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Così l’emergenza rafforza il rapporto Italia-Usa. La telefonata di Guerini ad Esper

Seppur duramente colpiti dal Covid-19, gli Stati Uniti si confermano il principale fornitore di aiuti all’Italia in questo momento di emergenza. Il canale bilaterale ha tenuto alle bordate della propaganda di Russia e Cina, e lo ha fatto anche grazie al solido filo (spesso telefonico) che collega da diversi mesi palazzo Baracchini con il Pentagono. A confermarlo, c’è stata ieri la nuova telefonata tra il ministro Lorenzo Guerini e il collega Mark Esper. Quest’ultimo ha autorizzato tre giorni fa il suo dipartimento della Difesa a offrire nuovo supporto umanitario all’Italia. Comprende (“ma non si limita a”) trasporto di materiale sanitario, personale per supportare quello italiano (nella Penisola ci sono 30mila americani) e capacità di telemedicina per le diagnosi a distanza. Gli aiuti saranno condotti fino almeno al 5 giugno dallo US European Command.

“SAPPIAMO DI POTER CONTARE SUGLI AMICI”

Guerini ha ringraziato il collega “per la solidarietà manifestata e per gli ulteriori supporti che sono stati resi disponibili nei giorni scorsi in termini di assistenza medico-sanitaria, ancor più significativi in quanto l’emergenza investe anche il tuo Paese”. Così ”sappiamo di poter contare sugli amici”, ha detto il titolare di palazzo Baracchini, manifestando a sua volta vicinanza al popolo americano duramente colpito dal virus.

“Le nostre forze – ha spiegato il capo del Pentagono – sono pronte a fornire nuovo supporto logistico, di trasporto e di materiali all’Italia, alleato e partner storico degli Stati Uniti”. Un nuovo supporto che per Guerini rappresenta “ancora una volta l’estrema solidità delle storiche relazioni transatlantiche tra i nostri Paesi, sia sul piano della cooperazione militare, sia sul piano della reciproca solidarietà in questo momento di emergenza”. E all’insegna della “reciproca solidarietà”, anche l’Italia è pronta a fare la sua parte.

AIUTI RECIPROCI

Il ministro Guerini ha ribadito al collega l’apertura a mettere a disposizione l’esperienza acquisita in questa emergenza, offrendo al contempo capacità d’eccellenza delle Forze armate italiane come il trasporto sanitario in biocontenimento, già proposto dal ministro italiano alla recente ministeriale della Nato. Il dettaglio dei contatti è affidato alle rispettive strutture della Difesa, attive e in prima linea nel contrasto al coronavirus. E così, mentre Guerini parlava con Esper, il capo di Stato maggiore Enzo Vecciarelli telefonava all’omologo americano, il generale Mark Milley. Gli aiuti “riflettono la duratura amicizia tra i nostri due Paesi”, ha detto Milley. “L’Italia è un alleato della Nato, leader per la stabilità e sicurezza globale”. Gli ha fatto eco Vecciarelli: “Apprezzo la lunga e consolidata amicizia, ma in particolare l’impegno preso dalle Forze armate degli Stati Uniti, sempre pronte a cooperare con i nostri militari nell’ambito di tutte le misure messe in atto per sconfiggere definitivamente questo invisibile quanto terribile nemico”.

I CONTATTI PRECEDENTI

Le due telefonate sono il culmine di settimane di intensi contatti. Guerini ed Esper si erano sentiti già il 26 marzo, tra l’altro a pochi giorni dal colloqui tra Luigi Di Maio e Mike Pompeo. Erano i giorni della massima potenza della propaganda di Russia e Cina sugli aiuti, capace di oscurare le attrezzature che arrivavano in Italia sia con la US Air Force da Ramstein, in Germania, sia con lo US Army Europe fino in Lombardia. Ai contatti diretti sono poi seguiti due vertici della Nato, prima una riunione degli ministri degli Esteri, e poi una dei ministri della Difesa, tutto nel giro di due settimane per coordinare (e risvegliare) l’azione dell’Alleanza contro il Covid-19. Nel mezzo, la firma di Donald Trump sul memorandum che ha lanciato l’operazione di solidarietà da 100 milioni di dollari in favore dell’Italia, coinvolgendovi tutti i principali rami dell’amministrazione, a partire proprio da dipartimento di Stato e Pentagono.

GLI AIUTI DELL’USAID

Aiuti USAID

E in tale progetto che si inseriscono sia gli aiuti rilasciati da Esper pochi giorni fa, sia i 50 milioni di dollari annunciati ieri dall’ambasciata degli Stati Uniti a Roma. Arrivano dall’Usaid, l’Agenzia per lo sviluppo internazionale nata nel 1961, e non serviranno solo per mascherine e attrezzature sanitarie. 30 milioni sono infatti diretti alla società civile e ai partner non governativi, mentre 10 milioni riguardano il settore privato: “per consentire alla imprese italiane di lavorare in ricerca, sviluppo e produzione di terapie, vaccini e attrezzature mediche relative a Covid-19. È questo il marchio degli aiuti dall’alleato d’oltreoceano: il sostegno al sistema-Paese, con un occhio alla ripartenza e con il contributo copioso del settore privato a stelle e strisce.

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