L’Europa ha fatto la sua mossa!
Unione europea batte Cina 172 a 0, sono infatti 172 i miliardi di euro, di cui 81 miliardi a fondo perduto e 91 miliardi in forma di prestiti, che l’Europa ha destinato al nostro paese nel nuovo piano di salvataggio europeo.
La Presidente Von der Leyen ha presentato la strategia che intende adottare per salvare l’Unione europea dalla crisi economica e sociale generata dal Coronavirus.
Il piano della Commissione europea prevede di rilanciare l’economia tramite l’azione congiunta e coordinata di tre importanti strumenti finanziari, in particolare:
- “Next Generation EU” un nuovo strumento pensato per l’occasione, la cui dotazione complessiva prevista sarà pari a 750 miliardi di euro;
- Quadro Finanziario Pluriennale 2021-2027 (QFP) ovvero il consueto bilancio europeo di gittata temporale pari ad un settennio, per il quale si punta ad un importo di circa 1.100 miliardi di euro;
- Reti di sicurezza per lavoratori, imprese e stati il cui importo globale ammonta a 540 miliardi di euro.
“Next Generation EU” è un nuovo strumento (in Italia è al centro del dibattito politico-economico con il nome di Recovery bond) che si finanzierà sui mercati internazionali tramite l’emissione di bond europei che sfruttano l’altissimo rating dell’Ue, attualmente pari ad “AAA”.
I soldi verranno rimborsati agli investitori, in quota parte per i vari Stati membri, a valere sui prossimi bilanci dell’Unione nel periodo che va dal 2028 al 2058.
A conti fatti, il saldo tra i miliardi che l’Italia come terzo contributore al bilancio europeo, trasferisce nelle casse dell’Europa e quelli che verranno assegnati al nostro paese, sarà positivo per qualche decina di miliardi (non accadeva da decenni).
Le risorse di “Next Generation Eu” saranno utilizzate tramite i programmi sia nuovi che esistenti e verranno declinate su tre pilastri, in particolare:
Sostegno per la ripresa degli stati membri verrà attuato tramite:
– Strumento di ripresa e resilienza che beneficerà di 560 mld di euro (80% delle risorse) di cui 310 a fondo perduto e 250 prestiti e sarà mobilitato prevalentemente per gli investimenti e le riforme essenziali per una ripresa duratura;
– Iniziativa React Eu per potenziare il sostegno alla coesione e rendere le economie più resilienti e sostenibili, con un finanziamento aggiuntivo di 55 mld di euro destinato alla politica di coesione di cui 5 mld di euro già nel 2020 e 50mld di euro nel biennio 2021 – 2022;
– Just Transition Fund, il fondo dedicato al raggiungimento della neutralità climatica vede un aumento delle proprie risorse che lo portano a raggiungere un totale di 40 mld di euro;
– Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale (Feasr) è interessato da un potenziamento di 15 mld di euro per sostenere gli agricoltori europei.
Ripartenza dell’economia e sostegno agli investimenti privati saranno garantiti tramite:
– Creazione di liquidità e solvibilità per le imprese tramite l’implementazione (nel Fondo Europeo Investimenti Strategici Efsi) di uno strumento di sostegno alla solvibilità dotato di 106 mld€ (tra bilancio corrente, “Next Generation Eu” e Banca europea degli investimenti), che fornendo le garanzie per le imprese si stima possa generare un livello di investimenti di circa 300 mld di euro;
– Capacità di investimento e autonomia strategica da realizzare tramite un aumento della dotazione del programma Invest Eu fino a 15,3 mld di euro che potrebbe generare un investimento complessivo di 240 mld di euro;
Lezioni apprese dalla crisi riguardano in primo luogo:
– Il settore sanitario che verrà potenziato con un nuovo programma EU4Health dedicato alla sicurezza sanitaria e alla gestione delle future crisi dotato di 9,4 mld di euro;
– Il Meccanismo di Protezione Civile europeo (RescEU) che verrà potenziato e avrà una dotazione complessiva di 3,1 mld di euro;
– Il Programma Horizon Europe vedrà un ulteriore incremento finanziario che lo porterà a raggiungere l’importo totale di 94,4 mld€ per il sostegno alla ricerca nei settori sanità e clima ma anche il sostegno alle attività di innovazione.
La domanda che adesso dovremmo porre a noi stessi è se l’Italia, che non ha mai saputo approfittare delle risorse di coesione in modo efficace, saprà d’ora in poi utilizzare al meglio le risorse messe a disposizione dalla solidarietà europea redigendo, finalmente, un programma di politica industriale nazionale ed un piano di infrastrutturazione del Mezzogiorno.