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Su Bonafede Salvini non troverà la sponda di Renzi. Parola di Mastella

“Indubbiamente Renzi è nella condizione particolare di aver creato, di fatto, questo governo, oggi per limitatezza di consensi elettorali deve ritagliarsi il suo spazio e il suo ruolo”. A questo si deve, secondo il più volte ministro (anche della Giustizia) Clemente Mastella la posizione del partito di Matteo Renzi di fare pressing sul governo. Ma c’è il rischio che Italia Viva voti con le opposizioni sulla mozione di sfiducia al ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, depositata proprio oggi in Senato? Secondo Mastella no, sarebbe un passo troppo più grande della gamba, che porterebbe alle elezioni anticipate. E a quel punto i partiti, tutti, ne uscirebbero ancora più indeboliti.

Partiamo dalla mozione di sfiducia presentata dalla Lega e dal centrodestra: c’è la possibilità, a suo giudizio, che Italia Viva si affianchi a loro aprendo, di fatto, una crisi di governo?

Non credo che Italia Viva possa attraversare il Rubicone e fare un’alleanza con il centrodestra, anche se si tratta della sfiducia a Bonafede. Cambierebbe lo status politico senza avere all’orizzonte un’alternativa credibile, praticabile, quindi con il rischio serio di andare alle elezioni. E credo che gran parte di Italia Viva non condivida questo atteggiamento. Detto questo, qualcuno ha comunque sbagliato.

A cosa si riferisce?

Ha sbagliato chi ha fatto all’inizio Bonafede ministro. Non si è mai visto un ministro così disastroso nella conduzione del dicastero. I 5 Stelle si difendono dicendo: “Ce l’hanno con Bonafede perché è un ministro scomodo, di grande tempra morale”. Puoi avere anche la tempra morale, ma comunque non saper fare il ministro.

Forza Italia si è dimostrata responsabile in questo momento di crisi, pur non lesinando critiche alla maggioranza. Perché questa mozione con la Lega?

Ho visto una serie di responsabili in Forza Italia in questo periodo, però la sollecitazione di fare alleanza vista la debolezza della maggioranza di governo è più forte della spinta al rendersi responsabili di questa situazione.

Non è la prima volta che Renzi calca la mano su una possibile crisi di governo. Pensiamo allo scontro sulla prescrizione di febbraio in cui minacciò proprio di arrivare a una mozione di sfiducia a Bonafede. A cosa punta Renzi?

Indubbiamente Renzi è nella condizione particolare di aver creato, di fatto, questo governo, oggi per limitatezza di consensi elettorali deve ritagliarsi il suo spazio e il suo ruolo. Lo sta facendo, devo dire, anche attraverso battaglie giuste. Anche perché il Pd oggettivamente è costretto a dire: “Se cade questo governo si va a casa”.

Si parla di elezioni anticipate…

Anche il Capo dello Stato sembra essere della stessa idea. Vedo che lo scrivono anche i quirinalisti, quindi c’è un’attendibilità di fatto.

Zingaretti ha detto “No alla politica degli sgambetti” e che il Pd non si presterà al ritorno della politica del chiacchiericcio. Ma concretamente, cosa può fare per migliorare il rapporto con Italia Viva nella maggioranza?

Quando ci sono le scissioni soprattutto all’inizio il rapporto è un po’ più complicato, poi man mano che si va avanti la situazione si stabilizza, con il riconoscimento reciproco soprattutto quando si parla all’interno della stessa area di alleanza. Si fa quindi meno cenno a quello che è stato il motivo delle divisioni e dell’uscita. Non credo sia possibile trovare un modo, però, per eliminare problemi e difficoltà. Questo governo ha in sé una debolezza intrinseca, ma ora l’avrebbe qualsiasi governo.

Se si andasse a votare non ci sarebbe un governo più stabile?

Se si andasse al voto, da quello che vedo, credo si arriverebbe alla stessa situazione a cui assistiamo oggi. Per ora, poi bisogna vedere cosa succede.

Qual è il rischio maggiore, se si andasse al voto?

Il rischio maggiore è, per tutti i partiti, di uscire mazzolati dalle elezioni. E emergerebbero nuovi soggetti politici.

Il partito di Conte?

Non, credo. Non so quello che accadrà, ma Conte è all’interno del sistema, non fuori. Se lei mi dicesse, invece, se i 5 Stelle andranno al voto uniti ecco, io penso di no, si spaccheranno ulteriormente.

Che partito sarebbe, il Movimento 5 Stelle diviso?

Qui al sud M5S ha avuto consensi inverosimili superando anche il 50% in alcuni casi. Ora credo che se arriveranno al 15% sarà oro. Saranno una forza di opposizione, dopo tutto è quello che hanno sempre fatto e che sanno fare bene.

Nel centrodestra, invece, sembra che a subire di più la crisi sia la Lega di Salvini, pur restando a quota 25% nei sondaggi. Continuerà a calare, secondo lei?

Secondo me sì, calerà ancora. Forse terrà un po’ di più al nord, ma al sud inizia a calare molto. Io dico, puoi essere contro il governo, ma non occupi il Parlamento. È una iniziativa incomprensibile in un momento in cui c’è un’emergenza nazionale. Lo puoi contrastare con proposte alternative, ma non occupando le aule.

Intanto Fratelli d’Italia guadagna consensi…

La loro strategia in cui il dissenso non è estremizzato. Il bello è che doveva essere il contrario, invece no.

Come uscirà, la politica italiana, da questa crisi?

Profondamente cambiata. È difficile prevedere come, ma ci sarà uno spariglio sul piano generale.

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