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Il coronavirus ha perso la sua virulenza. Parola del prof. Clementi (San Raffaele)

Ancora riecheggiano in Italia le polemiche riguardo le parole del prof. Alberto Zangrillo, direttore della terapia intensiva dell’ospedale San Raffaele di Milano, a Mezz’ora in più su Raitre circa una settimana fa sul coronavirus che, secondo il medico, dal punto di vista clinico, non esisterebbe più.

Oggi però l’Agenzia Nova riporta le parole del professor Massimo Clementi, direttore del laboratorio di microbiologia e virologia dell’ospedale San Raffaele di Milano, intervistato dal quotidiano spagnolo El Mundo che conferma quanto detto dal prof. Zangrillo – che aveva citato per sostenere la sua tesi durante la trasmissione proprio studi dell’università Vita e Salute San Raffaele, del professore Clementi, e del professore di patologia generale alla Emory University di Atlanta Guido Silvestri, che dirige un laboratorio di ricerca di studio dell’infezione da Hiv.

“Colleghi di tutto il mondo, compresa la Spagna, ci dicono che stanno osservando esattamente la stessa tendenza” afferma il virologo Clementi al quotidiano spagnolo, ovvero che “la carica virale del coronavirus oggi è cento volte più debole rispetto all’inizio del mese di marzo”.

Il prof. Clementi continuerà i suoi studi sui nuovi pazienti avvalendosi anche della collaborazione del  prof. Silvestri, citato appunto da Zangrillo durante il suo intervento televisivo.

Il risultato della ricerca coordinata da Massimo Clementi sarà pubblicato a breve sulla rivista Clinical Chemistry and Laboratory Medicine. Il professore ha anche sottolineato come da settimane “il quadro clinico sta cambiando e, in particolare, i casi gravi che abbiamo visto così tanto all’inizio di questa pandemia stanno diminuendo. Non accogliamo più pazienti che devono entrare immediatamente trasferiti in terapia intensiva e sottoposti a respirazione assistita”.

È stato il calo di ricoveri in terapia intensiva che ha spinto i medici del laboratorio del San Raffaele a chiedersi se ci fossero stati dei cambiamenti a livello virologico.

Clementi durante l’intervista ha spiegato da dove sono giunti questi cambiamenti secondo il suo laboratorio riscontrati nei pazienti. Non a mutazioni del virus ma alla caratteristica della virulenza.

“La virulenza ha diverse caratteristiche, ma la principale è la sua capacità di replicare e trasmettere una quantità significativa di virus, con una carica virale molto elevata”, ha spiegato Clementi. Secondo il professore, dopo aver confrontato la carica virale di 100 pazienti ricoverati nei primi 15 giorni di marzo – una fase in cui il San Raffaele era sotto pressione per il grande numero di contagi – con quella di altri 100 monitorati a fine maggio c’è stata “una gigantesca sorpresa”.

In sostanza, ha spiegato Clementi, è diminuita la quantità di virus presente nei pazienti, rispetto a quelli ricoverati a marzo, in alcuni casi “sino a cento volte in meno. È una differenza assolutamente macroscopica”, sostiene a El Mundo Clementi.

È stata questa scoperta a spingere il medico e gli altri del suo laboratorio a contattare vari colleghi nel resto del mondo per verificare se la tendenza fosse la stessa. “Abbiamo contattato colleghi negli Stati Uniti e in Europa, compresa la Spagna. Posso dire che anche in Spagna stanno osservando la stessa tendenza, ovvero che l’epidemia è in una fase di contenimento. La cosa interessante è che anche in Florida, dove le misure di isolamento sociale sono state molto più miti rispetto a Spagna e Italia, stanno osservando lo stesso andamento. Qualcuno ha detto che è come se questo virus fosse ‘invecchiato’”, ha concluso il prof. Clementi.

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