Il Piano Colao, che probabilmente non verrà mai implementato, contiene un po’ di tutto. Parla di famiglie, imprese, green economy, sicurezza e programmazione. Eppure manca un riferimento preciso alla strategia industriale dei prossimi dieci-venti anni. Mancano anche idee per contrastare il sentimento anti-industriale ormai consolidato in Italia che, spesso, fa più danni della mancanza di idee.
PERCHÉ È IMPORTANTE
Gli interventi del governo sono tutti basati sul breve periodo. Molte misure contenute nei decreti sono più utili a tamponare e ammorbidire le perdite subite da imprese e cittadini durante l’emergenza. Il Piano della task force guidata da Colao invece contiene numerosi interventi, ma manca di coordinamento tra un’azione e l’altra.
Per una vera ripresa e per tornare ad essere competitivi sia all’interno della Ue sia a livello internazionale serve prima di tutto una strategia industriale di lungo periodo. Serve anche coinvolgere i cittadini nei processi decisionali, fornendo loro le informazioni e gli strumenti per comprendere le scelte politiche. Non per prenderle al posto della politica.
ISTITUZIONI A SUPPORTO
Sfortunatamente, molte strutture istituzionali occidentali basano ancora le decisioni sulle ideologie degli ultimi decenni nonché le conseguenze del Washington Consensus poggiato unicamente sull’idea di società globalista degli anni ’90. La sicurezza nazionale e la competitività necessitano invece di istituzioni in grado di sviluppare e attuare efficacemente una strategia nazionale in collaborazione con gli alleati europei ed atlantici. In questo modo è possibile agire su due piani principali: i settori su cui investire e le competenze/conoscenze dei cittadini.
SETTORI AVANZATI
Non esiste un settore fondamentale, ma esistono diverse realtà su cui è possibile direzionare le risorse in modo prioritario. Si tratta di tutti quelli con potenzialità di avanzamento tecnologico nei prossimi decenni. Perché puntare su questi?
- Hanno un livello di competitività internazionale superiore, incluse i livelli di esportazioni (si pensi all’agroalimentare automatizzato o alla manifattura 4.0);
- Creano occupazione maggiormente qualificata e con salari superiori (sia per laureati sia per diplomati);
- Forniscono uno stimolo a tutto il sistema per la crescita della produttività;
- È possibile creare partnership pubblico-private ad alto valore aggiunto che abbiano anche un peso a livello globale.
IL RUOLO DEI CITTADINI
È importante che i cittadini siano inseriti in questo schema. Per due motivi fondamentali: le competenze e l’importanza di una società consapevole delle strategie politico-economiche nazionali. Nel primo caso, le istituzioni devono incentivare e investire nella formazione avanzata. Questo punto è, non a caso, centrale anche nel Piano Colao.
Inoltre, è fondamentale che i cittadini ricevano informazioni chiare e applichino il metodo scientifico per analizzarle. I risultati della carenza di comunicazione sono evidenti. L’Italia è dominata dal sentimento anti-industriale e dalla diffidenza tecnologica. Basti guardare cosa sta succedendo con il 5G, una tecnologia chiave per il futuro dei settori industriali avanzati.
Cosa non deve fare la politica? Nominare task force temporanee senza poteri operativi. Il Piano Colao è dettagliato e contiene misure potenzialmente efficaci, ma slegate e senza un punto di raccordo istituzionale.
Cosa deve fare la politica? Perseguire una strategia industriale di lungo periodo che consideri tecnologia e innovazione come perno della crescita economica. Utilizzare task force permanenti e in grado di comunicare costantemente con i cittadini. I Colao possono fare la differenza solo così.