Arriverà il tempo della ricostruzione. Siamo ancora nel pieno dell’emergenza sanitaria, ma la preoccupazione va a come dovremo uscire dalla recessione provocata dalla diffusione del virus Covid 19.
PRIMA GLI INVESTIMENTI
Fin da ora si può anticipare che saranno necessarie due azioni strutturali per rilanciare l’economia in tempi brevi e senza indugi: una definizione della scala delle priorità degli interventi finanziati dal settore pubblico e una serie di interventi per permettere ai settori pubblico e privato di realizzare investimenti nel più breve tempo possibile.
Per quanto concerne gli interventi finanziati dal settore pubblico occorre sostenere quelle realtà che non possono reperire finanziamenti privati in questa situazione di estrema incertezza. In particolar modo si tratta di quelle tipologie di investimento che abilitano la trasformazione dell’industria verso la digitalizzazione e verso Industria 4.0 e che possano essere supportate da schemi di finanziamento comunitario o da agevolazioni di spesa. Allo stesso tempo bisognerà supportare quelle tipologie di investimento utili alla trasformazione dell’industria italiana verso la sostenibilità e la circolarità e che possano essere realizzabili da schemi di finanziamento Ue, o rientrare tra le spese previste dalla pianificazione inerente il Green Deal.
Per quanto riguarda la rapidità dell’azione del pubblico e del privato, riteniamo che il legislatore debba almeno temporaneamente sospendere l’applicazione di alcune regole e vincoli che ad oggi rallentano le decisioni di investimento degli operatori, tra cui alcuni dettami del codice degli appalti, alcune procedure dell’Anac, o alcuni requisiti europei. Serve, come viene ricordato da più parti, una risposta straordinaria, come per la ricostruzione del Ponte Morandi di Genova. Un altro esempio virtuoso di intervento straordinario è quello dell’organizzazione per la ricostruzione “post terremoto” dell’Emilia-Romagna.
La portata e la straordinarietà dell’emergenza giustifica tutte le azioni temporanee che snelliscano i procedimenti burocratici in tempi certi in modo da iniettare velocemente nel sistema economico interventi anticiclici che possano rallentare la decrescita e impedire impatti permanenti sull’occupazione. A riprova di quanto sopra, anche la Commissione europea ha definito un temporaneo rilassamento delle severe regole sugli aiuti di Stato che ne hanno contraddistinto l’azione, proprio per poter garantire ai membri della Ue spazio d’azione più veloce.
LE INFRASTRUTTURE DI RETE
Soprattutto nel campo delle infrastrutture di rete è indispensabile battere un colpo. Ed è indispensabile favorire una politica di sistema verticale che determini la crescita delle filiere made in Italy di fornitori di beni e servizi,per i settori strategici come Energia o Difesa, introducendo nelle gare d’appalto requisiti di qualità, di affidabilità storica e modalità last call nella valutazione delle offerte. Nel campo dei gruppi che operano nel ciclo idrico occorrerà prevedere delle premialità specifiche rivolte a chi effettua investimenti nel settore idrico di natura straordinaria, così come già successo in altri settori. O alienazione delle società pubbliche più frammentate per generare cassa per gli enti locali e promuovere una gestione efficiente e resiliente del settore.
LE IMPRESE DISTRIBUTRICI DI ENERGIA
Ci vogliono investimenti rivolti ad aziende che operano nei settori della distrubuzione del gas o della elettricità a partire dall’ammodernamento della rete. Tanto per fare un esempio, è necessario definire una nuova linea di azione sull’estrazione del metano dell’Adriatico, fonte energetica che è comunque compatibile con la transizione energetica e che comunque lo è in questo momento specifico in cui dobbiamo ancora uscire da combustibili più impattanti in termini di inquinamento come carbone e petrolio.
La massimizzazione dell’estrazione del metano in Adriatico offrirebbe opportunità per il sistema industriale italiano, approvvigionamenti a costi più bassi, royalties per lo Stato e Enti locali, risparmi nelle importazioni dall’estero. L’importanza del gas naturale nel quadro della ripresa economica è un paradigma perfetto di come la tutela degli interessi strategici deve prevedere, oltre allo sforzo di difesa degli assetti societari nei settori della difesa e della sicurezza nonché per le attività di rilevanza strategica nei settori dell’energia, dei trasporti e delle telecomunicazioni anche la protezione e la valorizzazione delle risorse e delle materie prime nazionali.
IL SETTORE AMBIENTALE
Anche in ambito ambientale occorre darsi da fare. Esiste la necessità di impianti di recupero e riciclo su tutto il territorio nazionale a supporto del paradigma dell’economia circolare. Altresì c’è la necessità di impianti di trattamento e il potenziamento degli esistenti in particolare nelle aree in cui il sistema regionale è in crisi e comunque a supporto dell’economia circolare per trattare le frazioni non riciclabili o i rifiuti pericolosi.
LE INFRASTRUTTURE MATERIALI E DIGITALI
E tanto c’è da investire nel settore autostradale, in quello del trasporto i termodale, nel rafforzamento delle infrastrutture materiali in genere. Questo periodo di emergenza sanitaria e la necessità,per esempio, di praticare in modo diffuso lo smart working, ha dimostrato il bisogno fondamentale di investire in infrastrutture digitali. Purtroppo, è dimostrato che gli investimenti in innovazione calano quando c’è recessione e questa è la realtà che ci aspetta da qui a breve. Ma su digitale occorrerà insistere. Ma il tempo che verrà sarà per l’industria l’era della conversione.
L’ECONOMIA CIRCOLARE
Alcuni comparti industriali a livello nazionale dovranno proprio sfruttare l’occasione del supporto pubblico per convertire i propri modelli di business e le proprie attività in soluzioni che abilitino le opportunità di economia circolare. Quando ascoltiamo con sempre più frequenza parlare di ricostruzione quelli che sanno di industria hanno ben chiara la prospettiva: ci vuole una fase di transizione basata su una concreta riconversione industriale.