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Rai filo-Cina? Ha perso il pelo ma non il vizio… Parla Anzaldi (Iv)

Che negli Stati Uniti abbiano il primato degli aiuti non lo dice solo Formiche segnalando i problemi di comunicazione del nostro servizio pubblico sempre più in modalità TelePechino. Oggi il segretario di Stato americano Mike Pompeo, un cristiano evangelico presbiteriano il cui bisnonno era di Pacentro, in Abruzzo, ha dichiarato in un’intervista al Corriere della Sera: “Sono particolarmente affezionato agli italiani e voglio assicurarli: nessun Paese vi aiuterà più di quello che faranno gli Stati Uniti. Annunceremo a breve altri interventi”.

L’analisi di Formiche sulla copertura radio e tv degli aiuti ricevuti da Cina, Russia e Stati Uniti, che ha visto la Rai garantire il triplo della visibilità agli aiuti di Pechino rispetto a quelli di Washington, sta facendo discutere in Viale Mazzini e i politici. “Nel rispetto della libertà editoriale, presenterò un quesito all’azienda per chiedere come mai la Cina abbia questo tasso di presenza mediatica negli organi di informazione, così da garantire il pluralismo e la puntualità dell’informazione”, ha dichiarato Federico Mollicone, deputato di Fratelli d’Italia e membro della Vigilanza Rai.

“Si potrebbe pensare che ciò che emerge dal vostro report – che in quanto tale non si può discutere, sono dati – sia frutto di una strategia politica, e sarebbe una cosa molto grave”, dichiara Michele Anzaldi, deputato di Italia Viva e segretario della commissione di Vigilanza Rai, a Formiche. “È certamente molto grave ma secondo me – e prova ne è la lettera inviata ai vertici del servizio pubblico dal presidente della commissione di Vigilanza Rai, Alberto Barachini – è in realtà frutto della bassa qualità gestionale ed editoriale della Rai che da tempo io denuncio sulla base di report come i vostri ma anche dell’Osservatorio di Pavia e dell’AgCom”.

Per Anzaldi il problema è politico. “Ora tutti se la prendono con l’amministratore delegato Fabrizio Salini ma come fa a governare se non ha la maggioranza in consiglio di amministrazione?”. Un problema che nasce dal fatto che l’attuale dirigenza Rai è stata nominata dal governo precedente, secondo il segretario della commissione: “Risponde a una maggioranza parlamentare che non c’è più”. Compreso “il presidente (Marcello Foa, ndr), che ritengo non sia stato eletto correttamente”, continua Anzaldi. “Ci sono ancora delle sensibilità del governo precedente che era molto sovranista e con legami molto stretti con la Russia: se io addetto stampa della Lega ti chiamo è ovvio che tu mi rispondi, mi devi la poltrona”, aggiunge Anzaldi. “Adesso il governo è cambiato ma i dirigenti e i direttori Rai no, e neppure la linea editoriale”.

E quanto alla visibilità garantita alla Cina, invece? Per Anzaldi “è la stessa cosa, lo stesso meccanismo. Verso la Russia s’è sbilanciata la Lega, verso la Cina s’è sbilanciato il Movimento 5 stelle”, dice. “Un direttore di peso guarderebbe a certi servizi con maggiore lucidità rispetto alle politiche del governo ma anche al contesto internazionale”.

“Il problema, come si evince dalla lettera della Vigilanza, è che si realizzano servizi senza un progetto editoriale fatto dal direttore, dai vicedirettori e dai capiredattori come si fa in ogni giornale”, spiega ancora Anzaldi. “I tg si fanno – è la versione del segretario della commissione di Vigilanza – in base alle telefonate e alla segnalazioni che arrivano dagli addetti stampa dimenticando gli atti del governo ma anche i trattati internazionali. Così – conclude – fanno solo pasticci”.

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