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Vi spiego le scelte del governo su Golden Power (e non solo). Parla Fraccaro

Il governo serra le file e prepara il sistema economico ad affrontare un periodo difficile. L’ultimo meccanismo in ordine di tempo ad essere stato irrobustito è il Golden Power. Ma rafforzare l’esercizio dei poteri speciali (Golden Power) non basta secondo il sottosegretario di Stato alla presidenza del Consiglio dei ministri, Riccardo Fraccaro. Intervistato da Formiche.net, conferma che “il ruolo del Gruppo di coordinamento sarà fondamentale per vigilare correttamente” sulle aziende italiane più esposte che mai a scalate ostili. L’esecutivo ha scelto di inserire pro tempore molti settori (come agroalimentare, farmaceutico e tecnologico) prima esclusi dalla normativa riservata alle aziende ritenute strategiche, e secondo Fraccaro, non è detto che una volta terminata l’emergenza il governo “alla luce del quadro futuro” non decida “di estendere” la tutela anche a queste realtà. Con questa mossa, Palazzo Chigi si muoverà sempre più nell’ambito dell’Intelligence: “Con il nuovo Golden Power il governo potrà intervenire d’ufficio, anche rispetto a operazioni non notificate, facendo quindi ricorso agli strumenti di Intelligence”. Quanto a organismi dedicati alla tutela dell’intelligence economica, sulla scia di quelli già presenti negli Usa o in Francia, “l’Italia è pronta ad adottare ogni ulteriore meccanismo utile in tal senso”.

Sottosegretario, nel decreto Liquidità è stato inserito un ampliamento della normativa relativa al Golden Power, pensa che basti per tutelare le aziende italiane in questo momento di debolezza del sistema?

La nuova norma sul Golden Power è una misura senza precedenti che questa fase di emergenza impone di adottare per tutelare gli asset del Paese. Abbiamo ampliato i settori, ricompreso le Pmi ed esteso l’applicazione anche all’interno dell’Ue, aumentando al contempo gli obblighi di comunicazione per le operazioni di acquisto e prevedendo la possibilità di agire d’ufficio. In questo modo abbiamo blindato le aziende strategiche dell’economia nazionale da ogni tentativo di scalata ostile.

Una novità introdotta dal decreto è la possibilità di applicare le norme anti scalata anche a operazioni con soggetti Ue. C’è il timore di scalate ostili da parte di realtà del Vecchio continente?

In questa fase di turbolenza legata al coronavirus dobbiamo mettere in sicurezza il nostro patrimonio produttivo e industriale da ogni possibile mira predatoria, da qualunque parte arrivi. Anche all’interno dell’Europa possono esserci gruppi che hanno finalità speculative, e come governo abbiamo il dovere di impedirlo mettendo in sicurezza le nostre aziende da ogni attacco.

Guardando a realtà straniere come Stati Uniti e Francia, esistono degli organismi che vigilano stabilmente sulle operazioni economiche che avvengono all’interno dei confini statali, con una connessione continua con l’Intelligence. Pensa che anche l’Italia dovrebbe dotarsi di tali meccanismi?

Il sistema-Paese, grazie al coordinamento costante tra le diverse strutture esecutive, di vigilanza e di Intelligence, ha un proprio sistema di monitoraggio delle operazioni economiche. Inoltre, con il nuovo Golden Power il governo potrà intervenire d’ufficio, anche rispetto a operazioni non notificate, facendo quindi ricorso agli strumenti di Intelligence. Ciò premesso, l’Italia è pronta ad adottare ogni ulteriore meccanismo utile in tal senso.

L’emergenza coronavirus ci ha messi nelle condizioni di dover ritenere strategiche delle attività di approvvigionamento e di servizi che non ritenevamo tali. Costringendoci a fare un ragionamento sul lungo periodo e sul futuro. Le materie poste solo temporaneamente all’interno del Golden Power potrebbero in un lavoro di strategia di lungo termine restare stabilmente all’interno della normativa GP?

L’emergenza che stiamo affrontando richiederà, necessariamente, di ripensare i modelli produttivi e di sviluppo adottati finora. Si dovrà sempre più ragionare in termini di filiera e considerare strategici settori come quello agroalimentare, finanziario, sanitario e le tecnologie avanzate. Settori inseriti nel novero degli ambiti tutelati dal nuovo Golden Power che, alla luce del quadro futuro, potremmo decidere di estendere.

Rendere più robusto il Golden Power è stato un provvedimento fortemente sollecitato anche dal Copasir. Tuttavia, oggi alcuni esperti ritengono che l’applicazione del Golden Power in questi anni non abbia funzionato bene in Italia. A suo avviso è una questione di poco coordinamento tra gli attori che sono chiamati a vigilare o è dovuta ad altro?

Il governo ha avvertito la necessità di irrobustire la normativa sul Golden Power già a settembre, con un decreto che ha esteso l’ambito operativo. Ora con la nuova normativa abbiamo ulteriormente rafforzato l’esercizio dei poteri speciali ma anche il ruolo del Gruppo di coordinamento che sarà fondamentale per vigilare correttamente.

Il Golden Power è uno strumento utile, che però agisce ex post. Quali altri strumenti di deterrenza contro le scalate ostili lo Stato può mettere in campo? Si può immaginare un ruolo di Cassa depositi a sostegno delle imprese nel mirino di attori ostili, come succede in altri Paesi Ue?

Lo Stato deve tornare a fare lo Stato, con un intervento pubblico nei settori strategici dell’economia da cui dipende anche la sicurezza nazionale. In questi anni, il ruolo di Cdp è stato senza dubbio fondamentale per sostenere le imprese e anche in questa fase sta supportando in maniera egregia il tessuto produttivo. Di fronte alla crisi causata dal Coronavirus è senza dubbio necessario mettere in campo ogni strumento.

Parliamo di un settore strategico come l’aerospazio (di cui lei ha la delega). L’agenzia di rating Moody’s ha aggiornato da “stabile” a “negativo” l’outlook per l’aerospazio, con ripercussioni anche per il comparto difesa. L’Italia che strumenti ha a disposizione per evitare una crisi del settore?

Con il decreto liquidità abbiamo stanziato 400 miliardi che naturalmente andranno anche al settore aerospaziale. Inoltre, stiamo coordinando con Asi ed Esa diverse misure a supporto delle aziende, che garantiscano loro ossigeno in questo momento di difficoltà. E come governo siamo pronti ad adottare misure ad hoc coordinandoci con le associazioni di settore.

Come opera, al tempo del coronavirus, il Comitato interministeriale per l’aerospazio (Comint), che lei presiede, e che misure ha intenzione di promuovere per favorire la stabilità del sistema?

Il Comint continua a operare attraverso un continuo coordinamento tra le amministrazioni, anche da remoto. Abbiamo seguito con attenzione l’investimento fino a 21 milioni di euro del Fondo Nazionale per l’innovazione in Primo Space, il primo fondo italiano dedicato al settore aerospaziale. Daremo grande sostegno alle start up, che in questo momento di crisi vanno sostenute.

L’aerospazio è uno dei settori che garantiscono sovranità tecnologica. Rischiamo di perdere delle parti del nostro piccolo, ma efficiente, comparto, a suo avviso?

È un rischio che non dobbiamo correre, stiamo lavorando con il coinvolgimento di tutti gli attori in gioco per garantire la tenuta del sistema. Il governo è costantemente impegnato in questo e continuerà a presidiare con la massima attenzione il settore.

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