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Da controfigura a leader. Così l’Economist incorona Conte (che gode)

Giuseppe Conte è un leader, non più “una controfigura”. Ne è convinto l’Economist, che al premier-avvocato dedica un riquadro post-pandemia intitolato: “Perché il primo ministro tecnocratico italiano è così popolare”. La risposta sta tutta nell’emergenza del Covid-19. A forza di entrare in case, salotti e comignoli a reti unificate per la conferenza stampa quotidiana, il premier, da “sconosciuto professore” si è trasformato in un capo-popolo che secondo i dati Ipsos svetta nei sondaggi di gradimento tra il 50 e il 60%.

È curioso, nota la patinata rivista britannica, “il 9 marzo Conte ha imposto uno dei più severi lockdown in Europa, e la gestione della crisi del suo governo non è stata proprio incolpevole”. Ma in fondo l’Italia è stato il primo Paese colpito dal virus e “gli italiani non solo sembra che ne abbiano tenuto conto, ma anche che abbiano apprezzato il modo in cui Conte ha assunto la responsabilità della crisi”.

Ci sono altri “leader tecnocratici”, la rivista cita Carlo Ciampi, Lamberto Dini e Mario Monti, che “sono entrati in carica con cv più illustri di quello di Conte”, nessuno come lui però è diventato “più popolare di qualsiasi leader di partito”. Cosa farsene, di questa popolarità?

L’Economist è sicuro: se non diventa “leader dei Cinque Stelle, rimasti senza dalle dimissioni di Luigi Di Maio”, il premier si farà il suo partito che “potrebbe chiamarsi Con-te”.

Eccolo il nome (non proprio originale, in inglese suona così: “With you”) che secondo la rivista prenderà il tanto chiacchierato partito del premier. Certo le urne possono trasformarsi in una doccia ghiacciata per la formazione di Conte, che “è senz’altro consapevole dell’infelice esperienza di Monti alle elezioni del 2013”. Ma rimane “una prospettiva allettante” non solo per Conte ma per un partito, il Movimento Cinque Stelle, “che ha barcollato fra fiaschi e scandali dallo scorso settembre”.

Il magazine riserva un buffetto finale a Matteo Salvini e alla sua Lega che soffre nei sondaggi l’assenza dei “rallies e delle passeggiate” del suo “Capitano”. Il quadro cambia poco, “gli italiani possono ancora dare ai loro amici europei tanto di cui preoccuparsi”. Alle spalle, in rimonta, c’è Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni, che prospera su “un conservatorismo più convenzionale, e presumibilmente anche più estremista”.

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