La Federal Emergency Management Agency ha annunciato ufficialmente che i ventilatori polmonari inviati dalla Russia negli Stati Uniti non saranno usati per ragioni di sicurezza. È “abbondanza di precauzione”, precisa la nota, ma gli ospedali del New Jersey e dello Stato di New York (dov’erano stati accolti con entusiasmo dall’operatore della torre di controllo del JFK) hanno rispedito i sistemi di respirazione – che sono prodotti sanitari salvavita per i malati di Covid-19 – alla Fema, perché è troppo grande il rischio che si possa ripetere quanto accaduto nei giorni scorsi in Russia.
Alla clinica San Giorgio di San Pietroburgo, il 13 maggio è scoppiato un incendio in un reparto di rianimazione e cinque persone ricoverate per l’aggravarsi dei sintomi prodotti dal coronavirus sono morte. Tre giorni prima c’era stato un episodio simile all’ospedale Spasokukotsky di Mosca, ma la notizia non era stata resa pubblica per non creare imbarazzi. Entrambi i casi sembrano connessi al surriscaldamento dei ventilatori, ha ammesso un funzionario governativo in conferenza stampa dopo la vicenda atroce di San Pietroburgo. La Interfax, agenzia stampa governativa russa, ha spiegato che quegli apparecchi “stanno lavorando oltre i loro limiti” e per questo i motori avrebbero preso fuoco. La Russia è ormai il secondo paese per numero di contagi, e la situazione è tutt’altro che sotto controllo.
Il Cremlino – nonostante il propagarsi del virus all’interno del proprio territorio – aveva lavorato per spingere la diplomazia sanitaria come vettore di politica internazionale. Missioni rumorose si erano viste in Italia, dove Mosca aveva inviato un dispiegamento di carattere militare (unità CBRN) per assistere il governo di Roma nel fronteggiare l’epidemia. E all’interno di questa tattica con cui la Russia intende crearsi spazi politici e spingere l’immagine da honest broker di Vladimir Putin c’era anche la fornitura di assistenza agli Stati Uniti – gli Usa hanno avuto un’esplosione virale nei primi giorni aprile davanti alla quale si sono dimostrati impreparati, e il presidente russo ha cercato di sfruttare gli spazi.
Val la pena a questo punto ricordare che i ventilatori in questione sono prodotti da una società che si chiama Aventa-M, una sussidiaria della Ural Instrument Engineering Plant (UPZ), a sua volta parte della Concern Radio-Electric Technologies (KRET), unità della Rostec, il conglomerato dell’industria tecnologica – connessa anche al mondo militare – che dal 2014 è stata messa sotto sanzioni con tutti i suoi tentacoli per via dell’annessione crimeana e della guerra nel Donbas. La struttura a scatole serve anche per evitare le sanzioni, tanto che i ventilatori Aventa-M sono attualmente in diverse parti del mondo, tra cui anche l’Italia – tra Bergamo e Milano, ma usati solo a Bergamo, perché quelli all’ospedale alla Fiera di Milano non sono stati nemmeno tolti dagli imballaggi visto il sottoutilizzo della clinica.
Mercoledì scorso Roszdravnador, il servizio federale russo che controlla le strutture sanitarie, ha sospeso l’uso di alcune serie di questi ventilatori – pare quelli prodotti ad aprile (forse difettosi perché assemblati in fretta, magari con un’accelerazione collegabile anche alle esigenze politiche con cui Putin voleva costruire la narrativa sulle spedizioni?).
Sempre il 13 maggio, 50 ventilatori americani fabbricati in California sono invece partiti verso Mosca, e altri 150 ne partiranno il 26 di questo mese, secondo i resoconti ottenuti dal governativo Voice of America. Una spedizione sostenuta al 100 per cento dall’amministrazione americana, che porterà attraverso aerei militari in Russia l’equipaggiamento medico sanitario (che include anche tecnologie nuove prodotte da alcune start-up che si sono messe al lavoro sulle nuove componentistiche durante l’epidemia). Funzionari americani hanno spiegato a VoA che si tratta di assistenza ai russi, ossia alla popolazione (e anche in questo caso c’è un aspetto narrativo), e il trasferimento tramite cargo militari è dovuto al blocco dei voli commerciali, ma “non esiste alcuna cooperazione tra i militari statunitensi e russi, come è vietato ai sensi della National Defense Authorization Act”.
(Foto: Ministero della Difesa russo, l’interno di un Antonov con i ventilatori inviati a New York)