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Schopenhauer, il dilemma del porcospino e la Fase 2. Il commento di Celotto

Basta una passeggiata di 10 minuti a Roma per accorgersi di come in due giorni sia cambiato il nostro mondo. Sono ricominciate le doppie file, il traffico, la confusione: c’è tanta gente in giro, per fortuna quasi tutti con le mascherine e a distanza.

Sappiamo bene che dobbiamo aspettare una decina di giorni per capire se la curva dei contagi tiene o se ci possa essere una preoccupante recrudescenza, come alcuni profetizzano.

Ovviamente il punto non è banale, ma mi fa venire un dubbio. Sappiamo quanto sia stato difficile in queste settimane il bilanciamento tra esigenze sanitarie, tenuta socio-psicologia del Paese e crisi economica incombente.

Così fino a domenica scorsa siamo tutti stati sostanzialmente reclusi in casa, mentre da lunedì siamo quasi tutti usciti, quasi regolarmente, fra visite a congiunti, attività lavorative riaperte, attività motoria e ricongiungimenti familiari.

Ora se, come tutti speriamo, la curva dei contagi non risalirà ci resterà comunque il dubbio che le misure adottate fino al 3 maggio sono state troppo severe. Se invece il virus ricomincerà a diffondersi, diverrà evidente che la riapertura è stata troppo frettolosa o comunque con misure non sufficienti.

Sono ben consapevole di quanto sia difficile governare questa emergenza, ma mi torna alla mente il famoso dilemma del porcospino di Arthur Schopenhauer.

“Alcuni porcospini, in una fredda giornata d’inverno, si strinsero vicini, per proteggersi, col calore reciproco, dal rimanere assiderati. Ben presto, però, sentirono il dolore delle spine reciproche; il dolore li costrinse ad allontanarsi di nuovo l’uno dall’altro. Quando poi il bisogno di scaldarsi li portò di nuovo a stare insieme, si ripeté quell’altro malanno; di modo che venivano sballottati avanti e indietro tra due mali: il freddo e il dolore. Tutto questo durò finché non ebbero trovato una moderata distanza reciproca, che rappresentava per loro la migliore posizione”.

Speriamo che il governo per questa Fase 2 abbia trovato la soluzione adeguata: contemperare prevenzione sanitaria ed esigenze di ripresa sociale ed economica senza danneggiare troppo nessuno.

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