Ben poche volte ho sentito così forte, quasi fisicamente, il pensiero e le preghiere di una moltitudine per un solo uomo. È come se per Alex Zanardi tutta Italia avesse trattenuto il respiro. All’unisono e portandosi alla mano alla bocca, milioni di persone hanno compiuto gesti uguali e sono stati attraversati da emozioni perfettamente riconoscibili. Non è possibile che sia ricapitato. Non a lui.
19 anni fa, l’emozione fu grandissima, la meraviglia per quella beffa alla morte un segnale di incredibile potenza. Lo amavamo già, ma allora Alex era uno straordinario pilota, un uomo simpatico e coraggioso e si era trasformato in icona dei motori, con uno dei più bei sorpassi dell’intera storia dell’automobilismo.
È la seconda vita di Zanardi, però, quella che lo ha portato a raggiungere vette inesplorate, trasformandolo in un modello unico e inimitabile. Insostituibile.
Un uomo – mai superuomo – a cui aggrapparsi, quando le nostre vite sembrano andare storte. Perché tutti abbiamo pensato, almeno una volta, di non aver diritto a lamentarci, se uno come Alex era riuscito ad emergere dall’inferno di quell’incidente, più forte e anche più bello di prima.
E ora questo. Non è possibile, ti dici, ti rifiuti di crederlo. Da ieri, ci siamo tutti rifugiati proprio in lui. Anche se abbiamo quasi paura di pensarlo, siamo convinti che se c’è qualcuno che possa farcela, quel qualcuno è Alex Zanardi. Capace di andare oltre un destino già sufficientemente atroce per chiunque. Guardando di nuovo in faccia una sfortuna, un destino (fate voi) che ti farebbe venir voglia di arrenderti. Per fortuna, tu Alex non sei noi. Lo scrivevamo, non un superuomo, ma un uomo speciale. Che è cosa molto più profonda e vera.
Sei in mani capacissime e questo ci consola, sarà fatto il possibile e anche di più. La razionalità, che può sempre apparire freddezza, dei bollettini medici ci spingerebbe a pensarti un paziente come tanti altri. È giusto così, la battaglia ora va combattuta in questo modo. L’unico possibile.
A noi spettatori impotenti, però, lasciaci la possibilità di aggrapparci anche al tuo mito. Ne abbiamo bisogno, perché in questi tempi disgraziati una persona come te vale le vite di tutti noi.