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Tricolore esposto ad Atene: ecco l’eurorinascimento mediterraneo

C’è davvero tanto dietro la dolce icona del parlamento di Atene dove oggi troneggia il tricolore, accanto alla bandiera della Grecia e dell’Ue. C’è una storia di passati, di presenti e di giorni ancora da scrivere in questa maledetta emergenza sanitaria. Ma anche una lezione di cui tener conto.

Non è soltanto un gesto di solidarietà, quello dell’assise ellenica che ha fatto omaggio all’Italia in giorni complicatissimi dove la conta dei morti è purtroppo diventata un esercizio quotidiano. C’è una storia di passati e di presenti che si stanno ancora una volta intrecciando, dimostrando (a politica e cittadini) che la storia va rispettata, studiata e osservata per comprendere equilibri e risvolti.

Il tricolore italiano accanto alla bandiera greca è un segno. Ci invita alla vicinanza, alla solidarietà, al confronto e alla riscoperta dell’elemento umano. Atene e Roma, millenni dopo, ancora abbracciate. Nulla sarà come prima, dopo questo virus: che lo capiscano alla svelta tutti, asini e primi della classe, boriosi e umili. Perché tanto più si avrà cognizione di come l’humus è mutato, tanto prima ci si accingerà a programmare, non sono economicamente ma principalmente socialmente, il dopo virus.

Oggi è più facile invocare aiuti, comprensioni, intercessioni e azioni comuni perché tutti, ricchi e poveri, sono colpiti dal Covid19. Il virus è stato una tragica livella che ha annullato differenze e sfumature.

Ieri, però, quando è stata la Grecia ad affondare sotto i colpi della crisi economica in quanti si sono stretti in un pensiero ad Atene? Quanti Stati, quanti cittadini, quanti giornali hanno riflettuto a mente fredda sulla tragedia sociale che stava accadendo a 80 miglia nautiche dalle coste italiane?

In quei giorni, e per mesi interi, ho attraversato la Grecia in lungo e in largo, da Piazza Syntagma fino alla provincia, l’eparchia, per annusare la crisi, scomporla, analizzarla e veicolarla ad un pubblico che spesso ha voltato la testa dall’altro lato.

Nel mio libro Greco-eroe d’Europa (Albeggi, 2014) ho raccontato del primo suicidio da crisi greca, quando un farmacista a cui lo Stato doveva milioni di euro si è sparato un colpo di fucile davanti al Parlamento. Ho raccontato di lavoratori a cui con una secca mail è stato spiegato che avrebbero avuto la pensione diminuita. Ho raccontato le storie di chi ha messo in valigia moglie, figli e master ed è fuggito lontano dall’Egeo per rifarsi una vita. Ho raccontato, con tutte le conseguene del caso, parecchi scandali e tanto malaffare che nella crisi greca sono stati costanti presenze.

Oggi, riflettendo su prestiti, debiti e disagio sociale anche il resto del mondo si accorge magicamente di come un evento eccezionale e di difficile previsione possa sconvolgere le vite di tutti i singoli uomini, richiamandoli ad un sano pragmatismo.

Che la lezione serva, allora, a tutti. Ma senza dimenticare chi in questa lunga cavalcata, dal 2011 al 2020, non ce l’ha fatta.

Mondogreco.net

 

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