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Golden Power, ecco tutte le novità nel decreto del governo

Il governo amplia lo scudo a difesa delle imprese strategiche. Come annunciato dal premier Giuseppe Conte nella conferenza stampa serale, l’esecutivo ha rafforzato il golden power contro le scalate ostili nel nuovo “Decreto Liquidità”.

“Abbiamo dotato il Paese di uno strumento molto efficace per tutelare tutte le imprese che svolgono una qualche attività di minimo rilievo strategico per il nostro paese, abbiamo potenziato lo strumento che tecnicamente si chiama golden power – ha detto Conte – potremo controllare operazioni societarie, scalate eventualmente ostili, non solo nei settori tradizionali delle infrastrutture critiche e della difesa, ma anche in quello finanziario, creditizio, assicurativo, energia, acqua, trasporti, salute, sicurezza alimentare, intelligenza artificiale, robotica, semiconduttori, cybersicurezza. Tutti questi settori saranno presidiati”.

Come sottolineato da Conte, i nuovi poteri speciali del governo copriranno un ampio ventaglio di settori. L’articolo 15 in particolare racchiude i seguenti.

Le infrastrutture critiche (a), siano esse fisiche o virtuali, tra cui l’energia, i trasporti, l’acqua, la salute, le comunicazioni, i media, il trattamento o l’archiviazione di dati, le infrastrutture aerospaziali, di difesa, elettorali o finanziarie, e le strutture sensibili, nonché gli investimenti in terreni e immobili fondamentali per l’utilizzo di tali infrastrutture.

Le tecnologie critiche (b) e prodotti a duplice uso quali definiti nell’articolo 2, punto 1, del regolamento (CE) n. 428/2009 del Consiglio (15), tra cui l’intelligenza artificiale, la robotica, i semiconduttori, la cibersicurezza, le tecnologie aerospaziali, di difesa, di stoccaggio dell’energia, quantistica e nucleare, nonché le nanotecnologie e le biotecnologie.

La sicurezza dell’approvvigionamento (c) di fattori produttivi critici, tra cui l’energia e le materie prime, nonché la sicurezza alimentare.

L’accesso a informazioni sensibili (d), compresi i dati personali, o la capacità di controllare tali informazioni. E infine (e),  i settori attinenti la libertà e il pluralismo dei media.

Inoltre, al fine di contrastare l’emergenze epidemiologica del Covid-19 e fino al 31 dicembre 2021, la nuova norma estende l’obbligo di notifica agli acquisti di partecipazioni, da parte di soggetti esteri non appartenenti all’Unione europea che attribuiscono una quota dei diritti di voto o del capitale almeno pari al 25 per cento (soglia alzata dal precedente 10% per le operazioni che superano un milione di euro), tenuto conto delle azioni o quote già direttamente o indirettamente possedute.

L’obbligo di notifica si estende a tutti gli acquisti a qualsiasi titolo di partecipazione da parte di soggetti di uno Stato estero, inclusi, in via transitoria fino al 31 dicembre 2020, quelli appartenenti all’Ue, spiega il decreto, “di rilevanza tale da determinare l’insediamento stabile dell’acquirente in ragione dell’assunzione del controllo della società la cui partecipazione è oggetto dell’acquisto”.

Una previsione, questa, che alza dunque l’asticella anche per le operazioni infra-Ue, come chiedeva da tempo il vicepresidente del Copasir e senatore di Fratelli d’Italia Adolfo Urso, che in queste settimane ha messo in guardia da movimenti sul mercato di imprese europee dirette concorrenti di quelle italiane.

Il decreto racchiude la possibilità per il Governo di aprire il procedimento d’ufficio, se le imprese non assolvono agli obblighi di notifica previsti.

Quanto alla Consob, il decreto prevede per l’authority la possibilità di fissare, “con provvedimento motivato da esigenze di tutela degli investitori nonché di efficienza e trasparenza del mercato del controllo societario e del mercato dei capitali” e comunque “per un limitato periodo di tempo”, una soglia aggiuntiva del 5% per le società “ad azionariato particolarmente diffuso”.

Un altro elemento di interesse è nell’articolo 16, paragrafo 2, lettera e. Il governo, si legge nel decreto licenziato dal Cdm, al fine di “richiedere a pubbliche amministrazioni, enti pubblici o privati, imprese o altri soggetti terzi che ne siano in possesso, di fornire informazioni e di esibire documenti”, può stipulare convenzioni o protocolli di intesa “con istituti o enti di ricerca”.

“Sicuramente è da accogliere positivamente che il governo, in previsione della crisi economica che seguirà quella sanitaria, abbia esteso l’applicazione del golden power ad altri settori che potrebbero risultare appetibili per attori internazionali durante e dopo il periodo emergenziale – commenta a Formiche.net Stefano Mele, partner dello Studio legale Carnelutti e presidente della Commissione sicurezza cibernetica del Comitato atlantico italiano – positiva è anche l’estensione ad altri soggetti europei, perché ormai questo genere di minacce non proviene più solamente da attori internazionali”. “Si tratta, d’altronde – conclude l’esperto – di un provvedimento in linea con quelli presi da altri Stati europei, come la Spagna, per proteggere il tessuto economico dalle scalate ostili”.

La pubblicazione della norma sul golden power all’interno del “Decreto liquidità” sembra inoltre venire incontro ai rilievi mossi da due membri di rilievo della maggioranza nel Copasir, il deputato del Movimento Cinque Stelle Antonio Zennaro e il deputato del Pd Enrico Borghi, che in questi giorni avevano sottolineato l’opportunità di una discussione parlamentare per un aggiornamento così significativo. La scelta di non inserire gli articoli relativi in un dpcm ma in un decreto legge va dunque nella direzione di favorire un passaggio in Parlamento su un tema sensibile come lo scudo per gli asset strategici.



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