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La scienza non è come la religione. Paganini spiega perché

In questa fase di pandemia abbiamo trasformato la scienza in ideologia. Seguiamo religiosamente le indicazioni degli scienziati ai problemi legati al covid-19 come se fossero soluzioni definitive, dogmi. In nome della scienza, accettiamo che il governo promuova comportamenti che riducono la nostra Libertà di e da. Siamo disposti a sospendere la Costituzione che fino a poco fa era per molti intoccabile, per preservare la salute secondo le indicazioni degli esperti (scienziati?).

Ci sorprendiamo però, che le soluzioni degli scienziati siamo spesso contrastanti. Così, quella verità scientifica a cui ci affidiamo traballa. Da qui la confusione nostra e di chi governa. E quindi la nostra frustrazione che però è facilmente spiegabile.

La scienza non è come la religione. Non propone soluzioni fisse. A problemi nuovi e complessi come il Coronavirus, può dare solo tante soluzioni non definitive che richiedono tempo per trovare mediante il controllo sperimentale un qualche impianto teorico più stabile.

Non dobbiamo commettere l’errore di affidarci alla religione, che sia ideologia o scienza, ma al metodo della sperimentazione. Perché ci consente più velocemente di considerare le condizioni che mutano e trovare soluzioni sempre migliori.

Troppi cittadini e il nostro governo vogliono invece la soluzione definitiva. Quella per cui si risolve tutto, in un colpo solo. Ma non è così, e non sarà così. Il metodo sperimentale opera per prove ed errori.

La Scienza è un’insieme di attività che si servono del metodo dello sperimentare una teoria per comprendere e risolvere problemi che riguardano l’uomo. L’oggetto della scienza è molto ampio perché coinvolge tutto quello che ci circonda e che ci sta dentro, ma anche le modalità con cui conviviamo tra di noi e con le cose e gli esseri viventi con cui interagiamo. L’uomo è sempre il soggetto della scienza.

Affrontiamo problemi sempre diversi perché l’ambiente intorno a noi evolve e così anche noi. Anche le soluzioni e la comprensione che abbiamo degli stessi problemi cambia nel tempo, proprio perché nel tempo mutano le condizioni.

La teoria è la sistematizzazione di una serie di congetture, ipotesi, speculazioni o supposizioni che elaboriamo per spiegare un problema che osserviamo. Le teorie non sono mai definitive perché non esistono soluzioni finite. Ci possono sembrare tali, ma non lo sono. Infatti, sono un numero infinito le condizioni di diversità che possono riguardare quel problema. Noi ne vediamo solo una parte. Con lo scorrere del tempo ne emergeranno altre.

La scienza deve perciò promuovere la diversità. Più prospettive ci sono e più siamo in grado di trovare soluzioni diverse che più ci avvicinano alla piena comprensione dei problemi. Per farlo ci serviamo del metodo sperimentale. Di fatto, la Scienza è sperimentazione.

La sperimentazione non tende a confermare ciò che scopriamo, ma a scovare di volta in volta nuove condizioni che ci consentano di falsificare ciò che abbiamo osservato, ipotizzato e teorizzato fino ad allora.

L’ideologia e la religione si distinguono dalla scienza proprio perché negano la sperimentazione e la diversità su cui si fonda, perseguendo e proponendo soluzioni definitive sul mondo. Il tempo, guarda caso, le smentisce. Infatti, le idee definitive circa un fenomeno si crepano appena le condizioni mutano. Non sono più in grado di spiegarle.

Il Liberalismo invece, non insegue alcuna idea fissa. Si distingue dalla religione e dalla ideologia perché si affida al metodo della sperimentazione e al tempo.

Per questo, i liberali vorrebbero che si sperimentassero soluzioni diverse e nuove alla così detta Fase 2 – della riapertura – dove le condizioni lo consentono.

La proposta è stata subito categorizzata in chiave ideologica, come volontà assoluta di riaprire tutto. Non potevamo aspettarci diversamente da chi ignora la sperimentazione e tende a voler definire tutto. È un errore, comprensibile. La definizione che è all’origine della religione e dell’ideologia rassicura perché garantisce quella che sembra una soluzione certa.

Così è stato nella storia quando ci si affida alla religione per comprendere i fenomeni nuovi. O all’ideologia per risolvere problemi sociali complessi. Si ricerca quell’idea che ci da certezze. E la si affida alla burocrazia, a cui viene dato il compito di predisporre il piano, le regole, il controllo per realizzare il mondo nuovo. Perciò la politica non aiuta i cittadini a realizzare idee e progetti, ma si sottomette alla burocrazia affinché concretizzi quello che la religione della scienza ha rivelato.

Non può essere così con il Covid-19. Dobbiamo sforzarci di riconoscere l’incertezza, rifuggire le facili definizioni, e avere il coraggio di sperimentare. Costa fatica e sacrifici, ma porta soluzioni migliori e rafforza le conoscenze.

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