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L’Internet delle cose dallo Spazio. Così la Cina avanza oltre l’atmosfera

Telecomunicazioni, Internet of Things e tecnologie spaziali. Le ambizioni di Pechino in queste tre aree d’innovazione si sono incontrate oggi a bordo di un lanciatore spaziale Kuaizhou-1A. A pochi giorni dal lancio della nuova navicella per taikonauti, la Cina ha annunciato il successo di un’altra missione ambiziosa. Lontana dall’esplorazione di Luna e Marte, punta a realizzare una costellazione nella bassa orbita terrestre che agevoli la connettività sulla Terra.

IL LANCIO

Due satelliti sono partiti nella mattina cinese a bordo di un vettore Kuaizhou-1A dalla base di lancio di Jiuquan, nel nord ovest del Paese, forse la base più significativa per la storia del programma spaziale del Dragone. Nel pieno deserto del Gobi, il centro è ormai poco utilizzato per i lanci più rilevanti, per i quali si preferisce la base di lancio Wenchang, sull’isola di Hainan lungo la costa sud del Paese, inaugurata poco più di tre anni fa. Da Jiuquan però sono partite le missioni storiche cinesi: il primo satellite nel 1970, il primo taikonauta nel 2003 (Yang Liwei a bordo di una navicella Shenzhou-5) e la prima stazione spaziale, la Tiangong-1 nel 2011, caduta rovinosamente a terra due anni.

LA MISSIONE

La stessa aura di “primato” sembra dunque avvolgere la missione odierna, comunicata dall’agenzia ufficiale di stampa cinese Xinhua. A bordo del lanciatore Kuaizhou-1A (alla sua nona missione) c’erano i primi due esemplari della costellazione Xingyun-2. Destinati a operare nella bassa orbita terrestre, sono stati sviluppati da Xingyun Satellite Co, una controllata del colosso nazionale China Aerospace Science and Industry Corporation (Casic). I due satelliti, spiega l’agenzia di stampa di Pechino, eseguiranno test su tecnologie per l’Internet of Things (IoT) dallo Spazio, con l’obiettivo di aumentare la connettività da terra. Si parla anche di comunicazioni laser inter-satellite e una piattaforma satellitare commerciale a basso costo.

DUE SUCCESSI DI FILA

Il lancio segna il secondo successo di fila per il programma spaziale cinese in una settimana. Martedì scorso, da Hainan, era partito per la prima volta il lanciatore Lunga Marcia 5B (quello destinato a future missioni lunare e marziane) con a bordo una carico importante per le ambizioni del Dragone: la nuova navicella che servirà a portare i taikonauti a bordo del terzo “Palazzo celeste”, la Tiangong-3. Venerdì, come previsto, la navicella è dolcemente rientrata a Terra, con tre grandi paracadute a rallentare la discesa delle circa 15 tonnellate. Ieri è invece letteralmente precipitato nell’oceano Atlantico lo stadio centrale del vettore 5B che l’aveva portata in orbita, non senza preoccupazioni. Si trattava infatti “dell’oggetto più massiccio degli ultimi decenni rientrato nell’atmosfera terrestre in modo incontrollato”.

LA CADUTA DEL RAZZO 5B

“Da sabato scorso, lo stadio del razzo è stato sotto osservazione da vari radar terrestri, mentre percorreva fuori controllo un’orbita ellittica attorno alla Terra compresa tra 150 e 270 chilometri di quota”, spiega il nostro Istituto nazionale d’astrofisica (Inaf) che ha contribuito al monitoraggio della caduta. Dal 9 maggio, infatti, l’oggetto è stato monitorato dal radiotelescopio Croce del Nord, a Medicina, di proprietà dell’Università di Bologna e gestito dall’Istituto di radioastronomia dell’Inaf, operante in tandem con il trasmettitore Trf (trasmettitore radio frequenza) al Poligono interforze di Salto di Quirra, il Pisq sardo, lì dove si concentra la collaborazione tra Asi, Aeronautica militare, l’azienda Vitrociset e diversi centri di ricerca.

I FALLIMENTI RECENTI

Per il programma spaziale cinese, il lancio dei due satelliti Kuaizhou dissolve i dubbi sull’impatto del Covid-19 su ambizioni e tempistiche. Dubbi che erano stati alimentati nei mesi passati da due fallimenti piuttosto rilevanti. A marzo, il fallimento (misterioso) del Lunga Marcia 7A aveva fatto temere (vista la condivisione di tecnologie) problemi per il primo lancio del 5B. Tra l’altro, a inizio aprile di era aggiunta la falsa partenza dell’esemplare Lunga Marcia 3B, che non era riuscito a portare in orbita il satellite indonesiano per telecomunicazioni Nusantara-2.


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