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Una lettera al governo: riformare l’Oms o tagliare subito i fondi

Chiediamo al governo italiano e ai governi dei paesi della Ue di rivedere ed eventualmente rimodulare i fondi all’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), di intervenire per ristrutturarne l’organizzazione riformulando la missione e gli obiettivi originali che oggi sono disattesi, e snellendo l’apparato burocratico, di rendere i processi decisionali trasparenti e i dipendenti responsabili delle loro decisioni e azioni, di favorire scelte che promuovono il metodo scientifico e la libera scelta dei cittadini.

L’Oms sta tradendo la sua missione e la nostra fiducia. Invece di contrastare le emergenze sanitarie e accrescere i livelli base di tutela della salute, si è evoluta in una corporazione ideologica che pretende di determinare le sorti di noi cittadini attraverso processi decisionali non trasparenti che rispondono a compromessi spesso torbidi.

L’Oms dichiara un budget annuale superiore ai 4,4 miliardi di dollari ai quali vanno aggiunti fondi flessibili per ulteriori 1,5 miliardi di dollari. L’Italia è settima per contributi versati, dietro a Usa, Cina, Giappone, Germania, Regno Unito, e Francia.

L’Italia e gli altri paesi della Ue devono chiedere all’Oms maggiore trasparenza nei processi decisionali e maggiore responsabilità per le conseguenze che tale decisioni possono avere su noi cittadini. Perché?

1) I processi decisionali e gestionali non sono soggetti a controllo diretto da parte dei contribuenti. Molte iniziative sono frutto di compromessi politici che poco hanno a che vedere con la reale missione dell’organizzazione.

2) I finanziamenti vengono spesi male. Il 53% dei contributi cosiddetti obbligatori e il 73% dei contributi volontari sono destinati alle spese per lo staff e l’amministrazione. Per ogni unità di personale impiegata vengono spesi 28mila e 500 euro all’anno per coprire i costi di viaggio;

3) La gestione dell’emergenza Covid-19 è stata fallimentare. L’Oms, fin dall’inizio, non ha fornito indirizzi chiari e precisi, tardando anche a dichiarare la situazione di emergenza. Infine, si è appoggiata prevalentemente alla linea cinese senza verificare alternative al contenimento.

4) Molte campagne promosse dall’Oms non stanno portando benefici misurabili alla salute dei cittadini ma danneggiano l’economia, contraddicono i Sustainable Development Goal (Sdgs) dell’Onu, attentano alla libertà di scelta dei cittadini e tradiscono il metodo scientifico.
Competere, ad esempio, ha richiamato l’attenzione del governo italiano e della Commissione europea sull’accanimento ideologico dell’Oms contro lo zucchero segnalando che le politiche liberticide promosse non solo non risolvono il problema dell’obesità ma lo peggiorano, umiliando la libertà individuale.

5) Porta avanti posizioni e politiche ostili alla tutela della proprietà intellettuale che hanno danneggiato interi settori industriali come quello del farmaco, che in Italia sono tra i maggiori contributori dell’economia, e milioni di cittadini che senza queste scelte scellerate avrebbero ricevuto più rapidamente farmaci, vaccini e terapie efficaci e innovative.

6) L’Oms non ammette il dissenso o le critiche. Abbiamo assistito negli anni a comportamenti deplorevoli da parte del personale dell’organizzazione e dei suoi vertici. Il caso più eclatante riguarda le ultime edizioni della Fctc (Framework Convention on Tobacco Control). Giornalisti, rappresentanti delle associazioni e del terzo settore, e rappresentanti dell’industria sono stati allontanati con l’abuso della forza pubblica dai luoghi del dibattito che dovrebbero essere invece sempre aperti al confronto tra le parti coinvolte e interessate.

Perché i cittadini italiani che oggi sono chiamati ad un ulteriore sacrifico devono continuare a finanziare un’organizzazione che ha tradito la sua missione, non accetta la responsabilizzazione delle sue decisioni, mentre si avvale di burocrati che utilizzano i nostri fondi, ma sono privi di accountability?

Qui il testo della lettera: https://www.competere.eu/2017/wp-content/uploads/2020/04/Lettera-OMS-finale.pdf



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