Quattro miliardi di persone, in più di 90 stati, sono confinate in casa per la pandemia da Covid-19. Con buona parte del mondo in lockdown lo è anche il mercato. I consumi sono calati e anche cambiati.
In questo primo trimestre del 2020 la trasformazione è stata veloce e anche un po’ traumatica. È molto interessante che questa modifica nelle abitudini dei consumatori non abbia riguardato un unico Paese o continente, ma è globale. Una caratteristica che potrebbe aiutare i brand ad adeguarsi a questa situazione, che rimarrà anche dopo la fine della pandemia.
Secondo la multinazionale Nielsen basta dare guardare il nuovo carrello della spesa. Molti prodotti di prima necessità hanno guadagnato spazio, con l’aumento della domanda. Questi prodotti sono, per esempio, tonno in scatola (71%), la carta igienica (+37%), biscotti (+31%), detersivo per i vestiti (+26%) e latte a lunga conservazione (+23). Invece sono scomparsi – per ora – gli elettrodomestici (-9%), cosmetici (-7%), whiskey (-5%) e giocatoli (-4%). Si manterranno gli acquisti (recenti) di gel antibatterico, disinfettante, vitamine e prodotti naturali, nonché purificatori di aria.
In questa nuova vita in quarantena le vendite online sono all’ordine del giorno. I dati dell’agenzia di ricerca di mercato Ipsos sostengono che negli Stati Uniti, ad esempio, l’aumento degli acquisti tramite internet sono aumentati del 161,4%. La frequenza di questi acquisti digitali è aumentata del 25%.
Nuovi comportamenti di consumo che probabilmente sono arrivati per restare. La società di consulenza e analisi Kantar ha elaborato un’analisi con la quale identifica i tratti del consumatore post Covid-19 che saranno constanti, anche dopo la fine della quarantena. Per dare supporto a queste previsioni hanno guardato quanto sta succedendo nei mercati cinesi, dove la pandemia ha quasi finito il proprio ciclo.
Secondo Kantar, dunque, il cliente post Covid-19 pagherà quasi sempre con carte di credito e bancomat. Addio ai soldi in contanti. Rosie Hawkins, chief offer e innovative officer/insights di Kantar, ha spiegato a Warc che si sta verificando l’abbandono del denaro in cash. Molte persone stanno usando per la prima volta la banca online, per cui ci potrebbe essere una rinascita dell’e-commerce per molte aziende.
Un’altra traccia svelata da Kantar sostiene che i consumatori hanno ridotto gli acquisti di prodotti di lusso e pensano di continuare per fare fronte alla crisi economica. In Cina, si è ridotto il 61% dei consumi, eliminando completamente le spese per prodotti e servizi considerati di lusso. Il 21% spera di mantenere questo trend una volta che è tutto finito.
C’è chi, però, è più ottimista, come l’agenzia di consulenza Boston Consulting Group, che prevede una caduta (soltanto) del 30% nei consumi del mercato del lusso per il 2020.
“Gli acquirenti cinesi stanno recuperando gradualmente la fiducia – si legge nel report di McKinsey – e si prevede un recupero totale dei livelli di spesa nei prossimi mesi”. Circa il 49% degli intervistati per il sondaggio dice di essere ottimista su un recupero economico in due o tre mesi (a febbraio era il 44%), mentre i più pessimisti sono il 6% (a febbraio l’1%).
Lo studio McKinsey sostiene che il 70% della popolazione farà più attività fisica e mangerà più sano, aumenterà l’e-commerce (purtroppo grazie anche alla chiusura di molti negozi fisici). La tendenza sarà verso l’acquisto, comunque, ma in un modo completamente nuovo.