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Perché investire in Difesa. Il messaggio del Pentagono per 25 anni di Gps

“Ciò che inizia il suo sviluppo come tecnologia per la Difesa, non solo protegge la nostra sicurezza, ma aumenta anche la crescita economica”. È il messaggio del capo del Pentagono Mark Esper in occasione, il 27 aprile, del 25esimo anniversario del Gps, il sistema americano di navigazione satellitare. Un’occasione utile per celebrare l’infrastruttura satellitare, ma anche per lanciare un messaggio nel mezzo del dibattito che attraversa gli Stati Uniti (e come loro, anche l’Italia) sul futuro della Difesa, un settore strategico che non può essere sacrificato dall’attesa revisione dei bilanci pubblici.

DALLA DIFESA ALL’ECONOMIA

D’altra parte, il Gps è spesso uno dei primi esempi di chi vuole spiegare il dual use e le ricadute benefiche degli investimenti nel settore della Difesa sull’intero sistema economico. Sviluppato per determinare il posizionamento dei militari sul campo di battaglia, il sistema di puntamento satellitare è divenuto in pochi anni parte della vita di milioni di persone in tutto il mondo. Dalle auto ai cellulari, dalla logistica ai trasporti, il Gps è imprescindibile per buona parte del globo. Ha anticipato di un anno il Glonass russo e di molto il sistema europeo Galileo, in operatività del 2013. Ora, per Mark Esper è la dimostrazione di cosa vuol dire investire nella Difesa, soprattutto in vista dell’annunciata crisi economica.

L’INDUSTRIA PER LA RIPARTENZA

Già da fine marzo, il Pentagono (che per il 2020 si è già visto autorizzare una spesa da 730 miliardi di dollari) ha messo in atto misure significative per affrontare l’emergenza sanitaria e tutelare il comparto a stelle e strisce, affrontando prima di tutto il problema della liquidità a breve termine per le imprese. E così, il dipartimento guidato da Mark Esper ha aumentato i pagamenti progressivi sui contratti in essere, dall’80 al 90% dei costi per le grandi aziende e dal 90 al 95% per le medie e piccole. Ha inoltre accelerato i pagamenti ai prime contractor, chiedendo loro di fare lo stesso sulle rispettive filiere. La partita più delicata riguarda tuttavia il lungo periodo, dove anche negli Usa si temono tagli al budget della Difesa come fu per la sequestration (con tetti alla possibilità di spesa) che seguì la crisi finanziaria del 2008.

I TIMORI PER IL BUDGET

Esper è a lavoro proprio in questo senso, con l’obiettivo di preservare il bilancio del Pentagono. Dalle rappresentanze industriali sono già arrivati appelli nella stessa direzione, a cui l’amministrazione è parsa rispondere con attenzione. Anche perché oltreoceano è radicata la consapevolezza di un mondo destinato, dopo il Covid-19, a essere più insicuro e competitivo, soprattutto nel confronto con la Cina. Già prima dell’emergenza, i documenti strategici della Difesa americana puntavano al generale ammodernamento dello strumento militare per far fronte al ritorno alla competizione tra grandi potenze. La spinta è aumentata negli ultimi giorni, tra alti vertici militari a chiedere un’accelerazione sull’ipersonico, e funzionari del Pentagono a chiedere attenzione proprio per l’infrastruttura Gps.

IL CASO LIGADO

Quest’ultimo aspetto è al centro di un acceso dibattito negli Usa, connesso al cosiddetto caso “Ligado”. La scorsa settimana, a dieci anni dalla richiesta, l’azienda Ligado Networks ha ottenuto dalla Federal communication commission (Fcc) l’autorizzazione a operare con i propri satelliti nella banda L dello spettro radio. Peccato che in tutti questi anni il Pentagono (insieme a tante altre agenzie federali) abbia avvertito sul rischio di interferenze per il sistema Gps. Ad accendere la miccia per un nuovo scontro, un paio di settimane prima, erano state le rivelazioni del sito specializzato C4IsrNet sull’imminente autorizzazione, la quale sarebbe stata spinta direttamente dalla Casa Bianca. Nonostante l’intervento di membri di spicco del Congresso (qui un focus), l’autorizzazione è alla fine arrivata, non senza la manifestazione di disaccordo da parte di Esper.

L’ANNIVERSARIO DEL GPS

Un disaccordo che ieri si è intrecciato al quarto di secolo del Gps, non a caso celebrato ampiamente dai vertici militari americani. Tra tutti, c’è anche il generale Jay Raymond, comandante della nuovissima US Space force che sul caso Ligado era apparso un po’ in disparte. “L’obiettivo costante della Space force per la costellazione Gps è assicurare che rimanga il riferimento aureo per la navigazione e il posizionamento globale satellitare”, ha detto ricordando i nuovi compiti della sesta Forza armata degli Stati Uniti. Tra questi rientra la sicurezza delle infrastrutture satellitari, e dunque anche del Gps.

IL SISTEMA

Il sistema è divenuto pienamente operativo il 27 aprile del 1995. Con i primi satelliti in orbita, era stato già utilizzato nel 1990 e nel 1991 per le operazioni Desert Shield e Desert Storm tra Kuwait e Iraq nella Guerra del Golfo. Gli avanzamenti tecnologici si sono palesati una decina di anni più tardi nelle operazioni Enduring Freedom e Iraq Freedom, guidando attacchi di precisione al fine di ridurre i danni collaterali. Precisione che è aumentata nel tempo man mano che sono avanzate le generazioni del Gps, un’infrastruttura che oggi può contare su 31 satelliti. La terza è partita nel dicembre del 2018 con il lancio del satellite Vespucci, raggiunto lo scorso mese dal gemello Magellan. Promettono di migliorare sicurezza e precisione per scenari operativi in profonda evoluzioni. Sono inoltre dotati di strumenti di precisione anti-jamming poiché, come è ormai evidente, la guerra è anche nello Spazio.



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