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Plexiglass, mascherine e non solo. Le misure anti Covid-19 di Philip Morris

Iniziative a supporto degli oltre 2.000 dipendenti in Italia, sostegno alla filiera nazionale e alla società civile e una donazione del valore complessivo di 1 milione e 400 mila euro alla Protezione Civile. Sono le misure con cui Philip Morris, l’azienda attiva nella trasformazione del settore del tabacco verso un futuro senza fumo, ha deciso di far fronte all’emergenza Covid-19, a tutela dei propri dipendenti e della filiera e a supporto degli sforzi della società civile.

L’azienda presente sul territorio nazionale con due affiliate – l’affiliata produttiva Philip Morris Manufacturing & Technology Bologna e l’affiliata commerciale Philip Morris Italia – è intervenuta su ciascuna fase della filiera produttiva italiana – dal seme agricolo alla rivendita passando per i propri impianti industriali all’avanguardia – per garantire la sostenibilità del settore e la tutela dei propri impatti occupazionali.

STABILITÀ OCCUPAZIONALE

Con l’obiettivo di garantire in primis la sicurezza delle proprie persone, la multinazionale segue due principi guida: stabilità occupazionale e stabilità finanziaria. Secondo tali principi, Philip Morris non interromperà dunque l’assunzione di alcun lavoratore durante il periodo di crisi e continuerà a fornire compensi regolari, indipendentemente dalla capacità delle persone di svolgere pienamente i propri compiti professionali.

ALTRE INIZIATIVE A SUPPORTO DEI DIPENDENTI

PMMTB (6)Già da inizio marzo sono state messi in campo interventi per massimizzare le misure di sicurezza (poi previste nel protocollo condiviso di regolamentazione sottoscritto il 14 marzo tra governo e parti sociali) nella realtà produttiva di Philip Morris Manufacturing & Technology Bologna. Gli stabilimenti produttivi, interamente focalizzati sulla produzione di prodotti del tabacco senza fumo alternativi alle sigarette, sono oggi pienamente operativi.
Per tutte le persone non impegnate nella produzione è stata prevista la riorganizzazione di tutte le attività in modalità da remoto, la fornitura di mascherine di protezione per tutti i dipendenti, l’istituzione di un numero verde gratuito per ottenere supporto psicologico a distanza, l’accesso a corsi di formazione e di lingua, l’introduzione di nuovi strumenti informatici per mantenere il senso di comunità. A questo si aggiungono sessioni di ginnastica e yoga aperte a tutti, nonché l’organizzazione di un programma di incontri in videoconferenza con alcuni autorevoli professionisti italiani su temi legati a salute, ambiente, economia.

IL SOSTEGNO ALLA FILIERA NAZIONALE E ALLA SOCIETÀ CIVILE

Relativamente alla propria filiera italiana, l’azienda ha recentemente confermato l’investimento fino a 500 milioni di euro in 5 anni per l’innovazione e la sostenibilità della filiera agricola, composta da oltre 1.000 aziende attive in Campania, Umbria e Veneto, oltre ad aver previsto supporto ai tabaccai, con l’installazione di schermi in plexiglass in circa 2.000 tabaccherie a protezione dei rivenditori. Oltre alle donazioni di materiale sanitario e di dispositivi di protezione individuale a ospedali e istituzioni locali, sono state avviate le procedure per la distribuzione di centinaia di migliaia di mascherine a tutti i tabaccai aperti, ai lavoratori e ai coltivatori impiegati nella filiera tabacchicola.

LA DONAZIONE ALLA PROTEZIONE CIVILE

L’azienda inoltre ha coordinato in queste settimane una donazione del valore complessivo di 1 milione e 400 mila euro per la Protezione Civile a supporto della gestione dell’emergenza Covid-19 in Italia. Dopo aver stanziato 1 milione di euro lo scorso 30 marzo, il gruppo ha promosso una campagna rivolta ai principali partner, con l’impegno di raddoppiare quanto donato. 200 mila euro circa è stata la cifra raccolta nelle ultime due settimane da dipendenti, tabaccai e consumatori, poi raddoppiata dall’azienda. La donazione in Italia fa parte degli oltre 24 milioni di dollari che Philip Morris International ha stanziato per fronteggiare la pandemia, con iniziative in corso e pianificate in oltre 60 paesi.

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