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Ecco perché il digiuno interreligioso è un appello anche ai laici

Si terrà il 14 maggio una giornata di preghiera, digiuno e opere di carità per liberare il pianeta dal coronavirus. Lo propone l’“Alto Comitato per la fratellanza umana” composto dai tanti capi religiosi che si ispirano al Documento sulla fratellanza umana, firmato da papa Francesco e dal grande imam di al-Azhar, Ahmed al-Tayyeb, il 4 febbraio 2019.

“Il nostro mondo affronta oggi un grave pericolo – si legge nell’appello dell’Alto Comitato per la fratellanza umana – che minaccia la vita di milioni di persone in tutto il pianeta, ossia la rapida diffusione del coronavirus. Mentre confermiamo l’importanza del ruolo dei medici e quello della ricerca scientifica nell’affrontare questa epidemia, non dimentichiamo di rivolgerci a Dio Creatore in tale grave crisi”. Di qui l’invito a “tutte le persone, in tutto il mondo, a rivolgersi a Dio pregando, supplicando e facendo digiuno, ogni persona, in ogni parte del mondo, a seconda della sua religione, fede o dottrina, perché Egli elimini questa epidemia, ci salvi da questa afflizione, aiuti gli scienziati a trovare una medicina che la sconfigga, e perché Egli liberi il mondo dalle conseguenze sanitarie, economiche e umanitarie della diffusione di tale grave contagio”.

Abbiamo qui tutti gli elementi per definirlo un digiuno interreligioso, cioè un digiuno che chiede a cattolici, protestanti, ortodossi, musulmani, ebrei, buddhisti, induisti, sikh e così via enumerando di unirsi nella preghiera e nel digiuno. E quelli che con un linguaggio condiviso sebbene sbagliato definiamo “laici”, cioè quei cittadini che non si riferiscono esplicitamente ad una confessione e che hanno nella filosofia dei Lumi il loro riferimento? Nella celeberrima Dichiarazione dei diritti dell’Uomo e del Cittadino del 1789 c’è la risposta. In questo testo noto a tutto il mondo si indicano i diritti naturali, inalienabili e sacri dell’uomo, affinché “i reclami dei cittadini, fondati d’ora innanzi su dei princìpi semplici e incontestabili, abbiano sempre per risultato il mantenimento della Costituzione e la felicità di tutti. In conseguenza, l’Assemblea Nazionale riconosce e dichiara, in presenza e sotto gli auspici dell’Essere Supremo, i seguenti diritti dell’uomo e del cittadini”.

Dunque la Dichiarazione del 1789, che costituirà anche il preambolo della Costituzione Francese del 1791, definisce questi diritti in presenza e sotto gli auspici dell’Essere Supremo. La Dichiarazione, come è noto, si riferisce a quei principi irrinunciabili, “libertà, eguaglianza e fratellanza” che rendono difficile pensare che esistano fratelli in assenza di un loro padre. Anche per questo, ritengo, si è spesso detto che è la fratellanza a dare senso a libertà e uguaglianza e che non sta scritto da nessuna parte che la filosofia dei Lumi si fondi, come sarebbe irragionevole ritenere, su un io che si crede sovrano, padrone di se stesso in senso assoluto.

Molte odierne contrapposizioni derivano da questa idea dell’“io sovrano” e dal fatto che la Chiesa cattolica ha ritenuto a lungo che non esistessero diritti umani, i diritti erano di Dio e la Chiesa era deputata in terra a garantirne il rispetto. Questo bivio l’umanità lo ha superato dai tempi di Giovanni XXIII, il primo papa a parlare di diritti umani, poi riconosciuti solennemente dal Concilio Vaticano II, insieme alla libertà di coscienza, che prima era definita un’abiezione. Questo cammino, coerente e chiarissimo della Chiesa cattolica, ha solennemente indicato ai cattolici al riguardo delle altre religioni nella Dichiarazione Conciliare Nostra Aetate che “La Chiesa cattolica nulla rigetta di quanto è vero e santo in queste religioni. Essa considera con sincero rispetto quei modi di agire e di vivere, quei precetti e quelle dottrine che, quantunque in molti punti differiscano da quanto essa stessa crede e propone, tuttavia non raramente riflettono un raggio di quella verità che illumina tutti gli uomini.” E finalmente, nel febbraio del 2019, ad Abu Dhabi, anche la massima autorità teologica dell’Islam sunnita, lo sceicco dell’Università Islamica di al-Azhar, ha condiviso questa visione, firmando con Papa Francesco quel Documento sulla fratellanza umana nel quale si afferma che “ La libertà è un diritto di ogni persona: ciascuno gode della libertà di credo, di pensiero, di espressione e di azione. Il pluralismo e le diversità di religione, di colore, di sesso, di razza e di lingua sono una sapiente volontà divina, con la quale Dio ha creato gli esseri umani. Questa Sapienza divina è l’origine da cui deriva il diritto alla libertà di credo e alla libertà di essere diversi”.

Questo Documento, che molti “laici” colpevolmente non hanno mai letto, fonda una nuova fratellanza universale. Chi lo ha scritto sembrava purtroppo consapevole che il tempo, la Storia, chiamasse l’umanità a una nuova unità nella diversità. E questa umanità ricca delle sue diversità è chiamata ora a pregare il Dio Creatore, l’Essere Supremo, in questo momento pandemico. Ovviamente chi si richiama alla filosofia dei Lumi dovrebbe rallegrarsi, sebbene sia chiaro che chi creda in un ipotetico “io sovrano”, padrone assoluto al punto di non avere né padre né madre, ma solo se stesso, non aderirà. I figli dell’io sovrano penseranno di liberarsi da soli, di vincere da soli. Anzi, potrebbero facilmente vedere in questa pandemia un’invenzione dei “poteri forti” per confiscargli le loro libertà. È un po’ quello che dice un altro appello, originante nel mondo cattolico ma opposto, nel quale si afferma che “I fatti hanno dimostrato che, con il pretesto dell’epidemia del Covid-19, si è giunti in molti casi a ledere i diritti inalienabili dei cittadini, limitando in modo sproporzionato e ingiustificato le loro libertà fondamentali”. Qui vedo la possibilità di aderire per chiunque creda nell’io sovrano.

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