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Il passo di lato di Di Battista che guarda alle elezioni del 2023

Un passo di lato, ma non indietro. Quando Alessandro Di Battista parla, l’onda d’urto delle sue parole colpisce il Movimento 5 Stelle (e di riflesso il governo). Forse per questo nell’intervista rilasciata ieri dall’ex parlamentare grillino e ora attivista di primo piano non traspare volontà di scuotere, ma di costruire.

Durante l’intervista andata in onda ieri sera su Accordi&Disaccordi, un programma di Loft, Di Battista ha sottolineato i suoi punti fermi ma ha mostrato anche angoli in parte smussati: sul vincolo dei due mandati (per gli amministratori locali) si può ragionare (“Virginia Raggi è una sindaca fantastica”), ma per i parlamentari pare difficile un’apertura; nessuna accelerazione sul congresso e sul capo politico, ma è tempo di lavorare su temi e programma; e ancora ribadisce di non voler terremotare il governo o il premier Conte, che dice invece di stimare.

Un Di Battista responsabile, insomma, che sembra aver ascoltato la strigliata di Beppe Grillo prima e le parole di Di Maio poi (“Quando il 22 gennaio mi dimisi da capo politico usai più volte la parola ‘responsabilità’. Ho sempre lavorato per la pace interna e continuerò a farlo”). Ma, appunto, un passo di lato che durerà il tempo di far uscire l’Italia dalla crisi.

“Ricandidarmi? Penso di sì, ma mancano ancora 3 anni”, risponde Di Battista, durante la registrazione del talk politico condotto sul Nove da Andrea Scanzi e Luca Sommi. “Tra 3 anni prenderò le mie decisioni”, ha aggiunto. Sempre che il governo (e quindi il Movimento 5 Stelle) superino la prova dell’autunno, tra effetti economici del Covi- 19 e elezioni regionali.



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