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Seul in soccorso di Trump, contro Bolton. Ecco come

Seul interviene in appoggio a Donald Trump nella diatriba che riguarda il libro dell’ex consigliere John Bolton, “The Room Where It Happened” – in libreria da oggi. L’ufficio del presidente Moon Jae-in ha respinto quanto scritto nel testo (l’ennesimo che infiamma la Casa Bianca e fa infuriare il presidente) a proposito dei vertici con la Corea del Nord dello scorso anno. Racconto “distorto” spiega Chung Eui-yong, direttore della sicurezza nazionale del Palazzo Blu, che ha dichiarato che quanto raccontato dall’ex collega americano rappresenta “il suo punto di vista” e non i “fatti precisi”.

È un punto per Trump, che ha più volte indicato come alterati i resoconti che Bolton ha messo nero su bianco nel suo libro. Chung ha parlato anche della possibilità che siano state fornite informazioni sensibili: aspetto che i legali della Casa Bianca hanno provato a usare per evitare la pubblicazione del libro. L’alto funzionario sudcoreano ha detto che Bolton ha divulgato unilateralmente contenuti di conversazioni riservate che si basavano sulla fiducia reciproca tra capi di Stato.

Per esempio, dice che il presidente Trump non voleva che Moon si unisse a lui durante il suo terzo incontro con il satrapo nordcoreano Kim Jong-un. Si tratta del vertice improvvisato a Panmunjom nel giugno 2019: secondo Bolton, dopo l’insistenza del sudcoreano alla fine Trump ha accettato.

Sempre stando ai racconti dell’ex consigliere (dicono che il licenziamento abbia avvelenato l’inchiostro con cui è stato scritto il libro, nda), Trump avrebbe accolto l’idea di Moon di fare altri incontri dopo il primo, ma avrebbe chiesto garanzie che si arrivasse a una qualche conclusione. L’americano voleva un accordo spettacolare su cui incidere la sua eredità e da dare in pasto agli elettori, d’altronde questo è noto. Moon, dice Bolton, invece guardava più alla forma che alla sostanza, e aveva come obiettivo solo esserci (il presidente sudcoreano, fin dalla sua campagna elettorale, ha investito molto capitale politico nel dialogo inter-coreano).

Seul aveva interesse a smentire Bolton, perché Moon in alcuni passaggio del testo appare una sorta di stalker che cercava di incunearsi – per interessi personali – all’interno del dialogo Trump-Kim. Ma nel farlo ha dato sostegno alla Casa Bianca in una battaglia scomoda – quella contro i contenuti più scabrosi del libro – che arriva in un momento delicato. Trump soffre il peso sanitario ed economico della pandemia, a pochi mesi dalle presidenziali.

Che il contributo sudcoreano – Paese con cui Trump ha avuto anche momenti di tensione, dovuti genericamente a una non facile relazione con Moon – sia stato apprezzato dalla Casa Bianca lo si capisce con un’immagine. L’articolo di Yohanp News in cui si citavano le dichiarazioni di Chung è stato ritwittato per tre volte (in forme diverse) dall’account personale di Trump: ossia ha avuto il massimo avallo nel sistema di comunicazioni del presidente americano.

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