione  della fase conseguente, attraverso accordi aziendali che non prevedono l‘utilizzo di ammortizzatori sociali, sopratutto nelle aziende più solide dal punto di vista economico, al fine di lasciare i fondi messi a disposizione dal governo, ai lavoratori delle imprese più disagiate che si trovano nella impossibilita di adottare strumenti alternativi.

L’obiettivo è stato raggiunto, in quanto gli accordi nazionali siglati nel settore elettrico e più in generale nelle principali multiutility, contengono soluzioni avanzate che non pesano sulle casse pubbliche. Si sono realizzate intese che seguono tre principali linee guida: contributo dei lavoratori, contributo aziendale e solidarietà.

Alcuni di queste sono diventati modello di riferimento per tutto il settore dei servizi pubblici essenziali.

I CASI DI ENEL, ACEA, IREN, TERNA, SOGIN, ERG, TIRRENO POWER

Basti pensare all’accordo Enel che si regge sul contributo solidale di tutti i dipendenti del gruppo che donano giornate di ferie ai propri colleghi, a cui va sommato il contributo di una giornata di ferie per dipendente fornito dall’azienda. Si tratta di circa 30.000 giornate, che costituiscono un fondo comune a disposizione di tutti gli addetti del gruppo.

Applicando il medesimo orientamento ci si è mossi nelle principali multiutility (Acea, Hera, Iren) in cui, a fronte di alcuni giorni di ferie dei dipendenti, le aziende hanno fornito permessi retribuiti e contributi alla raccolta di ferie solidali.

Le medesime scelte si sono attuate in tutto il settore elettrico (Terna, Edison, Tirreno Power. Erg, Sogin) e in quello idrico come l’Acquedotto pugliese, solo per fare un esempio. Va sottolineato che in tutte queste aziende il sindacato ha concordato l’accensione di polizze assicurative per i lavoratori che dovessero contrarre il virus dilagante in questa difficile fase di emergenza sanitaria.

Di fatto ora esistono vere e proprie cabine di regia, istituite dal sindacato con le controparti, a livello di settore e a livello aziendale, necessarie a  garantire sia la gestione del momento di emergenza, che il rapido riavvio economico e  produttivo appena sarà possibile.

LA FORZA DEL SISTEMA PARTECIPATIVO 

È evidente che attraverso il sistema partecipativo esistente nei grandi gruppi del settore energetico, come in quello del settore chimico-farmaceutico, si potranno identificare le buone pratiche utili non solo a far uscire il Paese dall’emergenza sanitaria ma per garantire il necessario rilancio dell’industria nazionale.



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