Massima incertezza. L’ultima rilevazione Radar Swg offre uno spaccato del Paese a metà strada tra il vissuto individuale e la percezione degli effetti economici dettati dell’emergenza coronavirus. Da un lato vengono perimetrate, con maggiore precisione le possibilità di movimento individuali per le prossime settimane, ma dall’altro si incrementano non poco le difficoltà (anche sociali) nel gestire le norme da lockdown.
LE DUE FACCE DELL’ITALIA
L’Italia mostra due facce, diverse e distanti, tra chi propende senza dubbio per la totale riapertura con un Paese pronto per la Fase 2 e chi no. È alto quindi il senso di insicurezza relativo agli aspetti più elementari della vita quotidiana, ma di contro l’economia non può più attendere e si apre lo spiraglio di dare slancio a qualche forzatura, al fine di consentire alle aziende di ripartire.
Circa il lockdown, il 60% degli intervistati ritiene che questa situazione sia stata comunque un’occasione per sperimentare cose nuove e conoscere meglio se stessi e le persone più vicine. Sale il senso di insicurezza sul posto di lavoro o sui mezzi pubblici. Per due intervistati su tre i cambiamenti saranno definitivi e pensano che nei prossimi sei mesi il virus non sarà debellato completamente: quindi dovremo cambiare in maniera definitiva alcune delle nostre abitudini comportamentali.
L’APPROCCIO ALLA FASE 2
Note dolenti vengono dalla Fase 2, con molte incertezze, anche se la ripresa economica è sempre più una priorità. Per il 63% non ci sono condizioni di sicurezza per riaprire, ma poi il 76% ritiene che la nostra economia non riuscirà a riprendersi per molto tempo e il 63% si dice in accordo con la necessità di riaprire al più presto tutto.
Ma ci sono alcune questioni che restano aperte anche in attesa della Fase 2 prevista il prossimo 4 maggio. Il riferimento è all’introduzione della app per tracciare i contatti delle persone in funzione del contenimento della diffusione del virus, su cui si sta avviando un articolato dibattito circa la difesa della propria privacy espressa dagli italiani un mese fa e che ora si riduce leggermente. In generale però il via libera alla app rimane maggioritario e quasi il 60% si mostra disponibile a scaricarla.
FIDUCIA NELL’APP IMMUNI?
L’app per il tracciamento dei contatti con gli infetti dal 31% viene valutata come foriera di una violazione della privacy mentre il 56% (un mese fa era il 63%) si mostra d’accordo che lo Stato possa controllare gli spostamenti dei cittadini attraverso i cellulari per eventualmente individuare le persone entrate in contatto con i soggetti infetti. A breve sarà lanciata l’app anti-Covid, con l’obiettivo di contenere l’epidemia nella Fase 2 monitorando spostamenti e contatti tra soggetti a rischio. Scaricarla sarà facoltativo e il tracciamento avverrà nel rispetto dell’anonimato. Sei italiani su dieci dicono sì, quindi all’app anti-Covid. Tra i motivi degli scettici, al primo posto l’incompatibilità con il fatto che qualcuno possa tracciare spostamenti e incontri.
LOMBARDIA PROMOSSA O BOCCIATA
Sugli scudi anche il tema strettamente legato alla contingenza in Lombardia, dato anche dal caso delle residenze per anziani dove i decessi sono stati importanti. Un fatto che per metà degli italiani dipende da cause di forza maggiore, mentre il 42% lo attribuisce all’inefficienza gestionale della pandemia. Il principale motivo per il quale il coronavirus ha causato tanti decessi in Lombardia e meno nelle altre regioni viene visto dal 36% degli intervistati come imputabile direttamente alla Regione, mentre il 58% esprime comunque un giudizio positivo e soltanto il 23% mette sotto accusa il modello lombardo come sistema sanitario nella sua interezza.
PREOCCUPAZIONE PETROLIO
Altro versante di preoccupazione è quello relativo al crollo del prezzo del petrolio, figlio del combinato disposto tra le tensioni sauditi-russi da un lato e blocco dei trasporti post Covid dall’altro, con sulla scena le ripercussioni negative per gli equilibri mondiali e per l’occupazione. Per il 51% degli intervistati si tratta di una condizione negativa visto che il lockdown ha assestato un duro colpo all’industria petrolifera e che il minimo storico del greggio (mai così già da 30 anni) mette in ginocchio le industrie petrolifere. Per il 37% è una situazione positiva visto che sarà una buona occasione per eliminare in anticipo una delle principali fonti inquinati e perché diminuirà il prezzo della benzina, interpretando la cosa come un’opportunità dal punto di vista ambientale.
I NUMERI DEI PARTITI
Rispetto alle rilevazioni dello scorso 20 aprile, prosegue il lento calo della Lega scesa al 28,2 dal 29,5% . Di contro crescono M5S e FdI, rispettivamente al 15,4 (dal 14,4%) e al 13,8 (dal 13,2%). Forza Italia passa al 6,1 dal 5,8 di sette giorni fa forse anche per via della posizione meno rigida di Berlusconi sull’utilizzo del Mes, mentre sale anche ItaliaViva al 3,4 (dal 3,1).