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Libia, Usa e Italia. Tutte le mosse turche ai tempi del Covid-19

Un doppio forno, quello che ha acceso la Turchia dove, accanto alle consuete tensioni con Washington sul sistema russo S-400, ecco stagliarsi l’emergenza sanitaria relativa al Covid, potenzialmente un vettore per riprendere le relazioni con Gli Usa e l’Italia. Erdogan nuovamente ad un bivio strategico, con sullo sfondo l’impatto della pandemia sull’economia turca.

S400

Il Dipartimento di Stato è tornato a sottolineare che esiste una forte opposizione Usa all’acquisizione degli S-400 da parte di Ankara e che sono in corso consultazioni per imporre sanzioni da parte degli Stati Uniti ai sensi della legge sulla lotta alla corruzione (CAATSA). Il sidtema acquistato dalla Turchia “resta un ostacolo significativo alle relazioni bilaterali e in seno alla NATO”. L’espulsione della Turchia dal programma relativo agli F-35 mostra quanto seriamente il governo degli Stati Uniti si stia avvicinando alla questione di fondo, ovvero all’incompatibilità del sistema S-400 con l’intero contesto euroatlantico. “Siamo convinti che il presidente Erdogan e i suoi superiori comprendano la nostra posizione”, ha detto un portavoce del Dipartimento di Stato.

ANKARA CONTRO PARIGI E ATENE

La risposta turca, come spesso accaduto in passato, è diretta contro gli allaati americani nel dossier energetico, ovvero Francia e Grecia.

Il portavoce del ministero degli Esteri turco H. Aksoy ha accusato la Grecia di ignorare i “diritti legali e sovrani del Mediterraneo orientale e dell’Egeo”, cercando di identificare Grecia e Cipro come le “cause” delle tensioni nella regione e annuncia per l’ennesima volta che la Turchia proteggerà i suoi diritti nella regione: “È la posizione massimalista e senza compromessi del duo Grecia-Cipro che minaccia la pace e la stabilità nel Mediterraneo orientale”.

Anche Parigi viene accusata da Ankara: “Il governo francese deve smettere di vedere la Turchia come una minaccia alla prosperità e alla sicurezza dell’Europa”. Parole che seguono quelle pronunciate dal ministro degli Esteri francese JeanYves Le Drian a Le Monde, che definiva la Turchia una minaccia per l’Europa. Aksoy ha raddoppiato la dose: è la Francia che sostiene le organizzazioni terroristiche in Siria, sostenendo le forze contro il regime legittimo in Libia, erodendo le dinamiche della soluzione dell’isola e ignorando costantemente i diritti dei turco-ciprioti e cercando di imporre sanzioni al suo alleato, la Turchia.

LIBIA

Aksoy ha affermato che sostenendo le forze di Haftar, la Francia stava impedendo la cessazione della sofferenza del popolo libico. “Non dimentichiamo che, contrariamente alla risoluzione 2259 del Consiglio di sicurezza dell’ONU, a sostegno di Haftar, che ritiene che l’unica soluzione alla crisi in Libia sia attraverso mezzi militari, la Francia sabota tutti gli sforzi di cessate il fuoco, persino le bombe negli ospedali. Durante questa epidemia quotidiana, bloccando l’unica fonte di reddito della Libia, che è la produzione di petrolio, e tagliando le linee d’acqua, la Francia sta bloccando la cessazione del popolo libico”. Per questa ragione Aksoy invita la Francia a concentrarsi principalmente sul mantenimento della salute di fronte all’epidemia di Coronavirus.

PANDEMIA & GEOPOLITICA

Erdogan punta a usare il Coronavirus per rinviare una nuova crisi con Washington, magari utilizzando diplomaticamente l’emergenza sanitaria per riannodare alcuni fili, con Usa e Italia.

Sul punto si sono registrate nei giorni scorsi prese di posizione di funzionari della NATO e dell’Unione Europea che hanno pubblicamente elogiato l’assistenza medica della Turchia e i suoi gesti di amicizia internazionale. Lo stesso segretario generale della NATO Jens Stoltenberg ha dichiarato: “Solidarietà in azione: la Turchia sta inviando un aereo cargo con forniture mediche in Italia e Spagna per sostenere la nostra lotta comune contro. Orgoglioso di vedere gli alleati della NATO sostenersi a vicenda attraverso il nostro centro di soccorso in caso di catastrofe”.

COVID E LIRA TURCA

Non va dimenticato però che il peggioramento dell’impatto che la pandemia di coronavirus ha avuto sull’economia turca potrebbe sommarsi al passato deprezzamento della lira turca e incidere sulle future mosse geopolitiche.

Va osservato che il grande tema del sistema S-400 è scomparso dall’agenda politica nazionale turca da una decina di giorni. Un silenzio, anche dei media tradizionalmente “speaker” del governo, che fa immaginare una strategia precisa. Dal momento che si tratta di un investimento complessivo di più di 2 miliardi di dollari, ci potrebbe essere la possibilità che, vista l’emergenza Covid, l’affare tra Mosca e Ankara possa essere congelato?

Il governo turco potrebbe rispondere razionalmente alla recessione economica, optando per evitare inutili tensioni geopolitiche e esborsi rilevanti. Le previsioni della Banca Mondiale sull’economia turca parlano di punta crescita dello 0,5% nel 2020, oltre 3 punti percentuali in meno rispetto alla stima pre-pandemica. Ma una previsione realizzata da un pool di 40 economisti ha previsto cali nel secondo e terzo trimestre del 2020 rispettivamente dell’8,6% e del 5,3% amplificando le preoccupazioni sulla tenuta anche sociale del Bosforo.

twitter@FDepalo

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