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Vi spiego cosa ha fatto l’Anac durante la pandemia (e non solo). L’intervento di Michele Corradino

Di Michele Corradino

In un articolo pubblicato domenica su questa testata il prof. Arturo Cancrini ha criticato il contributo a suo dire “decisamente marginale e poco incisivo” svolto dall’Anac nella fase dell’emergenza sanitaria che si sarebbe “tradotto in poco più che sollecitazioni, suggerimenti e ridondanti “memo riepilogativi”. Desume, anche da questo, l’esigenza di una modifica delle competenze dell’Autorità o persino la necessaria “sospensione delle funzioni” (sic).

Il prof. Cancrini, che conosco e stimo, può dare atto della circostanza che in numerosi dibattiti pubblici, cui abbiamo partecipato insieme e da ultimo durante le riunioni della Commissione per la stesura del Regolamento attuativo del codice dei contratti, ho affermato l’esigenza di una riforma dell’Anac che – pur in direzione differente da quella proposta nell’articolo – faccia concentrare le sue preziose preparatissime professionalità umane e le sue immense risorse informative e informatiche nella valorizzazione dell’apporto che gli appalti pubblici possono dare allo sviluppo del Paese in un quadro irrinunciabile di rispetto delle regole e di prevenzione della corruzione.
Tra poco più di un mese tornerò in ogni caso a fare il magistrato e mi sento pertanto ancora più libero di tracciare un bilancio e sostenere tali prospettive di riforma. Proprio per questa sensazione di libertà non riesco ad accettare che, per rappresentare esigenze di riforma, non si dia atto dello sforzo che tutti i dipendenti dell’Autorità e i consiglieri, pur nelle immense difficoltà derivanti dalla situazione emergenziale, hanno profuso per dare il proprio apporto al Paese in questo momento così complesso.

Vorrei per questo ricordare alcuni provvedimenti emanati nel periodo, tutti consultabili nella pagina web dell’Anac dedicata all’emergenza Covid. Provvedimenti sui quali, peraltro, è stato in più occasioni espresso consenso da parte delle maggiori Associazioni di categoria.

In particolare, l’Anac:

• allo scopo di velocizzare le procedure, ha offerto alle stazioni appaltanti di stipulare protocolli di vigilanza collaborativa per supportare le amministrazioni nella gestione dell’emergenza anche al di là degli ordinari limiti imposti dalla normativa e dalle risorse disponibili;

• allo scopo di favorire interpretazioni omogenee e non paralizzanti, ha indicato, con un provvedimento, alle amministrazioni come operare nella materia degli appalti pubblici alla luce dei decreti legge dell’emergenza che – non trattando direttamente la materia delle gare ma incidendo in via generale sui procedimenti amministrativi – avevano creato non poco disorientamento nelle stazioni appaltanti;

• allo scopo di evitare un blocco degli appalti, ha trasmesso al Governo e al Parlamento una segnalazione urgente, con riferimento al d.l. 18/2020 e al d.l. 23/2020, sottolineando il rischio che la sospensione in via generale dei pro-cedimenti amministrativi ivi prevista potesse comportare la paralisi ingiustificata delle gare e offrendo soluzioni normative praticabili per consentire una rapida ripresa dei procedimenti amministrativi interrotti o rallentati;

• allo scopo di fare chiarezza sulla sua posizione, ha espressamente precisato, a fronte di alcune rischiose dichiarazioni alla stampa di esponenti politici locali che potevano risultare disorientanti, di non avere mai chiesto alle stazioni appaltanti di sospendere le procedure di gara per l’emergenza ma anzi di essere disponibile ad ogni tipo di collaborazione per il buon esito delle stesse;

• allo scopo di consentire alle Amministrazioni di concentrarsi sulle attività connesse all’emergenza sanitaria, ha sospeso praticamente tutti gli adempimenti previsti nei confronti dell’Autorità da parte delle stazioni appaltanti e dalle amministrazioni in generale ben al di là di quanto previsto dalla normativa primaria, prevedendo che non sarebbe stata comunque iniziata attività di vigilanza per il ritardo nell’adempimento di attività il cui termine non poteva essere sospeso attraverso un provvedimento dell’Anac;

• allo scopo di garantire liquidità immediata alle imprese, ha chiesto al Parla-mento e al Governo con una segnalazione urgente di modificare la normativa primaria in modo da consentire alle amministrazioni i pagamenti in favore delle imprese dei Sal non ancora scaduti cioè dei pagamenti parziali per i lavori già effettuati ma non ancora saldabili.

Il Prof. Cancrini ci informa del fatto che l’Anas ha già adottato tale procedura e me ne compiaccio, segnalando tuttavia che, in assenza di norma specifica che lo consenta, un tale pagamento compiuto da un soggetto pubblico potrebbe esporre il funzionario a responsabilità contabile. L’intervento normativo auspicato dall’Anac mira proprio ad evitare tale rischio, scongiurando, peraltro, il prevedibile e comprensibile rifiuto dell’amministrazione di provvedere al pagamento. Segnalo che il dibattito politico intervenuto sul punto ha espresso pressoché unanime consenso su tale proposta, immaginando la possibilità di prevedere la norma a regime;

• allo scopo di rassicurare le stazioni appaltanti in ordine alla possibilità di utilizzare le procedure semplificate già previste dall’ordinamento nelle ipotesi di emergenza e allo scopo di garantire una loro veloce utilizzazione, ha pubblicato un vademecum operativo riepilogativo di tutti gli istituti dell’emergenza sparsi tra Codice dei contratti, norme speciali e ordinanze di protezione civile. Analoghe iniziative sono state assunte dalla Commissione europea che ha emanato un’apposita comunicazione sulle materie di sua competenza e da numerosi Governi nel mondo;

• allo scopo di aiutare concretamente la ripresa, ha messo a disposizione della comunità parte del proprio bilancio proponendo al Governo di utilizzare 40 milioni di euro di cui disponeva in cassa per esonerare il sistema imprenditoriale dal pagamento del CIG per tutto l’anno in corso. Il Governo ha inserito tale disposizione nel decreto rilancio;

• allo scopo di garantire la legalità pure in questa fase, ha svolto una speciale attività di vigilanza nei confronti delle gare dell’emergenza curando – come espressamente richiesto dal Consiglio agli uffici con dichiarazione a verbale – di fare in modo che le istruttorie non incidessero sull’operatività delle amministrazioni rallentandone i procedimenti. Qualcuna di queste attività di vigilanza, su casi particolarmente gravi, è stata oggetto di articoli di stampa che hanno addirittura pubblicato copia delle lettere riportanti il protocollo di arrivo alla stazione appaltante. Esse pertanto sono ormai conosciute, molte altre sono in corso e – come ben può comprendersi – coperte dal segreto istruttorio;

• allo scopo di fronteggiare il rialzo ingiustificato dei prezzi dei beni acquistati dalle amministrazioni durante il periodo dell’emergenza, ha accompagnato l’attività di vigilanza con un monitoraggio delle condizioni economiche volto a fornire indicazioni di benchmarking alle stazioni appaltanti;

• la stampa ha altresì fatto menzione dell’attività informale che membri dell’Anac, e in primis il suo presidente, stanno fornendo al Governo nella redazione delle norme di semplificazione del codice dei contratti pubblici.

A ciò va aggiunto che tutti i dipendenti dell’Autorità e il Consiglio hanno svolto, pur da remoto, la propria attività senza alcuna soluzione di continuità e che una speciale assistenza è stata data alle Amministrazioni in prima linea nel fronteggiare le conseguenze della pandemia, anche senza formalità , anche via whatsapp, durante le fasi più concitate dell’emergenza per gli acquisti da compiere immediatamente e necessariamente per la tutela della vita delle persone.

Mentre molti discutevano in piena crisi sul cosa e come fare e sul come cambiare il codice dei contratti pubblici e le funzioni dell’Anac per rilanciare l’economia, nessuno in Autorità – e ne sono testimone diretto – si è tirato indietro nell’adempimento dei propri doveri per dare il proprio contributo immediato, concreto e diretto per la tutela dell’interesse pubblico.

Forse, come sempre, poteva farsi di più ma negare quanto è stato fatto è ingiusto e non contribuisce certo al dibattito in corso sulla riforma del sistema che è necessaria ma che merita approfondimenti più costruttivi.



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