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Solidarietà Nato attivata. Ecco come l’Alleanza (Turchia compresa) combatte il virus

“La solidarietà della Nato entra in azione”. Così il segretario generale dell’Alleanza Atlantica, Jens Stoltenberg, ha salutato l’invio di attrezzature sanitarie dalla Turchia a Italia e Spagna, frutto del meccanismo che si è attivato su richiesta di Roma e Madrid e che ha già visto numerosi aiuti pervenire ai Paesi più colpiti. Un sostegno tangibile che testimonia la vitalità dello spirito transatlantico, ma che continua a fare meno rumore degli aiuti di Cina e Russia, evidentemente ben supportati dalla propaganda di Pechino e Mosca (qui il report di Alkemy per Formiche che ha fatto luce sulla strategia social cinese).

GLI AIUTI TURCHI

È partito questa mattina il primo A400M della Difesa turca che trasporterà attrezzature sanitarie in Italia e Spagna. Lo ha fatto su “ordine del presidente” Recep Erdogan, alla ricerca di un ruolo nella geopolitica degli aiuti, ma anche intenzionato a ricucire i rapporti con gli alleati della Nato, allentati da diverso tempo a causa delle ambizioni solitarie di Ankara tra Libia, Siria e soprattutto S-400, i sistemi missilistici russi. Eppure, l’Alleanza Atlantica è abituata da settant’anni a ritrovare unità, soprattutto nel momento del bisogno. E così, dopo gli Stati Uniti, la Germania e la Repubblica Ceca, sono partiti gli aiuti turchi. “Profonda gratitudine per la solidarietà dei nostri amici turchi” è arrivata dalla rappresentanza permanente d’Italia alla Nato, guidata dall’ambasciatore Francesco Maria Talò.

IL MECCANISMO NATO

È il frutto del meccanismo attivatosi su richiesta di Italia e Spagna che risponde al Centro euro-atlantico di coordinamento in risposta ai disastri, dal complesso acronimo Eadrcc. Il Centro prende in carico le domande di aiuto (in questo caso equipaggiamenti di protezione per il personale sanitario, respiratori, mascherine e kit per il test) e le passa gli alleati più attrezzati o disponibili, che offrono assistenza su base bilaterale. È attivo già da diversi giorni. Lunedì ha coordinato l’arrivo a Milano delle attrezzature dalla Repubblica Ceca: diecimila pezzi tra tute produttive e respiratori hi-tech in stampa 3D (si realizzano anche in Italia). Il giorno prima, un C-130 con carico simile era arrivato in Spagna.

LO SPIRITO DELLA NATO

“Sono fiero di vedere gli alleati della Nato che si supportano a vicenda tramite il nostro centro contro i disastri”, ha detto Stoltenberg. Non c’è però solo l’Eadrcc. Ieri, un team di esperti dell’agenzia Support and procurement della Nato (Nspa) hanno guidato la realizzazione di un ospedale da campo per 200 posti letto in Lussemburgo, al fine di incrementare le capacità nazionali di accoglienza di Paesi affetti da Covid-19. In più, l’Alleanza buon contare su una rodata esperienza di confronto e coordinamento, non solo militare, ma anche politico. Non pare un caso che gli aiuti si stiano intensificando alla vigilia del vertice che domani riunirà, in videoconferenza, i ministri degli Esteri dell’Alleanza. La riunione è stata anticipata dal tradizionale giro di telefonate del segretario generale Stoltenberg, anche con Luigi Di Maio, utile in questo momento per sollecitare le strutture Nato ad attivarsi di più.

UN LEGAME IN DIFESA

Il coordinamento avviene poi tra i dicasteri della Difesa, anche perché le strutture militari sono abituate a muovere carichi pesanti e ad attrezzare strutture in situazioni emergenziale. Non è un caso che gli otto camion di aiuti provenienti dallo US Army alla Regione Lombardia avessero la targa Nato sul parabrezza, né che sono giunti dopo la lettera inviata da Lorenzo Guerini al numero uno del Pentagono Mark Esper, seguita poi dalla più recente telefonata. Un rapporto ormai solido, che ha allungato la volata ai 100 milioni di aiuti annunciati solo due giorni fa dal presidente Donald Trump. Novità sugli aiuti Nato si attendono anche domani, con il vertice tra i ministri degli Esteri.

L’ART. 4 DEL TRATTATO

Già lo scorso 18 marzo, Stoltenberg aveva riunito a Bruxelles i rappresentanti permanenti dei Paesi membri per una riunione “regolare” del Consiglio del nord Atlantico al quartier generale. La riunione era stata tutta dedicata all’emergenza Covid-19. Serviva allora dare un messaggio di unità e di vicinanza agli alleati più colpiti (Italia in primis), ma anche un segnale di prontezza e operatività dell’Alleanza (anche rivolto agli avversari). Messaggi che sono arrivati, utili a risvegliare la Nato sul suo ruolo in situazioni di emergenza sanitaria, poco abituale e sicuramente marginale rispetto alla difesa collettiva, ma sicuramente importante. È previsto dall’articolo 4 del trattato del nord Atlantico che impone alle parti di consultarsi qualora la sicurezza di un membro sia minacciata.

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