Approvato dal Consiglio dei ministri il decreto legge sulla scuola. Secondo una bozza circolata nelle ultime ore, ci sono due possibili scenari sopratutto per quanto riguarda l’esame di maturità. Tutto dipenderà da cosa accadrà fino al 18 maggio: nel caso in cui si torni in classe entro questa data, l’esame di Stato si terrà ma con una commissione composta da professori interni e dal presidente esterno, come aveva già anticipato il ministro Lucia Azzolina pochi giorni fa. È prevista, inoltre, la sostituzione della seconda prova a carattere nazionale con una prova predisposta dalla singola commissione di esame affinché la stessa sia aderente alle attività didattiche effettivamente svolte nel corso dell’anno scolastico e sulle specifiche discipline di indirizzo. Nel caso in cui l’attività didattica non riprenda entro quella data per ragioni sanitarie, salteranno gli esami scritti e saranno sostituiti con un unico colloquio in via telematica.
IL COMMENTO DELL’UNIONE STUDENTI
“Dopo settimane di tavoli, incontri e pressione, abbiamo ottenuto dalla ministra Azzolina le modifiche che chiedevamo per l’esame di maturità”, ha dichiarato la coordinatrice nazionale dell’Unione degli Studenti Giulia Biazzo in una nota. “Come proponevamo, tutti gli studenti saranno ammessi all’esame perché non si è potuto garantire a tutti di fare lezione e recuperare le insufficienze – continua Biazzo – chiaramente ciò accoglie anche la proposta di non mantenere i Pcto e le prove Invalsi come requisito per l’ammissione”. “Abbiamo ottenuto l’eliminazione della seconda prova nazionale dal momento che ogni classe ha svolto il programma in maniera differente. Se si rientrerà a scuola entro il 18 maggio sarà diversa per ogni classe poiché preparata dalla commissione interna – conclude Biazzo – se invece il 18 maggio le scuole non dovessero riaprirsi sarà la materia caratterizzante ad essere affrontata all’orale come unica prova d’esame. Per tutte le altre classi abbiamo ottenuto l’ammissione all’anno scolastico successivo: nessun bocciato e nessuno che verrà penalizzato dal virus. Ora bisogna garantire a tutti di poter recuperare le insufficienze a settembre!”.
LE CRITICHE DEL SINDACATO
Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, commenta così l’approvazione del decreto scuola: “Considerata la straordinarietà della situazione di emergenza e l’approssimarsi della fine dell’anno scolastico, comprendiamo la necessità di adottare misure in tempi rapidi, ma ciò non giustifica il mancato coinvolgimento delle organizzazioni sindacali rappresentative di un milione di lavoratrici e lavoratori del mondo della scuola. Dopo il confronto della scorsa settimana, ci auguravamo che la ministra Azzolina convocasse un incontro specifico sui contenuti del provvedimento varato oggi in Consiglio dei ministri. Ancora una volta, dunque, constatiamo con amarezza che è stato deciso di procedere unilateralmente”. “Anche in questa situazione di emergenza – evidenzia Di Meglio – il valore legale dei titoli di studio rilasciati andrebbe in qualche modo preservato. Desta quindi preoccupazione la decisione di generalizzare le ammissioni alle classi intermedie e di ridurre l’esame conclusivo del primo ciclo a un banale elaborato, senza peraltro alcuna garanzia di autenticità”.