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La guardia civica serve, eccome. Per il governo (che si divide ancora)

Assistenti civici? No grazie. La proposta di istituire 60 mila “assistenti civici” per vigilare sul distanziamento sociale continua a far discutere il governo Conte bis. L’idea, avanzata, fra gli altri, dal sindaco di Bari Antonio Decaro e dal ministro degli Affari regionali dem Francesco Boccia, ha aperto un vivace dibattito fra maggioranza e opposizioni.

La più sonora bocciatura arriva da chi ha l’ultima parola tecnica su un’iniziativa che inevitabilmente riguarda la gestione dell’ordine pubblico. “Non dovranno comportare compiti aggiuntivi per le prefetture e per le forze di polizia già quotidianamente impegnate nei controlli sul territorio”, fanno filtrare fonti del Viminale. Durissimo Stefano Buffagni. Il grillino numero due del Mise non le manda a dire su Twitter: “Assistenti civici per me no. Con il Movimento questa proposta non è stata condivisa e non la vogliamo. Noi siamo al governo per fare il bene dei cittadini nonostante le tante difficoltà”. Post scriptum: “Basta sparate. Serve responsabilità e serietà”.

 

Fra i rosso-gialli l’ipotesi di un esercito di assistenti fa parlare più che nel centrodestra. Giorgia Meloni denuncia la nascita di una “milizia organizzata”. Matteo Salvini rincara la dose, ma poi fa il pompiere e approva “la marcia indietro di una parte del governo” sui “guardiani”. Non si spegne tanto facilmente il battibecco di governo. Tanto basta a Italia Viva per rompere l’esile tregua stipulata dopo l’affaire Bonafede. La tocca piano Matteo Renzi: “Sono una follia”. Lo seguono, con disciplina militare, i suoi colonnelli. “Non convince da nessun punto di vista”, dice Ivan Scalfarotto, il vice di Luigi Di Maio alla Farnesina. E poi ancora Ettore Rosato: “La proposta non sta in piedi”. Maria Chiara Gadda: “Clamoroso autogol”. “Schiocchezza”, dice Gennaro Migliore. Anche fra i Cinque Stelle si fa strada l’imbarazzo. Socchiude il sipario il capo Vito Crimi, “La misura va bloccata, vogliamo vederchi chiaro”. Il suo collega di partito e di Viminale Carlo Sibilia cerca di sviare con una battuta, “Facciamo che è stato solo un momento di distrazione collettiva”.

Niente a confronto del dem Matteo Orfini, già presidente del Nazareno. Nella sua chiosa c’è tutto il clima del Conte bis alla vigilia di un’estate caldissima. “Non servono assistenti civici. Servono ministri che facciano i ministri e amministratori che facciano gli amministratori. Non una schiera di influencer che commentano indignati le foto del giorno”.

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