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Covid-19, il ruolo degli scienziati per la sicurezza nazionale

Di Luigi Rucco

luigi ruccoLa natura della minaccia della pandemia Covid-19 ha fatto emergere l’importanza del sistema scientifico e il ruolo degli scienziati per la sicurezza nazionale. L’equilibrio tra potere politico e comunità scientifica sta avendo una notevole ricaduta pratica.

Un caso emblematico riguarda gli Stati Uniti, dove si è assistito ad una dialettica non sempre facile tra il presidente e il principale consulente scientifico, Anthony Fauci, per poi giungere a minacce di tagli ai finanziamenti all’Organizzazione Mondiale della Sanità. All’altro estremo, in Cina, si assiste a un crescente livello di ingerenza dello Stato sulla ricerca scientifica, che da un lato fungerebbe da deterrente verso ricerche di bassa qualità sul Covid-19, dall’altro preoccupa per via del controllo esercitato sull’informazione scientifica. In Italia, il bilanciamento tra politica e scienza è molto complesso: si è passati da una flebile fase di indirizzo scientifico iniziale ad a una crescita eccessiva di potere decisionale attribuito ai comitati tecnici, dove si nota l’assenza di specialisti di intelligence.

Sul fronte della ricerca, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha rilasciato una roadmap per coordinare gli sforzi su scala globale. Gli ambiti di intervento sono molti, ma quattro fronti sono generalmente ripresi dalla stampa nazionale ed estera: il vaccino (l’Oms ne censiva 83 al 23 aprile, di cui 6 in fase di sperimentazione), le terapie e gli studi clinici (circa 800 censiti ad oggi dalla banca dati ClinicalTrials), le policy, e le tecnologie digitali, quest’ultime balzate alle cronache per la “app” di tracciamento.

Le ricadute della pandemia richiedono uno sforzo multidisciplinare e sollecitano il contributo di diverse discipline che spaziano dalla medicina all’informatica. Un importante ambito riguarda lo studio degli effetti del Covid-19 sulla salute mentale e psicologica: questo aspetto impatta direttamente sul disagio sociale, accentuandone i rischi, specie per i soggetti più vulnerabili.

La sicurezza dei dati e delle infrastrutture digitali del sistema scientifico è un tema di rilievo per la sicurezza nazionale, soprattutto per quanto riguarda le strutture sanitarie. Gli attacchi cyber finora rilevati non hanno il solo obiettivo di sottrarre o distruggere dati sensibili, ma sono spesso frutto di attività di cybercriminali interessati a ottenere guadagni illeciti. In tale quadro, le attività di sicurezza informatica dell’intelligence nazionale sono particolarmente importanti, collegandosi alla definizione del Perimetro nazionale della sicurezza cibernetica.

Un aspetto correlato alla gestione delle informazioni sanitarie è quello della privacy, con particolare riferimento alla raccolta e analisi di dati sensibili dei cittadini, che non a caso è il tema dibattuto per la app Immuni.

Un ulteriore elemento significativo è la comunicazione scientifica. Alcuni dei maggiori editori scientifici internazionali, in buona parte firmatari del Wellcome Trust Statement, hanno reso disponibili in formato aperto pubblicazioni e dati rilevanti sulla ricerca relativa alla pandemia. Diverse riviste scientifiche hanno istituito un canale preferenziale per la revisione rapida di pubblicazioni sul Covid-19. Già al 30 gennaio 2020, si stimavano almeno 54 pubblicazioni in riviste di lingua inglese, con conseguenti critiche circa le barriere linguistiche per i non anglofoni, specie in Cina. A questo tema si collega la poca chiarezza della comunicazione scientifica verso il grande pubblico, tema particolarmente evidente in Italia all’inizio dell’epidemia, anche a causa del proliferare di fake news, disinformazione e campagne di influenza con falsi contenuti scientifici.

Altri temi poggiano su basi scientifiche discutibili e sono stati volontariamente esclusi dall’analisi. Tra questi spicca la polemica circa l’origine artificiale o naturale del virus. Quest’ultima ipotesi è maggioritaria presso la comunità scientifica. Altra polemica riguarda il presunto incidente di laboratorio a Wuhan, su cui al momento non sono state prodotte prove definitive.

Altro tema caldo è il ruolo dell’Oms, attaccata politicamente da alcuni, come il presidente Trump, ma difesa da buona parte della comunità scientifica internazionale.

(Quarto estratto di un’analisi più ampia realizzata dalla Socint. La prima parte si può leggere qui, la seconda qui, la terza qui)

La ricerca, curata dal Presidente della Socint Mario Caligiuri, Direttore del Laboratorio sull’Intelligence dell’Università della Calabria, è stata redatta da Mario Caligiuri (Ricaduta Politica – Il problema pedagogico) e dai ricercatori Roberto Macheda (Ricaduta Economica), Francesco Napoli (Ricaduta Industriale – Piccola e Media Impresa), Luigi Barberio (Ricaduta Economica – Ricaduta Industriale) e Luigi Rucco (Ricaduta Scientifica – Problema pedagogico).

 


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