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L’Europa è in coma e il profilo Instagram di Di Maio ne è la prova

Prima certezza: Luigi Di Maio è il ministro per gli Affari Esteri della Repubblica Italiana.

Seconda certezza: come per tutti i politici della sua generazione si esprime innanzitutto attraverso i social, che hanno preso il posto della Tv nella classifica dei mezzi d’informazione preferiti per il semplice fatto che lì sei (o almeno credi di essere) editore di te stesso.

Terza certezza: osservando con attenzione il profilo Instagram del ministro Di Maio si ottiene la prova documentale precisa al millimetro dello stato di salute (politica) dell’Europa, che possiamo così riassumere: coma profondo.

Il ministro infatti è impegnato da settimane nella narrazione precisa (ed anche un po’ enfatica, per la verità) degli aiuti e delle forniture di strumenti medici che arrivano in Italia, spesso con voli speciali che lui stesso va ad accogliere in aeroporto.

Ecco dunque l’impietosa sequenza (andando a ritroso) che certifica l’irrilevanza dell’Europa, che peraltro Di Maio sottolinea con una certa soddisfazione.

Cominciamo da ieri, con un post dedicato agli aiuti giunti dalla Romania (!), che peraltro è paese Ue. Quindi, tutto sommato un punto a favore di Bruxelles.

L’altro ieri però l’attenzione va (4 foto) al volo arrivato a Roma con materiali vari dagli Emirati Arabi Uniti, sottolineato dal ministro con tanto di ringraziamento al collega Abdullah Bin Zayed Al Nahyan.

Il 5 aprile c’è invece la foto di un Boeing 777 con 40 tonnellate di aiuti cinesi (atterrato a Palermo), ma c’è anche la notizia di 4 camion donati alla Croce Rossa Italiana dalla Fondazione Jack Ma e dalla Fondazione Ali Baba (cioè la stessa cosa), quindi sempre dalla Cina.

Il giorno prima, 4 aprile, è la volta di aerei in arrivo da Ucraina ed Egitto, mentre seguono poi due giorni con interviste riportate in forma di post: il 3 a Der Spiegel “Davanti al Virus nessuna ha colpe, l’Europa risponda” e il 2 aprile al Tg5, toni garbati ma non certo favorevoli all’Unione Europea.

Il primo aprile ecco un volo con aiuti dalla Turchia, Paese in dialettico rapporto, per essere gentili, con il Vecchio continente: per chi ha dubbi si consiglia di chiedere al governo di Atene.

Passiamo così al mese di marzo che, andando all’indietro, inizia con l’ultimo giorno, cioè il 31, con una intervista a Fanpage: “L’Ue ci lasci spendere tutto ciò che serve ad aiutare gli italiani”.

Il 30 marzo il ministro accoglie con soddisfazione l’annuncio americano di aiuti per 100 milioni di dollari, mentre il 29 pubblica il video (particolarmente efficace) del primo ministro albanese che annuncia gli aiuti in partenza verso l’Italia, aiuti che sono arrivati il giorno prima con volo da Tirana che viene prontamente immortalato e pubblicato (4 foto e 1 video).

Il 28 marzo è la volta di EuroNews: “L’Europa non può ignorare la richiesta di aiuto dell’Italia”.

Il 27 invece si dà notizia di un carico di sei milioni di mascherine arrivate nottetempo a Fiumicino dalla Cina e prontamente sdoganate dai funzionari italiani.

Il giorno prima, 26 marzo, c’è un’intervista al Tg1: “Siamo un popolo che ha sempre dato all’Unione Europea, ora è il momento di ricevere”.

Andiamo al 24 marzo, dove troviamo l’annuncio di un volo Neos atterrato a Malpensa con 25 tonnellate di materiali provenienti dalla Cina.

Il 23 invece Di Maio parla di 100 milioni di mascherine in arrivo, per poi citare aiuti da Cina, Egitto e Brasile, mentre il 22 è il grande giorno dell’orgoglio russo, con nove aerei atterrati a Roma carichi di materiali (e soldati) inviati da Putin.

Il 22 c’è persino uno schemino colorato che parla di 109,5 milioni di mascherine in arrivo, di cui 107,5 da fuori Ue (Cina, Egitto, India, Russia e Brasile) e 2 dall’Europa.

Ci possiamo fermare qui.

L’Europa è in coma profondo e al nostro ministro per gli Affari Esteri non dispiace affatto.

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