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Ombra cinese sul wi-fi negli ospedali italiani? Così Urso interroga il governo

Adolfo Urso è un parlamentare con esperienze di diverse legislature e incarichi di governo. Attualmente siede nel comitato che si occupa della vigilanza dell’intelligence (Copasir) di cui è vicepresidente. In questi mesi ha orientato molto il dibattito su golden power e sulle tematiche attinenti la sicurezza nazionale. Insomma, è uno che ne capisce.

Formiche.net ha avuto modo di leggere il testo di un’interrogazione parlamentare rivolta al ministero dello Sviluppo Economico. Il punto di partenza è un comunicato emesso lo scorso 17 marzo da Infratel Italia, società in house del Mise. Viene data infatti notizia dell’avvio del progetto “Wi-Fi Italia Ospedali” attraverso il quale procederà alla fornitura e installazione fino a 5.000 Access Point Wi-Fi negli ospedali pubblici che ne possono fare richiesta.

Una iniziativa lodevole che si iscrive, spiega lo stesso Urso, nella cornice del progetto “Piazza Wi-Fi Italia”, progetto per la dotazione di hot spot gratuiti outdoor rivolto ai comuni italiani, per il quale Infratel Italia ha lanciato una gara il 28 giugno 2019 sulla fornitura, installazione, esecuzione di servizi di gestione e manutenzione di reti wi-fi sul territorio italiano e che ha visto l’aggiudicazione di tutti i lotti da parte di Tim.

In particolare, si legge nel comunicato della società di Invitalia, l’accordo prevede la fornitura e l’installazione di access point e sistemi di gestione e controllo, i servizi di supervisione degli apparati installati e la manutenzione degli apparati destinati alla diffusione dei contenuti multimediali sulle piattaforme IP-Content Delivery Network.

Non c’è nessun riferimento, evidentemente, alla catena di fornitura di Tim ma è qui che Urso punta il suo interrogativo: c’è di mezzo Huawei? Il gigante cinese è infatti da tempo al centro delle attenzioni delle intelligence occidentali e sulle tecnologie 5G lo stesso Copasir si è espresso in modo molto netto chiedendo di mettere al bando l’azienda cara a Xi Jinping.

Il governo è corso ai ripari modificando la normativa sul golden power e introducendo il perimetro di sicurezza cibernetica nazionale. Potrebbe quindi Huawei aver superato le maglie del legislatore ed essere fornitore chiave di questa importante iniziativa? Il dubbio lo pone il vicepresidente del Copasir e non investe la legittimità delle scelte dell’operatore telefonico ma gli aspetti di possibile interesse della sicurezza nazionale.

Il parlamentare di Fratelli d’Italia scrive che “non è soprattutto chiaro con quale procedura sia avvenuta tale disposizione che di fatto dà accesso a un operatore di rete e al suo fornitore di una infrastruttura critica quale la rete di una struttura sanitaria”. Ed è per questo che chiede al Mise di sapere “quali iniziative di controllo/supervisione intenda assumere nei confronti di Infratel e dell’iniziativa Wi Fi Italia”.

Sullo sfondo sembra di cogliere le preoccupazioni per le dichiarazioni del presidente cinese che in una telefonata con il premier italiano ha affermato di voler realizzare una Health Silk Road, una Via della Seta della Salute. Che questa possa essere una tappa?

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