“Le scuole e gli Atenei hanno dovuto reagire in tempi ridottissimi, questo ha significato e significa da una parte purtroppo la perdita di una parte importante delle attività didattiche, dall’altra la scoperta davvero interessante di una capacità di reazione imprevedibile che ha consentito agli studenti di continuare il proprio percorso in una modalità nuova ma non per questo troppo meno efficace”. È questo il pensiero di Giovanni Lo Storto, direttore generale della Luiss, la Libera Università Internazionale degli Studi Sociali “Guido Carli” di Roma, che a Formiche.net racconta la reazione della sua Università in questi tempi di emergenza sanitaria e aule chiuse. Tra conversione improvvisa della didattica tradizionale a quella digitale in tempi ridotti, a come i docenti, oltre gli studenti stessi, si sono mesi in gioco.
La pandemia di coronavirus ha messo alla prova scuole ed Atenei sul fronte della didattica online. Pensa che l’Italia sia arrivata preparata a questa “richiesta d’urgenza”?
La prova a cui siamo stati e siamo tuttora sottoposti è straordinaria. È una esperienza che impatta con una forza inimmaginabile solo fino a qualche settimana fa sulle vite di ciascuno di noi e sulla struttura dei nostri sistemi economici. Il primo pensiero va sempre alle persone che sono decedute ed a quelle che stanno soffrendo perché colpiti dal virus o perché hanno perso un proprio caro.
Le scuole e gli Atenei hanno dovuto reagire in tempi ridottissimi, questo ha significato e significa da una parte purtroppo la perdita di una parte importante delle attività didattiche, dall’altra la scoperta davvero interessante di una capacità di reazione imprevedibile che ha consentito agli studenti di continuare il proprio percorso in una modalità nuova ma non per questo troppo meno efficace. Sottoscrivo le recenti dichiarazioni del ministro per l’Università Gaetano Manfredi, quando ha asserito che “stiamo sperimentando una nuova forma di comunità universitaria che ci fa scoprire potenzialità mai viste prima”.
Può incidere nella formazione a distanza il digital divide che l’Italia affronta da tempo?
Il tema del cosiddetto “divario digitale” rappresenta uno dei punti focali che, da tempo, non consentono al nostro Paese di compiere quel salto di qualità per avvicinarci alle nazioni leader in campo tecnologico. La mancanza di infrastrutture adeguate deve indurre a una riflessione, ma il tema è anche culturale. La chiave di lettura di un fenomeno come l’epidemia che ci ha costretti nelle nostre case può essere ribaltata, tentando di individuare anche alcuni aspetti positivi. Individualmente, stiamo infatti implementando, o addirittura sviluppando, delle skills digitali che aumenteranno le nostre possibilità quando, domani, ci ritroveremo tutti fisicamente. È senz’altro un tema culturale: per continuare a lavorare, a informarci e a formarci, ciascuno di noi ha dovuto compiere uno sforzo suppletivo per imparare ad agire secondo traiettorie diverse da quelle usuali. Sono convinto che quando ne usciremo ci sarà un crollo del digital divide italiano.
La Luiss dall’inizio dell’emergenza sanitaria ha attivato le piattaforme digitali per continuare la didattica dell’Ateneo. Cosa avete previsto?
Prima della pandemia, il tema tecnologia ci ha occupati quasi più spesso nel dibattito del se e come avrebbe potuto, in un futuro prossimo o lontano, rubarci posti di lavoro e stravolgere completamente le nostre vite. La crisi che stiamo vivendo ha plasmato in noi la consapevolezza che la tecnologia non è necessariamente solo maligna, anzi, le piattaforme digitali aumentano l’uomo e lo supportano nella risoluzione delle difficoltà contingenti.
In Luiss, nel pomeriggio di mercoledì 4 marzo, abbiamo saputo che il governo aveva optato per la sospensione delle attività didattiche degli Atenei nel Nord-Italia, abbiamo deciso insieme al Rettore Andrea Prencipe, di andare “live” dalla mattina successiva, proseguendo le nostre attività didattiche online in una sfida di ampia portata per la nostra Università.
Da quel giorno, grazie alla piattaforma WebEx del nostro partner Cisco, si sono svolte quasi 6.000 lezioni che hanno coinvolto 7.500 studenti e 550 docenti in circa 14 mila ore di didattica. Il numero di collegamenti è stato straordinario: siamo già a quota 45 milioni.
Anche gli esami sono portati avanti in questa forma. Come?
Nella settimana appena trascorsa, si sono svolte oltre 550 prove intermedie online. Quasi 9.500 studenti hanno interagito con le tecnologie messe a disposizione dall’Ateneo, tramite le piattaforme Luiss learn ed Exam.net, oltre a Cisco WebEx.
Lo streaming è utilizzato anche per la fine del percorso universitario. Come si stanno laureando gli studenti?
La straordinarietà della circostanza ha reso indispensabile anche una traslazione sul digitale delle sessioni di laurea. Circa 400 candidati stanno discutendo le proprie tesi direttamente da casa, e continueranno fino a venerdì 3 aprile. Se, nei primi giorni del lockdown, la commissione era fisicamente presente in aula, con l’inasprimento delle misure sulla circolazione delle persone, sia i docenti che i tesisti hanno tenuto le sedute di laurea da casa. Non appena l’emergenza terminerà, li aspettiamo per festeggiare insieme con un Graduation Day nel nostro Campus.
Anche l’offerta della Summer School può essere fruita da casa. L’appuntamento di orientamento alle famiglie si avvarrà di un virtual tour. Ce ne vuole parlare?
In Luiss siamo sempre più convinti della centralità dell’orientamento universitario, per aiutare gli studenti liceali ad individuare il proprio talento, la propria vocazione, affinché acquisiscano la consapevolezza necessaria per una corretta scelta del percorso più adatto a loro.
Per questo motivo, nelle prossime settimane anche le giornate di orientamento verranno rese disponibili e fruibili digitalmente. Le famiglie potranno così seguire comodamente da casa le presentazioni delle offerte formative e interagire con i coordinatori dei corsi in diretta con un virtual tour personale, aumentato a 360°, dei Campus Luiss grazie al robot double, un automa che tramite un apposito link si collegherà con studenti e famiglie, che, comodamente da casa, potranno vedere e scoprire l’Ateneo, come fossero fisicamente presenti.
Il riscontro da parte degli studenti come vi è sembrato?
I nostri ragazzi sono nativi digitali e hanno nel loro DNA una conoscenza intrinseca delle dinamiche del web e delle nuove tecnologie. Con questa nuova modalità di apprendimento digitale, l’interazione degli studenti è aumentata rispetto a quanto non lo fosse in aula, a causa della soddisfazione da parte dei ragazzi per la sperimentazione di un “learning nuovo”.
Anche gli studenti che nelle lezioni “in presenza” intervenivano di meno o non intervenivano, col sistema digitale hanno iniziato a chattare, a fare domande. Ciò per dimostrare che l’allievo introverso ha contribuito ad offrire anche allo studente estroverso una opportunità di apprendimento arricchita.
E il personale docente in che modo ha risposto a questa nuova sfida?
Molto positivamente, mettendosi a disposizione e dimostrando rapida capacità di adattamento. I docenti sono stati straordinari perché hanno interpretato il loro nuovo ruolo: da detentori della conoscenza tradizionale e quindi veicoli umani di sapere, sono riusciti a interpretare istantaneamente il loro nuovo ruolo, secondo una traiettoria destrutturata e nonostante la “mediazione” della piattaforma digitale.