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Giulio Cesare, Vercingetorige e la grande battaglia degli emendamenti

Da lunedì sui terreni della V Commissione Bilancio della Camera dei deputati inizia una ennesima battaglia campale. Degna di una delle grandi battaglie dell’Impero Romano. Come Zama, Alesia, Adrianopoli o i Campi Catalaunici.

Cesare contro Vercingetorige. L’imperatore Valente contro i Visigoti. Il generale Ezio e tutti i re dei franchi contro gli Unni di Attila.
Migliaia di uomini. Come migliaia sono gli emendamenti al Dl Rilancio che la commissione dovrà affrontare.

Solo il richiamo a una di quelle apocalittiche battaglie dell’antichità può rendere l’idea di quello che è il procedimento di conversione di un decreto-legge come il n. 34 del 2020.

Un testo di 256 articoli, per oltre 90mila parole. Pronto ad essere assaltato da oltre 10mila emendamenti. Sì, proprio 10mila. Cioè un numero spropositato di proposte di modifica che affrontano tutto lo scibile umano, dalla alfa alla omega, dalla disciplina dell’esame di avvocato al fondo per lo sport. Dalla nuova disciplina di Naspi e Dis- Coll (cioè le indennità di disoccupazione), al noleggio autovetture per vigilanza sul lavoro, dalla riapertura degli asili nido alla procedura automatizzata di liquidazione dell’imposta di bollo sulle fatture elettroniche.

Solo un passo del De bello gallico, può rendere l’idea di quello che sarà: “Cesare vide che la situazione era critica … tolto lo scudo ad un soldato delle ultime file … avanzò in prima fila e chiamati per nome i centurioni, esortati gli altri soldati, ordinò di avanzare con le insegne allargando i manipoli, affinché potessero usare le spade…”.

Così sarà la lotta a cui saranno chiamati 3 relatori, 630 deputati, 22 ministri, 10 viceministri, 33 sottosegretari e decine fra capi di gabinetto, lobbisti, legionari, limitanei e comitatensi.

Una battaglia epica e senza esclusione di colpi. Perché 10mila emendamenti non si possono certo discutere e votare secondo le ordinate procedure democratiche previste in Costituzione e nei regolamenti parlamentari.

Diecimila emendamenti si affrontano con saette di frecce e colpi di spada. E non potrà che uscirne fuori un testo confuso, complicato, spesso incomprensibile, lasciando sul campo decine di vittime su entrambi gli schieramenti. Come sempre accade nelle battaglie campali.
Ma la vera vittima di tutto questo è la democrazia parlamentare. Perché le leggi non si scrivono così.

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