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Cosa (non) ha detto Salvini a Formiche sulla Cina. Scrive Mayer

Matteo Salvini è il primo leader politico italiano che si misura direttamente sulle implicazioni politiche e costituzionali del 5G dopo la firma del memorandum sulla Via della Seta siglato dal Governo Conte 1.

Non nascondo che questa conversione sulla via di Damasco del leader della Lega mi ha fatto piacere. Osservo tuttavia che nel rispondere alle domande di Francesco Bechis Salvini usa un linguaggio insolito, parla in “politichese”.

A proposito dell’ accordo per la Via della Seta dal governo giallo-verde dice che “la Lega ha sempre detto di avere dubbi su quell’accordo”. “Aver dubbi” non è nello stile assertivo del Capitano.

A cosa si riferiscono questi dubbi? In effetti prima della firma il rivale di Michele Geraci (il sottosegretario leghista che più di tutti ha lavorato per l’ adesione italiana alla Via della Seta), il leghista fiorentino Guglielmo Picchi allora sottosegretario agli Esteri dichiara alla Adnkronos: “Come ha ben detto il vicepremier Matteo Salvini la Lega vuole rendere potabile questo documento, comincio a dubitare della firma, energia, telecomunicazioni e interoperabilità restano”.

Nonostante i dubbi espressi da Picchi e Salvini, il comparto strategico delle telecomunicazioni resterà nel testo finale. All’epoca Salvini – oltre che vicepremier – in qualità di titolare del Viminale era l’Autorità Nazionale per la Pubblica Sicurezza e in questa veste non era difficile imporre un emendamento del testo
per evitare che l’accordo sulla via della Seta comprendesse l’ambito delle telecomunicazioni.

Più che evocare i dubbi espressi in passato da una personalità forte come Salvini mi sarei aspettato una dichiarazione più schietta: “La Lega ha sbagliato a non imporre l’esclusione delle telecomunicazioni (e conseguentemente del 5G) dalla via della Seta.” A proposito di errori commessi da Salvini mi viene in mente un’altra vicenda su cui il Capitano ha compiuto, forse inconsapevolmente, un errore da non ripetere.

Mi riferisco alla nave miltare irlandese “Samuel Beckett” impegnata nell ambito della missione aereonavale Sofia con una cellula specifica dedicata a delicate operazioni di monitoraggio in ambito antiterrorismo e contrasto alla criminalità organizzata.

Salvini era arrivato al Viminale da poco e forse non aveva fatto neppure un completo passaggio di consegne. Le navi militari impegnate nelle missioni della Unione Europea e della Nato (Sea Guardian) sono un pilastro della sicurezza euromediterranea.

Perché indebolire un presidio così importante? È bene che la Lega evidenzi che la cooperazione con la Cina deve proseguire con paletti ben precisi senza mettere in discussione la vocazione euro atlantica dell’Italia. Ma risulterebbe ancora più credibile dopo una telefonata di Salvini al suo collega “sovranista” Orban.

È noto che Budapest guida il fronte contrario al pacchetto di aiuti europei per l’Italia e il sud Europa; pochi sanno che l’Ungheria è il Paese europeo con i legami più forti con Pechino. Cosa aspetta Salvini a tirargli le orecchie?

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