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Censura cinese. Il Parlamento Ue chiede la testa dell’ambasciatore a Pechino

Che ne sarà dell’ambasciatore europeo a Pechino, il francese Nicolas Chapuis, l’uomo che ha autorizzato la pubblicazione della lettera sul China Daily nonostante la censura del governo di Pechino, come raccontato da Formiche.net, abbia imposto la rimozione di ogni riferimento all’origine cinese del coronavirus? 

Laurence Norman, corrispondente da Bruxelles del Wall Street Journal, ha chiesto spiegazioni della vicenda alla Commissione europea, secondo cui è stato un “errore”. Ma nonostante questo l’esecutivo comunitario non ha messo in discussione la posizione del diplomatico francese, anche se molte voci continuano a circolare sul suo futuro.

Oggi la delegazione europea a Pechino ha pubblicato una dichiarazione che sa molto di difesa dell’operato dell’ambasciatore Chapuis. Nel farlo, però, conferma un particolare: la lettera era stata inviata anche al People’s Daily, il principale organo di propaganda del Partito comunista cinese, che non ha pubblicato neppure la versione emendata della lettera. Reinhard Bütikofer, eurodeputato tedesco e portavoce dei Verdi europei per la politica estera, ha chiesto le dimissioni di Chapuis in una dichiarazione a Politico Europe: “Se l’ambasciatore ha davvero deciso di accettare la censura, allora è l’uomo sbagliato per quel lavoro e deve andarsene”. “Mentre la Cina ha i suoi diplomatici ‘lupi guerrieri’, gli ambasciatori dell’Unione europea agiscono come pecore”, aveva scritto ieri Bütikofer su Twitter.

L’ambasciatore Chapuis è molto stimato a Bruxelles. Molti sottolineano che conosce la lingua cinese come pochi diplomatici e funzionari dell’Unione europea. Ma la pressione politica si sta alzando e dopo i due inchini a Pechino — questo e quello sul report sulla disinformazione (qui l’approfondimento di Formiche.net) — molti eurodeputati vogliono vedere rotolare una testa. E potrebbe essere la sua. Un sacrificio che potrebbe evitare all’Alto rappresentante Josep Borrell ulteriori imbarazzi. 


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