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Opere pubbliche e famiglia. Ecco come Conte avvia la fase 2 del governo

Doveva essere un aggiornamento del programma, e invece sembra il giorno zero del governo Conte tris. La sortita di Matteo Renzi al Senato con la mozione di sfiducia al ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, prima ventilata, poi negata, ha già prodotto i suoi effetti.

Il premier Giuseppe Conte si presenta alla Camera per un’informativa sulla Fase 2. Che, a sentirlo, sembra una Fase 2 anche del suo governo. Il discorso in aula inizia con una difesa di quanto fatto negli ultimi mesi. “Forse non tutti avrebbero allora assunto decisioni così sofferte, suscettibili di incidere su alcuni diritti fondamentali, tuttavia dopo tre mesi esatti dal primo caso possiamo affermare in coscienza di aver compiuto la scelta giusta”, dice il premier.

Quello di Conte è un intervento a 360 gradi. Espone un programma di governo, quasi a richiedere una fiducia immaginaria alle Camere il giorno dopo il brivido corso a Palazzo Madama.

C’è un (ri)tocco squisitamente renziano nella tabella di marcia snocciolata a Montecitorio, quando Conte annuncia solennemente che il governo “sta lavorando a un nuovo decreto legge sulla semplificazione, per fornire all’Italia gli strumenti per ripartire”.

Eccoli, i cantieri che Italia Viva ha chiesto di sbloccare, non ieri, ma già a gennaio, quando ha presentato un “piano shock” da 120 miliardi di euro. “Non voglio poltrone, ma cantieri” chiosa l’ex premier a chi nella maggioranza, in queste ore, attende preoccupato il conto della “grazia” a Bonafede. Il decreto-semplificazione, dice Conte, “riguarderà il settore delle infrastrutture. È la madre di tutte le riforme, l’unica in grado di rilanciare il nostro Paese”.

Ma l’informativa in aula si trasforma nel tratteggio di un nuovo programma, che non lascia (quasi) nulla fuori. C’è lo scontro Irap da 4 miliardi di euro, altra richiesta posta sul banco da Italia Viva, e accolta a Palazzo Chigi.

E dopo ancora il Family Act, il taglio dell’Imu per alberghi, il fondo per il Turismo da 50 milioni di euro, il Dl ricapitalizzazione per le imprese. Una strigliata alle banche, il sistema “può e deve fare di più per erogare i prestiti”, dice Conte, in fondo “si possono erogare prestiti nel giro di 24 ore”.

Poi un passaggio su Immuni, l’app di contact tracing scelta dal ministro dell’Innovazione Paola Pisano che dovrà monitorare gli italiani e il virus nella Fase 2, bocciata dal Copasir per la partecipazione di un’azienda cinese nella società che l’ha sviluppata, Bending Spoons. Un terreno scivoloso, su cui il governo però intende proseguire, annuncia il premier: “Nei prossimi giorni partirà la sperimentazione su questa nuova applicazione, i dati verranno usati solo per la tracciabilità del virus”.

Il premier-avvocato parla, l’opposizione rumoreggia, qualcuno fischia. La seduta è sospesa. Non c’è aria di “unità nazionale”, da un po’. E pensare che, prima di entrare alla Camera, Conte, scampato il pericolo Renzi, ha offerto un ramoscello d’ulivo agli avversari. In un’intervista al Foglio, ha annunciato un “patto in tre punti” alle opposizioni: giustizia, semplificazione, riduzione delle tasse.

Chissà se l’offerta tenterà qualcuno in casa centrodestra. Difficile che tenti i suoi elettori, svela un sondaggio Swg. Più della metà, il 59%, vuole “un’opposizione forte”, perché “non siamo più nella fase di emergenza”. Chi afferrerà il ramoscello di Conte conosce già i rischi.


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