Un successo a suggello di un cambio di guardia. La liberazione della cooperante Silvia Romano ha evidenziato, in chiaro, il prezioso lavoro delle donne e degli uomini impegnati nel servizio di intelligence estera, l’Aise. E non poteva essere questa una circostanza migliore per salutare il generale Luciano Carta che lascia la guida dell’Agenzia per assumere la presidenza di Leonardo, il campione nazionale dell’industria aerospaziale e della difesa. Al suo posto il governo guidato da Giuseppe Conte, sentito il parere del Copasir guidato da Raffaele Volpi, ha confermato la scelta di promuovere Giovanni Caravelli, come già peraltro era emerso nei giorni scorsi.
Si tratta di una scelta che valorizza e premia una lunga esperienza proprio nell’apparato di intelligence di cui è stato vicedirettore per ben sei anni. Abruzzese, 59 anni, nato a Frisa, in provincia di Chieti, Caravelli è un generale di corpo d’armata dell’Esercito. Prima di arrivare a Forte Braschi è stato, dal 2013 al 2014, direttore del Reparto informazioni e Sicurezza dello Stato maggiore della Difesa. Istituito nel 1998 e operativo dal 2000, il reparto di 007 militari nacque in sostituzione dei Sios (Servizi informazioni operative e situazione) delle singole Forze Armate e interagisce esclusivamente con l’Aise.
Prima ancora, il generale ha guidato una struttura d’élite del Sismi. È inoltre stato comandante della Brigata Informazioni Tattiche (ex Brigata RISTA-REW), brigata che raggruppa le unità di guerra elettronica appartenenti all’Esercito italiano, alle dipendenze del Comando delle forze operative terrestri di supporto, e impiegata nell’analisi del traffico dati, fonia, radar e guerra elettronica delle possibili controparti su un teatro di operazioni.
La scelta di Caravelli, il primo vicedirettore per anzianità, affiancato dai vicedirettori Angelo Agovino, generale dei Carabinieri, e Giuseppe Caputo, generale di brigata della Guardia di Finanza, premia quindi la continuità dell’operato dell’agenzia. Caravelli ha infatti una consolidata esperienza in campo internazionale, e ha seguito da vicino molte delle più delicate missioni estere sotto il coordinamento dell’Aise. Fra queste la crisi in Libia, che ha visto l’ex vicedirettore molto attivo in questi ultimi mesi, intavolando un dialogo tanto con il governo riconosciuto dall’Onu di Fayez al Serraj quanto con il Feldmaresciallo della Cirenaica Khalifa Haftar. Un’altra missione che il generale conosce bene è quella in Afghanistan, che ad oggi vede circa 800 soldati italiani nell’ambito della missione Nato Resolute Support.
La nomina del nuovo direttore dell’Aise giunge in un momento denso di sfide per l’intelligence italiana. Diversi sono infatti i (vecchi e nuovi) fronti della sicurezza che sono stati aperti dalla pandemia del Covid-19. Dal terrorismo internazionale, anche con uso di armi chimiche e batteriologiche, alla minacce all’economia nazionale e al Sistema Paese passando per la doverosa attenzione agli scenari geopolitici in tumultuosa evoluzione. Dalla dipendenza estera delle catene produttive (soprattutto di settori strategici in questo momento, come farmaceutico e biomedicale) all’esposizione delle aziende strategiche italiane alle mire di attori ostili, passando per la disinformazione e la propaganda.
Una minaccia, quest’ultima, cui Caravelli sembra prestare particolare attenzione. In una lettera indirizzata a un convegno dell’Università di Chieti nel maggio del 2019, l’allora vicedirettore aveva sottolineato come “all’interno dell’ecosistema digitale nel quale l’intero mondo è oggi immerso, le informazioni ‘vere’ sono come impastate in un miscelatore ove la disinformazione rappresenta un’arma dalle potenzialità illimitate”. Di qui la necessità per l’intelligence di “saper ricercare, selezionare, leggere ed elaborare ogni singola informazione, ogni frammento di notizia per farne un prodotto di intelligence utile alla salvaguardia della sicurezza dello Stato”.
Nelle prossime settimane il Presidente del Consiglio ed il Direttore generale del Dis torneranno a convocare il Comitato Interministeriale per la Sicurezza della Repubblica per indicare il successore di Caravelli come vice all’Aise. Altri cambiamenti potrebbero quindi interessare i vertici dell’Aisi. Un piccolo grande risiko volto a ridisegnare più complessivamente la linea di comando degli apparati che sovrintendono alla sicurezza nazionale. Si tratta di scelte delicate e cruciali dal punto di vista istituzionale. L’esito positivo della vicenda che ha riguardato la liberazione di Silvia Romano e le numerosissime operazioni che sono destinate a restare segrete confermano l’importanza che si prosegua con la dovuta ponderazione e con un dialogo costruttivo fra maggioranza e opposizione. Anche questo è interesse nazionale.