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Qualche suggerimento per la RAI per oggi: ad esempio sessant’anni da quella Palma d’Oro a Cannes…

Ma la RAI ha mai sentito parlare di un certo Federico Fellini? E di un film chiamato La Dolce Vita?  Voi l’avete mai visto? E le nuove generazioni sanno perché via Veneto si chiama la via della Dolce Vita? Questo film che ha rappresentato universalmente il costume italiano e, da quel 20 maggio del 1960 ha conquistato, oltre la Palma d’Oro a Cannes, lo sguardo appassionato del mondo intero, rimane a noi sconosciuto. Se la RAI decidesse di fare anche cultura, La Dolce Vita potrebbe essere l’inizio perfetto. Non c’è persona, tra moda, spettacolo e jet set, che non ritenga questo film un cult della nostra cultura, e della nostra immagine. Quindi Mamma Rai ti prego, ascolta qualche consiglio che ti scrivo qui!

E’ dal 7 marzo, che sono a casa tutte le sere come tutti voi, che mi faccio sempre la stessa domanda: ma dov’é la programmazione RAI?

Qualche suggerimento per la RAI per non farci dormire mai. Qualche suggerimento per la RAI per farci vivere anche nelle serate di #iorestoacasa. Qualche suggerimento per la RAI per una ricca programmazione, che magari faccia anche cultura. Qualche suggerimento per la RAI giusto per ricordarle che i nostri registi sono nell’Olimpo della cinematografia mondiale, e non ne possiamo davvero più delle infinite repliche di fiction decennali!

Ad esempio, la RAI si è chiesta perché tutti si stanno abbonando a SKY PRIMAFILA PREMIERE, TIMVISION, CHILI, HUAWEI VIDEO, RAKUTEN TV, INFINITY e NETFLIX?

Perché la RAI, nonostante sia consapevole che non possiamo uscire dalle nostre 4 mura la sera, ci fa vedere lo stesso telegiornale dell’ora di pranzo (con gli stessi servizi e uguali interviste) per poi dilettarci con le solite infinite repliche di fiction che “al tempo” (anche diversi anni fa…) hanno riscosso un discreto successo?
Così sappiamo già che ogni lunedì (che ha compreso anche quello di Pasquetta 13 aprile!) ci sarà il solito commissario Montalbano! Inoltre, permettetemi questa parentesi, trovo di pessimo gusto la presentazione del film introdotta da Camilleri… almeno quella, dopo la sua morte, l’avrei omessa…

Appena iniziato il lock down ci siamo dovuti riguardare le repliche di Fiorello (nonostante fosse su RAI Play!), di cui avremmo fatto a meno anche della prima.
Fabio Fazio, che con il suo Che tempo che fa, oramai parla sempre e solo del COVID 19 intervistando i guru e gli opinion leader del momento, e quello che è peggio che dà la parola alla inossidabile, purtroppo diventata scontata, ripetitiva e noiosa, Littizetto. …Certo vorrei anche vedere, è anni che ce la ritroviamo ovunque, compreso Sanremo, neanche lei ha più nulla da dire! Anzi, quando affronta tematiche serie, (e purtroppo lo fa spesso) la sua ironia non è più lucida, e non ci fa neanche più sorridere scadendo in una banale polemica sarcastica che, purtroppo, del vero sarcasmo sagace non ne ha più neanche l’ombra.

Ma perché la programmazione tv della RAI è così sciatta?

Perché ci ripropone all’infinito serie che vanno in onda da decenni? Gli archivi RAI non sono vuoti! Sono, immagino, tra i più ricchi della cinematografia mondiale perché, anche se non ce lo ricordiamo, il cinema è nato qui generazioni prima di Hollywood!
Allora perché rivedere per l’ennesima volta, in 20 anni, il commissario Montalbano? Non se ne può più!

Ma neanche delle serie riproposte del Commissario Maltese con il, seppur bravo, Kim Rossi Stuart, piuttosto che rivedere la serie televisiva  La vita promessa con una indiscutibile bella e brava Luisa Ranieri nei panni di Carmela. In questi giorni la RAI ci ripropone un’altra replica: La compagnia del cigno, come se Alessio Boni non avesse girato altri film nella sua vita…

Primo messaggio per la RAI:

il 20 gennaio 1920 Federico Fellini nasceva a Rimini e quindi nel 2020 sarebbero stati 100 anni della sua nascita. Ma mandare in onda qualche film di Federico Fellini per il suo anniversario no…? Oltremodo sarebbe istruttivo in questo periodo di #iorestoacasa anche per le generazioni più giovani che ora, possono andare a letto più tardi per un risveglio mattutino più comodo. Io sono certa che a loro, così come a noi, non farebbe male vedere  e Amarcord che insieme a La stradaLe notti di Cabiria  hanno vinto l’Oscar come miglior film straniero!
Insomma non posso credere che la RAI non abbia la possibilità, qualora non li detenesse già, di acquistare i diritti d’autore di anche solo un film di Fellini!

Un altro suggerimento per la RAI:

nel 2020 si celebrano i 250 anni dalla nascita di Beethoven, e su questo immenso artista non mancano pellicole come ad esempio Io e Beethoven (Copying Beethoven), film storico drammatico del 2006. Se proprio non riesce in questa impresa, magari mandare in onda una trasmissione con Stefano Bollani o simili per illustrare le differenze tra i più grandi come Beethoven, Mozart e Bach.

Terzo suggerimento per la RAI:

Zabriskie Point, del grandissimo Michelangelo Antonioni, essendo un film del 1970 compie ben 50 anni, ed è ancora uno dei film più belli che ci possano essere.

Ultimo suggerimento per la RAI:

di approffittare di #iorestoacasa per fare anche un po’ di cultura serale (oltre ai programmi didattici del pomeriggio). Cultura cinematografica ricordando a tutti che il cinema italiano è tra quelli più amati (ed invidiati) della cinematografia mondiale. Ma se la RAI dovesse pensare che Fellini, Antonioni, Bertolucci o altri sono troppo vecchi per fare audience, allora le dico che non disdegnerei neanche (anzi tutt’altro!) la filmografia di Gabriele Salvatores, Paolo Sorrentino, Paolo Genovese o Paolo Virzì
Quindi cara RAI, basta con la stupidità, con la banalità, con i soliti Carlo Conti, Amadeus e compagnie varie, basta con le infinite repliche!

La sera, dopo cena, anche noi che ci ammazziamo di smartworking tutto il giorno davanti al PC vogliamo sdraiarci comodi sul divano e vedere qualcosa che ci arricchisca, che ci faccia conoscere le pellicole della storia del cinema italiano più amate dal mondo intero e che noi, neanche abbiamo visto mai.

La foto in homepage l’ho scattata a Zabriskie Point nella Death Valley National Park. Fabiola Cinque Copyright©

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